Luigi Giuseppe Villani del Popolo della libertà, decaduto pochi mesi fa, ha pagato 43mila euro per banchetti con fino a 40 commensali. Mentre Marco Monari del Partito democratico ha sborsato circa 30mila euro, con casi ecclatanti come 689 euro per tre coperti a Padova
Spendere sino a 43mila euro di soldi pubblici in un anno e mezzo per pranzi e cene per un consigliere regionale dell’Emilia Romagna è possibile. Almeno lo è per i capigruppo dei più importanti partiti. Dopo la notizia dell’iscrizione al registro degli indagati dei capigruppo di tutti i partiti che siedono nell’assemblea legislativa (Pd, Pdl, Lega Nord e Movimento 5 Stelle, Idv, Udc, Gruppo misto, Fds, Sel-Verdi), ecco trapelare i primi risultati dell’indagine per peculato su cui lavorano le pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, coadiuvate sul campo dagli uomini della Guardia di finanza. Luigi Giuseppe Villani, ex presidente del Popolo della libertà in consiglio, decaduto pochi mesi fa per le inchieste sulla giunta Vignali a Parma, tra giugno 2010 e dicembre 2011, ha speso 43 mila euro per pranzi e cene che arrivavano a ospitare fino a 40 commensali, avvenute soprattutto tra la città ducale e Bologna.
Il suo collega del Partito democratico, Marco Monari ha messo in conto cene in molte città del centro-nord, da Roma sino a Padova, dove in un ristorante con lo chef di grido la carta di credito del gruppo regionale è arrivata a pagare 689 euro per soli tre coperti. Diverse volte, anche per due soli coperti, si andava oltre i 300 euro. Totale per il numero uno del Pd in consiglio regionale: 30mila euro in conti al ristorante messi a rimborso. Starà ora alla procura di Bologna capire se le cene configurano o meno il reato di peculato oppure rientrano nelle spese di rappresentanza per le quali è riconosciuto un rimborso. In molti casi infatti , nelle carte giustificative si parla di cene o pranzi con “amministratori”, ma in altre non è riportato alcuna motivazione.
Ma non è tutto: dalle carte degli investigatori spunta anche il nome di chi si è fatto rimborsare lo scontrino per un wc pubblico. Si tratta del consigliere regionale di Forlì, Thomas Casadei, fedele di Pippo Civati in Romagna, e già finito al centro dello scandalo delle interviste a pagamento. L’utilizzo del bagno a gettoni sarebbe avvenuto alla stazione di Parma durante una trasferta: “Se è successo, e domani sarà la prima cosa che accerterò insieme alla mia segretaria, è stata certamente una svista”, ha detto al Resto del Carlino cercando di scusarsi.
Gli inquirenti stanno passando al setaccio oltre 35 mila voci di spesa riguardanti il periodo iniziale della legislatura in corso, partita nel 2010. la procura della repubblica di Bologna, ha infatti deciso di tralasciare, almeno momentaneamente le spese del periodo 2005-2010 in attesa di concludere i conteggi e le indagini su quella in corso. Di sicuro ci sono centinaia di migliaia di euro sospetti, sui quali indaga parallelamente, anche la procura della Corte dei conti dell’Emilia Romagna.