Appalti truccati nell'azienda comunale. Arrestati nove dirigenti per corruzione, peculato, abuso d'ufficio e turbativa d'asta. Forniture scadenti per rientrare nel budget mentre i funzionari si godono vacanze gratis. Secondo un ex responsabile, il sindaco Tosi era stato informato dettagliatamente degli affari in corso
“Iga dà magnar la sabbia… al posto della carne”. Chi avrebbe dovuto mangiare la sabbia sono i bambini delle scuole dell’infanzia di Verona. Chi avrebbe rubato nel loro piatto è Giovanni Bianchi, uno dei nove dirigenti su undici dell’Agec finito agli arresti. L’Agec è l’Azienda comunale che gestisce gli alloggi pubblici, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche e le farmacie. Un’azienda con un bilancio di 55 milioni di euro, 800 dipendenti e 5 mila alloggi popolari.
Sistema affaristico – Tutto è partito dagli esposti presentati all’autorità giudiziaria dall’avvocato Michele Croce, ex presidente Agec silurato da Tosi. Per il pm Gennaro Ottaviano, che coordina l’inchiesta, i reati sono pesantissimi, dal peculato alla corruzione, dall’abuso d’ufficio a falsità e turbativa d’asta. Un anno fa il sindaco leghista dichiarava di “non aver mai ricevuto dall’avvocato Croce notizie di reato che documentino illegalità all’interno dell’Agec”. L’avvocato Croce lo smentisce: “Ho inviato al sindaco Flavio Tosi ben 5 comunicazioni dettagliate e 87 allegati dal 31 ottobre 2012 al 5 novembre 2012. Sapeva tutto”.
Menù a punteggio – Michele Croce alle ultime elezioni comunali è candidato della Liste Tosi e nel luglio 2012 si insedia alla presidenza dell’Agec: subito viene osteggiato perché vuole mettere il naso dove non dovrebbe. Va dal sindaco, e spiffera gli intrecci affaristici. Le prove sono dentro cinque faldoni di documenti, che presenta contestualmente alla magistratura. Intanto è scoppiato lo scandalo: Croce si sarebbe fatto arredare lussuosamente l’ufficio. “Nulla di più falso, i cosiddetti arredi non sono altro che la tinteggiatura, la sistemazione degli infissi, un pc portatile e un fascicolatore” spiega lui. Un’imboscata politica? Il 7 novembre Tosi lo dimissiona. Cosa ha scoperto il giovane avvocato Croce? Giovanni Bianchi è l’uomo che vorrebbe far mangiare sabbia al posto della carne ai piccoli delle scuole materne. Lui assieme al direttore generale Sandro Tartaglia, ad Alessia Confente a Francesca Tagliaferro, Stefano Campedelli (dipendenti Agec, tutti finiti agli arresti), e Davide Dusi, Giorgia Cona e Luisa Fasoli; questi ultimi “commissari ufficiosi senza aver alcun titolo, commissari ombra”, così li chiama il Gip Paolo Scotto di Luzio, “con mezzi fraudolenti turbavano la gara” di appalto per la distribuzione dei pasti dal 2013 al 2016 “per le mense delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie secondarie del Comune di Verona”. Punteggi fasulli per far vincere chi volevano loro, “in totale assenza di un’effettiva valutazione concreta delle offerte, assegnando a Serenissima (in Ati con Euroristorazione) il punteggio determinandone la vittoria della gara”. Avrebbero falsificato “tutti i verbali di gara”, anche dell’appalto per i pasti 2010-2013. Un boccone da 30 milioni di euro.
