La crisi si fa sentire sui numeri della disoccupazione: in Italia, le persone senza lavoro sono 1,2 milioni in più rispetto al 2007, con aumento pari al 4,6 per cento. Lo indica il ministero del Lavoro, che sottolinea la situazione critica per gli under 30, mentre sono in controtendenza le statistiche sugli occupati tra 55 e 64 anni, che registrano un aumento del 6 per cento. Il tasso complessivo sulla disoccupazione si attesta al 12,5%, arrivando a quota 40,4% per i giovani: è un record mai toccato dal 1977.
Il documento del ministero fa un quadro del contesto economico ed occupazionale, con i dati dell’impatto della crisi sul lavoro dal 2007 ad oggi. “Tra il 2007 e il 2012 la quota di occupati si è contratta di quasi 2 punti percentuali” e “l’unica componente della popolazione che ha visto incrementato il relativo tasso di occupazione è stata quella dei 55-64enni, con un aumento di oltre 6 punti percentuali. Parallelamente, la quota di forza lavoro disoccupata è cresciuta di 4,6 punti percentuali, che si traduce in 2 milioni e 744 mila persone in cerca di lavoro, vale a dire 1,2 milioni di disoccupati in più rispetto al 2007″. Aumentano i tempi di ricerca di lavoro praticamente per tutte le categorie della popolazione, registra ancora il documento. Mentre rimangono significativamente più elevati della media i tassi di disoccupazione delle persone con bassi livelli di istruzione.
E, viene sottolineato, “i giovani sono sicuramente la fascia di età maggiormente colpita dalla crisi occupazionale in atto”, con una situazione “particolarmente grave” nel Mezzogiorno dove “il tasso di disoccupazione giovanile rasenta il 45% e quello di occupazione è bloccato al 13,2% (a fronte del 18,6% nazionale e del 32,8% della media europea)”. Inoltre, “preoccupa, in particolare, il fenomeno dei giovani 15-24enni non impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet), stimabili in circa 1,27 milioni pari al il 21% della popolazione di questa fascia di età, percentuale che supera il 30% in alcune delle più importanti regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Sicilia)”.