Zonaeuro

Ue: il Sud per la crescita, un segnale da Atene

Non c’è (più) Sud senza crescita, non c’è crescita (in Europa) senza il Sud. Con questo slogan, parte dalla Grecia, dove il cocktail micidiale di recessione, rigore, disoccupazione e povertà innesca tensioni sociali che sfociano nel terrorismo politico, la crociata del Parlamento europeo contro l’euro-scetticismo e l’euro-pessimismo, a 200 giorni, sei mesi e poco più, dalle elezioni europee del maggio 2014. Che cosa può fare il Sud dell’Europa per invertire la tendenza e fare ripartire l’Unione verso crescita e lavoro? Se ne discuterà lunedì 4 novembre, per tutta la giornata, ad Atene, al Music Megaron Concert Hall. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz aprirà i lavori di #South4Growth, cui partecipano deputati europei di Grecia, Italia, Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna, a confronto su tre temi – economia, finanza, lavoro con giornalisti provenienti dai sei Paesi.

Paesi che rappresentano il Sud socio-economico, più che culturale e geografico – se no, l’Irlanda che ci starebbe a fare? – dell’Unione sulla soglia dell’uscita dalla crisi (gli altri ne sono già fuori). Ci sono i Pigs –Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna, gli anelli deboli della grande paura della prima ora del tracollo finanziario-, poi divenuti Piigs con l’inserimento dell’Italia. Cipro non ha posto nell’acronimo, ma il suo collasso dei mesi scorsi ne fa un membro a pieno titolo di questo club poco prestigioso e poco esclusivo. Tema per tema, questi gli interrogativi di fondo affrontati ad Atene, una città ad altissima tensione dopo il raid di venerdì contro giovani militanti del partito neo-nazista Alba Dorata – due i morti: economia, come superare la crisi e fare ripartire la crescita?; finanza: come le politiche dell’Unione possono contribuire a invertire la tendenza?; occupazione: come creare più e migliori posti di lavoro nell’Ue?

Schulz, attivissimo in questa stagione – conduce una campagna elettorale personale: è il candidato del Pse alla presidenza della prossima Commissione europea -, e 37 eurodeputati hanno registrato videomessaggi di sprone e d’ottimismo. Ma la scintilla di #South4Growth, se pure si accenderà, non basterà da sola a rianimare il Sud. Crescita e lavoro non possono ridursi a un binomio rituale: ci vogliono politiche che li inneschino; e in fretta. Se l’Unione arriverà alle elezioni con l’unico mantra del rigore e delle regole, i cittadini la sanzioneranno disertando le urne e riempiendo l’aula di Strasburgo di voci critiche dell’integrazione e contrarie all’euro e all’Ue. Per essere efficace, l’inversione di tendenza deve avvenire ovunque nell’Unione. Il Nord deve riprendere a declinare i verbi della cooperazione e della solidarietà, tralasciando la missione di Cerbero; il Sud deve smetterla di coltivare il complesso di Calimero, mettendoci però impegno nell’osservare gli impegni presi.

Altrimenti, Nord e Sud continueranno a coltivare ed alimentare i rispettivi pregiudizi, accrescendo le tensioni nell’Unione, aumentando le distanze tra ricchi e poveri e riducendo a zero la percezione delle ragioni dello stare insieme. Atene è già stata teatro di fallimenti europei: nel dicembre 1983, al primo Vertice europeo sotto presidenza di turno greca, vi naufragò fragorosamente un tentativo di riforma del bilancio Cee e delle politiche agricola e regionale. #South4Growth può dare un segnale di riscossa: ma le parole, anche bene assortite, non bastano; ci vogliono, poi, i fatti.