Sane distrazioni – Tartaglia, il direttore dell’Agec, si distraeva nell’orario di lavoro: “In particolare durante l’orario di lavoro si recava in via… presso l’abitazione privata di una prostituta concordando il prezzo di 100 euro per un’ora, così inducendo in errore l’Agec circa la sua presenza in ufficio e la prestazione di attività lavorativa”, dicono le carte. Aggiungendo che i lavori nella villa del direttore sarebbero stati fatti dalle stesse aziende che lavorano da sempre per Agec. “Ditte che hanno ricevuto a trattativa privata appalti (e subappalti) negli ultimi anni per milioni di euro”, scrive Croce. E fa l’elenco delle aziende: Termosanitaria Pasinato srl, Tomellini srl, Dielettric srl, Impresa Bonazzi srl. Croce spulcia gli appalti tra il 2007 e il 2011 e al sindaco scrive: “Ti evidenzio che alcune di queste ditte dalla presenza costante in Agec hanno effettuato ristrutturazioni nella villa in collina del direttore generale Agec”.
Gli amici degli amici – Il sistema degli appalti è collaudato, perché in Agec ci si affida alla “trattativa privata, sotto la soglia, senza giustificazione con inevitabile aumento di costi” pur di non fare le gare d’appalto pubbliche. Davanti alla Guardia di Finanza, l’avvocato dichiara che “una di queste società appaltatrici ha come socio il marito della responsabile della funzione di controllo di gestione e qualità in Agec”, Giorgia Cona, ora agli arresti domiciliari. L’azienda “Termosanitaria Pasinato ha ricevuto appalti per 734 mila euro e avrebbe effettuato il rifacimento del bagno dell’abitazione” di un dipendente, “il capo sezione dell’ufficio manutenzioni e servizi primari” della municipalizzata. Il titolare dell’impresa e suo figlio sarebbero indagati. Mentre l’impresa Bonazzi “ha ricevuto appalti da Agec per 734 mila euro”: il titolare è indagato. Così il responsabile di Gestioni Nicolini, già condannato per gli appalti di pulizie all’azienda comunale di trasporti di Vicenza.
Permessi creativi – La ditta Seeste Bau vince il bando indetto dal Comune tramite Agec per l’alienazione dell’area di fondo Frugose. Una grossa operazione immobiliare. La Seeste Bau dell’imprenditore Martin Klapfer, in carcere a Bolzano, presenta una variante che consente all’azienda di risparmiare su un impianto geotermico. I tecnici del Comune, però, non sono d’accordo e allora “l’architetto Gasparrini e l’ing. Martinelli ricevono fortissime pressioni da parte di Tartaglia per approvare tale variante. Fallito il tentativo, approva direttamente lui, non si sa in quale veste”. Infatti non ha nessuna carica in municipio, ma scrive al Comune: “Con il presente atto approva l’istanza di variante presentata dalla ditta Seeste Bau, in particolare la modifica degli impianti tecnologici”.
Affitto dolce affitto – Il patrimonio immobiliare è un altro asset da gestire in libertà. “Nessuno degli affitti richiesti da Agec si avvicina” ai prezzi di mercato, con “canoni inferiori alla metà” del loro valore per i 200 alloggi di pregio, quasi tutti nel centro storico della città. E c’è chi occuperebbe abusivamente immobili Agec: “Il probabile utilizzo senza un titolo di un immobile aziendale da parte del vice presidente di Agec e del vice presidente del consiglio comunale”, si legge in un esposto. Mentre i viaggi turistici del direttore “sarebbero pagati dalle ditte che da molti anni ricevono appalti da Agec, così alcuni impiegati in carico all’ufficio manutenzioni e servizi primari”. Uno in particolare “avrebbe goduto gratuitamente di soggiorni estivi in Sardegna in case delle stesse” ditte appaltatrici. In ferie si va anche in pulmino e in gruppo, sempre a spese degli impresari, com’è successo in Romania. E qui arriva l’affondo di Croce contro Tosi: ditte che sarebbero le “principali sostenitrici finanziarie della recente campagna elettorale di Flavio Tosi e della lista omonima”. Piaceri gratuiti che proseguivano a tavola. “Ogni mattina alcuni dipendenti Agec escono per andare a fare colazione con alcuni noti impresari che lavorano da anni per Agec”. Colazioni e pranzi sono sempre “pagati dall’impresario di turno”. A Verona c’è chi mette in tavola grosse bistecche e chi trova sabbia.
da Il Fatto Quotidiano del 30 ottobre 2013