Politica

Pd, sul carro di Renzi anche gli ex An. E l’ex consigliere indagato gli scrive

A segnalare il balzo in scia al sindaco di Firenze arriva anche una nota di Giuseppe Arnone, espulso dal Pd e sotto inchiesta per tentata estorsione. "Caro Matteo sento il dovere di denunziare con forza quello che sta avvenendo nella mia amata Sicilia..."

Cambi di casacca dell’ultimo minuto e inquinamento del voto ai congressi del Partito Democratico. In Sicilia la corrente di Matteo Renzi, piace a molti. Anche troppi. E a segnalare il balzo sul carro del sindaco di Firenze arriva anche una nota di Giuseppe Arnone, ex consigliere comunale di Agrigento poi espulso dal Pd. Il vulcanico avvocato agrigentino è finito indagato dalla procura di Agrigento per tentata estorsione: secondo gli inquirenti avrebbe pressato il senatore Giuseppe Lumia e Rosario Crocetta per ottenere un posto in lista alle ultime elezioni regionali. Una vicenda ancora aperta che però non ha allontanato Arnone dai democratici. Anzi l’avvocato agrigentino, che si definisce un renziano della prima ora, ha preso carta e penna per scrivere al primo cittadino fiorentino.

“Caro Matteo – scrive Arnone – sento il dovere di denunziare con forza quello che sta avvenendo nella mia amata Sicilia e in primo luogo nella mia Agrigento. Altro che rottamazione! Siamo in presenza di un assalto all’arma bianca della peggiore politica che passa disinvoltamente, adesso con la tessera tra le mani del Pd, da An e Berlusconi, appunto a Matteo Renzi”. L’ex consigliere comunale punta il dito sugli ultimi congressi siciliani per eleggere i segretari cittadini del Pd. “Al seggio elettorale – scrive – domenica scorsa, ho trovato neo iscritti al Partito Democratico quei vice Sindaci berlusconiani, quegli assessori berlusconiani, quei consiglieri berlusconiani con cui mi sono scontrato al Comune di Agrigento, anche tra minacce, denunzie e ombre potenti di collusioni mafiose, per tre lustri”. L’anomalia principale che Arnone segnala a Renzi è soprattutto una: il passaggio dell’ex vice sindaco di Agrigento Maria Pia Vita nei ranghi del Pd, dopo una lunga militanza in Alleanza Nazionale e in Futuro e Libertà. “Maria Pia Vita – scrive l’avvocato – è, da dieci anni, il numero due della corrente di AN adesso azzerata da un’inchiesta regionale su tangenti per affari per decine di milioni di euro che giravano attorno all’imprenditore agrigentino Giacchetto. Giacchetto ed i politici da lui corrotti sono finiti tutti in galera, tra questi l’ex Assessore Regionale Luigi Gentile”.

Il riferimento è allo scandalo sulla Formazione professionale, che quest’estate ha scosso i palazzi del potere siciliano. Sotto accusa sono finiti diversi ex assessori regionali, considerati nelle disponibilità del pubblicitario Faustino Giacchetto. Tra i politici coinvolti dall’inchiesta anche l’ex assessore regionale Luigi Gentile, a lungo uomo di punta di Fli in Sicilia. “La neo iscritta al Pd, Maria Pia Vita – dice Arnone – è stata, per tre lustri e sino alla settimana scorsa, il numero due della corrente di Gentile. Adesso, con il resto della corrente, ha aderito, con parecchi amici, suoi e dell’ex assessore Gentile, alla corrente di Renzi con tanto di tessera del Pd”. Una pratica diffusa quella segnalata da Arnone. “Da domenica scorsa – aggiunge l’avvocato- hanno la tessera del Pd i consiglieri comunali di Agrigento Alongi, Vita, La Rosa, tutti eletti nelle liste berlusconiane”.

Come raccontato dal fattoquotidiano.it, infatti, la corrente di Renzi in Sicilia, data per vincente ai congressi, è stata presa d’assalto da politici che fino a poco tempo fa erano distanti anni luce dalle posizioni del sindaco di Firenze. È proprio Agrigento ha visto passare il suo sindaco Marco Zambuto, una vita nell’Udc, tra i rottamatori. “Zambuto – scrive Arnone – per quasi quindici anni, è stato Consigliere ed Assessore di Totò vasa vasa Cuffaro, oggi in carcere per mafia, rompe con Cuffaro nel 2007 e viene eletto Sindaco con il Centro Sinistra. Diviene Vice Segretario Regionale dell’Udc, ma non ottiene il posto di capolista alle ultime politiche. Questa la ragione della sua conversione al Partito Democratico, portandosi dietro le truppe cammellate dei capi corrente di AN e Berlusconi”.

Domenica scorsa, il nuovo segretario eletto dal Pd ad Agrigento è stato Giuseppe Zambito, sostenuto dal deputato nazionale democratico Tonino Moscatt. Durante le votazioni, lo stesso Arnone si è reso protagonista di un blitz al congresso per tentare di riottenere la tessera del Pd, senza successo. Le curiosità principali interne ai democratici agrigentini si sono verificate però in provincia: a Favara il Pd ha eletto come nuovo segretario Carmelo Vitello, anche lui esponente di Futuro e Libertà, già candidato al consiglio comunale dai finiani. Interessante come a Favara, comune di trentamila abitanti, abbiano votato 630 persone, cento in più rispetto ai dati del capoluogo agrigentino, che conta più del doppio degli elettori. “In pratica almeno un elettore del Pd ogni 50 abitanti” segnala un quotidiano locale. Senza considerare che il comune agrigentino non è proprio una roccaforte della sinistra, anzi al contrario, dato le ultime elezioni amministrative hanno visto l’affermazione del centro destra. Sempre che nel frattempo non siano però tutti passati tra i renziani del Pd.