I due esponenti del Carroccio si sono incontrati dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle feste della zucca organizzate in provincia, una in concorrenza con l'altra. Pochissimi i militanti ad accoglierli e clima glaciale tra i due
Se arriva Salvini? “Lo saluto”. E’ stato freddo e senza tanti fronzoli, l’incontro tra i due candidati alla segreteria nazionale della Lega Nord, in quello che era stato annunciato come il “patto della zucca”. A Pecorara, da una parte Umberto Bossi, fondatore e in lizza per tornare alla guida del movimento: “Ho già presentato la candidatura” ha assicurato. Dall’altra Matteo Salvini, maroniano e punta di diamante della Lega 2.0, che è arrivato per non fare un torto al Senatùr.
Due feste, due partiti? Era questo l’idea che si erano fatti i militanti, dopo che erano stati annunciati gli appuntamenti targati Carroccio nella stessa sera. Il primo, quello storico, a Pecorara con Bossi e Tremonti ma senza simboli della Lega. L’altro a Ziano piacentino, con il nuovo corso del movimento, ospite Matteo Salvini e tutti i dirigenti di Piacenza e provincia. Inondati da un mare di commenti negativi negli ultimi giorni, i vertici hanno pensato all’unica mediazione possibile per non dividere una Lega che ormai vede i voti con il lumicino: che Matteo Salvini, prima di Ziano, passasse a salutare Bossi a Pecorara e viceversa. Così è stato ma il feeling tra i due evidentemente non è scattato, neppure questa volta.
L’incontro è stato tutt’altro che amichevole. Bossi è arrivato e i saluti dei presenti, a parte i fedelissimi, sono stati poche. Seduto al tavolo principale sul fondo di una sala mezza vuota, solo con la sua bibita in pugno, ha accolto Salvini con una veloce stretta di mano per i fotografi e poi non lo ha più degnato di una sguardo. Salvini, invece, è stato fermato più volte dai militanti o da semplici curiosi e non sono mancati gli incitamenti ad andare avanti e a “fare pulzia nel movimento. Avanti così” gli ha detto più di una persona.
“E’ una vita che vengo qui, Perché non sarei dovuto esserci – ha spiegato il presidente del Carroccio – ma poi andrò anche all’altra festa”. Insomma, secondo Bossi, non esistono divisioni: “La Lega è unita adesso, c’è il congresso e ci giocheremo le nostre carte”. Carte che lui, di certo, intende spendere appieno, ha assicurato: “Sì, ho già presentato la candidatura. Giorgetti era un buon candidato ma serviva uno in grado di unire tutti. Me l’hanno chiesto migliaia di militanti. Non li voglio deludere”.
Anche l’eurodeputato ha fugato ogni dubbio sulla spaccatura nel movimento: “Siamo così in salute che ne facciamo due di feste con un sacco di gente – ha detto sorridendo Salvini -. La Lega sta bene, apre sezioni, sale nei sondaggi. Non parliamo di menate ma di lavoro, immigrazione, euro”. E con il Senatùr quali sono i rapporti, gli chiedono? “A Bossi va riconoscenza per quel che ha fatto e farà e poi comunque vado coni segretari e i militanti a Ziano. Piacenza è davvero effervescente”. Neppure all’annuncio che Bossi si ricandiderà alla segreteria scuote Salvini, stasera in clima di riappacificazione: “Il bello è che 20mila militanti votano. Il confronto è sui progetti, le idee, cosa fare per salvare questo paese”.
Entrambi, poi, si sono detti d’accordo sul minimizzare la polemica che si è innescata dopo che sulla pagina Facebook del segretario dell’Emilia, Fabio Raineri, è stata pubblicata una foto con una donna di colore con la faccia da scimmia e la scritta: “Indovinate chi è?”. “Sono cose che bisogna evitare ma la Lega non è razzista o sessista” ha detto Bossi. E gli ha fatto eco Salvini: “Se il riferimento era al ministro Kyenge, bisognerebbe dire che è un ministro di un ministero inutile, che esiste solo in Italia. Chiacchiera tanto e produce poco. Solo questo andrebbe detto”.