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Congressi Pd, a Trapani i congressi sono due: gli “onesti” contro i “450 fantasmi”

Psicodramma democratico nella città siciliana: un solo circolo, due assemblee contemporanee. La denuncia del presidente Daidone: "Noi in regola, ma centinaia di tessere sono state distribuite a sconosciuti". Cuperlo, Renzi e Civati d'accordo nel bloccare tutto

Due tesseramenti diversi,  due elenchi di iscritti, due congressi e quindi probabilmente due segretari. Tutto per un unico circolo del Pd, quello di Trapani, unico e molteplice come le modalità di iscrizione al partito, che però almeno formalmente dovrebbero essere uguali per tutti. Così non è stato, ed è per questo che una parte degli iscritti, quella che si è data appuntamento oggi all’Hotel Baia dei Mulini per eleggere il segretario, si è auto appellata come “congresso degli onesti”. In contemporanea, si svolge l’altro congresso, quello convocato all’Hotel Crystal già giorni fa, ma di cui non si conosce l’elenco definitivo dei partecipanti.

Un vero e proprio cortocircuito quello che ha travolto il Pd trapanese, oggi incapace di sapere quanti iscritti ha, dove hanno fatto la tessera, e con quali soldi hanno pagato la loro quota. L’inondazione di tessere che ha travolto il Partito Democratico alla vigilia del congresso non è esattamente una notizia nuova. Hanno già formalmente protestato tutti e tre i candidati alla segreteria: sia Gianni Cuperlo, che Matteo Renzi e Pippo Civati sono d’accordo per bloccare il tesseramento. Sono numeri da sold out quelli registrati dal Pd agli ultimi congressi locali. Tessere diffuse a profusione,  spesso senza che i segretari conoscessero l’identità e la provenienza dei nuovi iscritti, nonostante le regole interne al Pd impongano che il tesseramento si svolga solo all’interno dei circoli.

Perché non tutte le tessere sono uguali.  Soprattutto nell’isola che per un ventennio fu appannaggio esclusivo di Silvio Berlusconi. Lo sanno bene nell’ultima roccaforte siciliana del Pdl, Trapani, dove il Pd si è sdoppiato: gli iscritti che si sono regolarmente tesserati all’interno del circolo, pagando la quota di 15 euro come prevede il regolamento, non ci hanno visto chiaro e hanno deciso di alzare la voce. Al presidente del circolo trapanese Salvatore Daidone e al tesoriere Antonio Gandolfo erano state consegnate 300 tessere per la loro sezione, numero assegnato in relazione ai cinquemila voti presi dal Pd alle ultime amministrative. Di quelle 300, ben 220 hanno trovato un sostenitore pronto a recarsi al circolo per sborsare la quota d’iscrizione. Non tantissimi, ma un numero adeguato se consideriamo che nel 2011 e nel 2012 al Pd di Trapani non era arrivata alcuna tessera dalla direzione provinciale: niente soldi in cassa e nessun tesserato formale per il biennio.

Col congresso fissato però bisognava fare presto per individuare l’elenco degli iscritti che avrebbero dovuto votare il nuovo segretario. Presidente e tesoriere si sono messi a lavoro in maniera certosina, portando al partito 220 iscritti, con quota d’iscrizione regolarmente versata.  Il primo congresso dei democrat trapanesi, fissato per il 27 ottobre, però viene stoppato: la sede del circolo non può essere utilizzata per motivi di sicurezza, dicono dalla commissione provinciale per il congresso. Obiezione che non verrà però contestata ai cugini del Pd di Erice: per loro la sede del democratici trapanesi a Palazzo Venuti è invece a norma. È in questa diatriba di date e congressi stoppati che presidente e tesoriere scoprono di avere più iscritti di quanto pensavano: ci sarebbero infatti  altre 450 tessere del circolo di Trapani, assegnate fuori dai locali della sezione non si sa bene da chi, senza che i dirigenti locali ne sapessero nulla. 

