Momenti di panico all’aeroporto internazionale di Los Angeles. Venerdì 1 novembre, un uomo è entrato alle 9.30 nel Terminal 3, ha aperto una borsa che aveva a tracolla, ne ha estratto un potente fucile d’assalto e ha iniziato a sparare. Le prime informazioni sono frammentarie, ma secondo varie fonti in terra sono rimate numerose persone: un agente della sicurezza ucciso e almeno sette feriti, tra cui un altro agente. La polizia ha identificato in Paul Ciancia, 23 anni, il sospetto uomo armato che avrebbe aperto il fuoco.
Il ragazzo proviene dal New Jersey. Gli investigatori parlano di azione isolata: addosso al giovane, che versa in gravi condizioni in ospedale, sono stati ritrovati diversi biglietti nei quali manifestava rabbia verso il governo Usa, e in particolare denunciava violazione dei diritti costituzionali degli agenti della Tsa (Transportation security agency), e accusava l’ex segretario alla Sicurezza Interna Janet Napolitano. Un poliziotto, che è stato informato sulle indagini ma non è autorizzato a parlarne pubblicamente, ha dichiarato che l’uomo armato trasportava una borsa che conteneva una nota scritta a mano, nella quale era scritto che lui voleva “uccidere Tsa e maiali“. I media americani, citando fonti della polizia, riportano che l’attentatore ha sparato almeno 150 colpi con un fucile semi-automatico. Ciancia ha superato la zona del controllo passeggeri ed è arrivato in profondità nell’area di imbarco, dove è stato affrontato dagli agenti della sicurezza dello scalo, e quindi neutralizzato. L’uomo è stato colpito quattro volte, inclusa una alla bocca e alla gamba, dalla polizia dell’aeroporto. Prima della sparatoria, il giovane aveva mandato un sms alla famiglia dove diceva di volersi suicidare.
L’uomo rimasto ucciso, invece, è Gerardo Hernandez, 39 anni. E’ il primo agente Tsa a morire nell’adempimento delle proprie funzioni nei 12 anni di storia dell’agenzia, che è stata fondata dopo l’11 settembre. Hernandez era uno degli ufficiali di rilevamento comportamentale che stazionano in aeroporto alla ricerca di atteggiamenti sospetti, secondo quanto dichiarato da J. David Cox Sr., presidente nazionale della American Federation of Government Employees. L’amministratore Tsa, John Pistole, ha in programma di arrivare a Los Angeles per incontrare la famiglia di Hernandez e i dipendenti feriti. Il presidente Barack Obama ha chiamato sia Pistole sia il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti.
In tutto cinque persone sono state trasportate in ospedale dopo la sparatoria di ieri. Tra loro Hernandez, due altri dipendenti Tsa, una persona con una caviglia rotta e l’uomo armato, Paul Ciancia. Un’altra persona è stata curata sul posto per ronzii nelle orecchie da arma da fuoco, secondo quanto reso noto dai vigili del fuoco. Tra le persone evacuate dall’aeroporto più di una dozzina sono stato curate per ferite minori, tra cui caviglie distorte, esaurimento e stress.
Numerosi testimoni hanno raccontato di aver vissuto attimi di terrore. Qualcuno ha detto di aver sentito degli spari e che immediatamente tutti i passeggeri in attesa di partire hanno iniziato ad urlare e a cercare un riparo, sotto le sedie, sotto i banchi di accettazione, nei bagni o ovunque fosse possibile. Altri hanno raccontato che all’improvviso degli agenti della sicurezza hanno fatto irruzione urlando nella zona di imbarchi che c’era un uomo armato, esortando tutti a mettersi al sicuro. Ne è nata un’enorme ressa, le persone hanno iniziato a spintonarsi, a passarsi l’una sull’altra e alla fine molti passeggeri sono persino entrati dal gate sulla pista. Qualcuno ha anche detto di aver visto il killer, descritto come un giovane bianco, che indossava un tuta mimetica di tipo militare, cercare esplicitamente agenti della Tsa.
L’intero aeroporto, uno dei più trafficati del mondo, è andato immediatamente in emergenza. Il traffico di voli in arrivo e in partenza è stato sospeso e le strade di accesso allo scalo sono state bloccate. Solo dopo alcune ore la morsa è stata allentata e i voli, seppur con notevole ritardo, sono ripresi. Al termine della sparatoria, quando oramai il killer era stato “neutralizzato”, i passeggeri che sono usciti dai loro rifugi sono stati fatti passare con molta cautela verso l’uscita, con l’esortazione da parte della polizia a guardare bene dove camminavano, a “non calpestare vetri o sangue”, perché è stato spiegato, “si tratta di prove nella scena del crimine”.
La Farnesina in serata ha escluso che ci siano italiani tra i feriti.