Secondo una telefonata intercettata nell'ambito dell'inchiesta Fonsai, l'imprenditore siciliano avrebbe parlato con Letta per ottenere un nuovo mandato per Giancarlo Giannini (ora indagato per corruzione a Milano) alla guida dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private. Fonti di palazzo Chigi: "Il premier non ha mai parlato con il costruttore"
“Ma sì, lui lo sa che ho parlato con Letta, è tutto a posto, lo rinnovano”. Queste parole sono attribuite all’imprenditore Salvatore Ligresti, che avrebbe così avuto un rapporto privilegiato con un Letta, non è chiaro se Gianni o Enrico. Ma fonti di Palazzo Chigi precisano che “senz’altro non può trattarsi di Enrico Letta perché il presidente del Consiglio non ha mai parlato con Salvatore Ligresti in vita sua”. Il “lui” di cui si parla nella conversazione è Giancarlo Giannini, già presidente dell’Isvap, ora indagato a Milano per corruzione. La frase attribuita a don Salvatore è riportata da Fausto Marchionni, ex top manager di Fonsai, in una telefonata del dicembre 2012 con Alberto Alderisio, uomo di fiducia della famiglia Ligresti, intercettata dagli uomini della Guardia di finanza e finita nei faldoni dell’inchiesta Fonsai.
Nella telefonata, Fausto Marchionni aggiunge che però si permetteva di contraddire Ligresti: “Ingenie’, è impossibile, ha fatto i mandati… Anche se non fanno l’Isvap non possono rinnovarlo per legge!”. Il top manager si sarebbe sentito rispondere: “Ma no, lo rinnovano lo stesso”. E la conclusione dell’uomo Fonsai era stata: “Va be’, faranno una legge apposta. Mah…”. L’argomento centrale della conversazione era la convocazione di un altro top manager di Fonsai, Emanuele Erbetta, in procura a Milano, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione di Giannini da parte della famiglia Ligresti.
Di corruzione di Isvap e Consob parla in una intercettazione del gennaio del 2013 Giulia Ligresti, ex vice presidente Fonsai. In una conversazione ritiene singolare il comportamento dell’Isvap (l’organo di controllo delle società assicurative) e negativa l’azione del commissario ad acta Matteo Caratozzolo “perché se il commissario fa saltare fuori che quelli sono tutti mazzettati, Ispav, Consob, cioè erano tutti appagati da Mediobanca per fare questa operazione…” dice Giulia che accusa il commissario ad acta di essersi concentrato solo su operazioni non significative omettendo i controlli su Popolare Vita o Sasa e Liguria. “Ma la cosa folle che l’Isvap ci ha fatto, ha fatto togliere Carlino da Premafin a Fondiaria e lascia Cimbri…nel contesto di una imminente fusione, cioè ma è normale che c’è un conflitto di interessi…no però cioè…sembra che uno quasi le cose se le inventa…è folle Cimbri”.
Dalle carte dell’inchiesta emerge un interessamento alla situazione Fonsai del sindaco Matteo Renzi. Si informò, verosimilmente per conto del primo cittadino, sulla sorte della filiale fiorentina di Fonsai – dopo il cambio di gestione della compagnia – contattando Alberto Alderisio, uomo di fiducia di Salvatore Ligresti, per sapere quale impatto avrebbe avuto il cambio di gestione sull’occupazione del personale.
Intanto anche Jonella Ligresti come la sorella Giulia potrebbe patteggiare tre anni e quattro mesi. Per Jonella e gli altri imputati era stato chiesto il giudizio immediato. L’appuntamento con il tribunale è fissato il 4 dicembre.