Chi sono quei 450 iscritti? Come possono esistere se le tessere assegnate al circolo trapanese erano solo 300, di cui 220 già regolarmente assegnate? Da chi hanno ricevuto la tessera? In cambio di quale quota d’iscrizione? Se lo chiedono sia il presidente che il tesoriere del circolo trapanese che non hanno ricevuto alcun dato, né sull’identità né sulle quote versate dai tesserati fuori dal circolo. Tesserati fantasma su cui regna un religioso silenzio. “Evidenzio che nella riunione del 20 ottobre, convocata dalla Commissione Provinciale Congresso, per la preparazione della fase congressuale, ho appreso che in nome e per conto del Circolo che presiedo sono state distribuite centinaia di tessere senza che ne fossi venuto a conoscenza. Ho chiesto quindi con note verbali e scritte, al Coordinatore la Commissione Provinciale Congresso, di fare chiarezza sul tesseramento  2013 al Circolo di Trapani fatto, a questo punto, al di fuori delle  regole e del regolamento del Congresso: chiarimento mai avvenuto” scrive il presidente del circolo Daidone alla commissione nazionale per il congresso.

Nel frattempo però, dopo lo stop all’utilizzo della sede per motivi di sicurezza, il circolo di Trapani un congresso lo indice. Senza che, però, lo stesso presidente Daidone ne sappia nulla. Ad informarlo, stando sempre al carteggio tra il circolo trapanese e la commissione nazionale, è una sua iscritta, che gli rende nota la data e il luogo del congresso che avrebbe invece dovuto fissare lui. “Apprendo – scrive – solo a mezzo e-mail di una iscritta al circolo, che allego alla presente, alle ore 21,59 del 29 ottobre, che il congresso del Circolo di Trapani, a firma della Commissione Provinciale Congresso è convocato per domenica 3 novembre”. È lì che con tutta probabilità si manifesteranno i 450 iscritti fantasma al Pd.

Nessuno li conosce, al circolo non esiste un elenco con le loro generalità, e non si sa bene chi abbia incassato le loro quote d’iscrizione. “Una cifra del genere può essere stata versata da qualche parlamentare in un’unica occasione per fare in modo di controllare il congresso ed eleggere un segretario di sua fiducia” dicono dalla base dei democratici. “Un partito che ha iscritti sconosciuti, non liberi di votare il segretario, che tipo di democrazia è?” si chiedono. Non si conoscono nomi, quote e luoghi del tesseramento, ma un dato rimane inconfutabile: la matematica. Al congresso convocato senza che il presidente ne venisse informato, quei 450 iscritti fantasma avrebbero chiaramente schiacciato  i 220 tesserati regolari, decidendo le nuove cariche in completa autonomia. Ed è per questo che la base del Pd trapanese ha preso carta e penna per chiedere al presidente Daidone di convocare un altro congresso, quello degli onesti appunto.

“La commissione provinciale – scrivono – per il congresso ha  accettato una seconda anagrafica di iscritti di centinaia di altri tesserati non transitati dal circolo assumendola a base del congresso, rifiutando di discutere con il presidente del nostro circolo, per entrare nel merito di tale gravissima violazione del regolamento per il tesseramento e del congresso”. “Abbiamo scelto di seguire la linea suggerita dalla commissione regionale per il congresso. Perché ci sembra l’unica strada per cominciare finalmente un percorso limpido” dice Sabrina Rocca, già candidata del Pd a sindaco di Trapani. Dopo qualche tentennamento sull’inedito caso del circolo sdoppiato, anche da Palermo è arrivato il via libera: da una parte il congresso degli onesti, dall’altra parte quello dei 450 iscritti fantasma. Due congressi, due segretari, due modalità di tesseramento, per un solo partito, con un solo statuto di regole che dovrebbero valere per tutti. Una situazione che per trovare un aggettivo definitivo attende a questo punto l’intervento della commissione nazionale di garanzia.

Twitter:@pipitone87