Secondo fonti vicine alla compagnia di bandiera russa, una delegazione italiana volerà a Mosca. Il ministro: "I francesi restano i primi interlocutori. Ma se lasciano, avanti con Poste e ricerca nuovo alleato"
Per Alitalia rispunta l’ipotesi Aeroflot. Secondo fonti vicine alla compagnia di bandiera russa una delegazione di Alitalia volerà a Mosca, la prossima settimana, per colloqui esplorativi, a caccia di un “partner internazionale forte”, dopo che Air France-Klm appare sempre meno intenzionata a partecipare all’aumento di capitale. Il vettore russo conosce bene il dossier italiano: insieme a Lufthansa, Hainan ed Etihad nei giorni scorsi è stata tirata di nuovo in ballo dai media come possibile alternativa ai soci franco-olandesi. Pur avendo escluso l’esistenza di trattative per un acquisto di quote azionarie, Aeroflot non ha smentito il suo possibile interesse a una partnership industriale con Alitalia.
Il canale diplomatico con la compagnia transalpina è ancora aperto, fa però sapere il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: ”Air France resta il primo interlocutore, ma in ogni caso, meglio uscire al più presto dall’equivoco: se i francesi non vogliono più partecipare all’avventura lo dicano e ce ne faremo una ragione. Sarà perciò compito del governo avviare subito la ricerca del nuovo partner. E’ nostro compito e lo assolveremo”. Queste le dichiarazioni del ministro in un colloquio con il Messaggero, mentre parlando anche con il Corriere della Sera spiega che in questo caso si andrebbe avanti comunque con Poste che ”ha due miliardi di utili e investe ogni anno 500 milioni nello sviluppo e ha espresso un interesse a sottoscrivere l’aumento per 75 milioni”. Ma, chiarisce, ”non c’e’ aiuto di Stato: l’abbiamo scritto in risposta a Bruxelles. Stiamo soltanto svolgendo la nostra funzione strategica”. Il governo, spiega, ”non è sceso in campo per ripianare debiti creati da altri ma per affrontare questioni come la continuità aziendale, l’occupazione e le alleanze, che rientrano nella sfera d’azione dell’esecutivo”. E, aggiunge, ”sta seguendo con attenzione la sottoscrizione dell’aumento di capitale”. A proposito dell’addio di Colaninno, Lupi osserva che l’esecutivo ”aveva chiesto discontinuità nella governance” e ”la sua decisione va in quella direzione. Naturalmente gli fa onore che prima di decidere il passo indietro abbia voluto assicurare la sua adesione all’aumento di capitale”. Adesso ”il compito dei soci è varare un piano industriale di forte discontinuità che preveda l’ingresso di un partner internazionale”.
Ieri, Air France-Klm, che detiene il 25% di Alitalia, ha svalutato completamente il valore della sua quota. E l’ad e direttore generale De Juniac ha chiarito, senza mezzi termini, che “serve un piano di ristrutturazione molto forte”, una riduzione del medio raggio e una stabilizzazione del lungo raggio. Inoltre, Air France-Klm chiede una revisione dell’applicazione degli ammortizzatori sociali e un rafforzamento della solvibilità. “O le nostre condizioni vengono rispettate e ci sarà un rafforzamento della partnership con Alitalia – ha sottolineato il manager – altrimenti la risposta di Air France sarà negativa”. Posizioni, quelle della compagnia francese, che secondo i suoi vertici non significano che la tattica sia “quella di astenersi da un aumento di capitale, aspettando che Alitalia dichiari bancarotta per poi prendersela a buon prezzo”. Questo il commento di una fonte interna, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.