Una cosa che mi fa piacere: vedere e ascoltare, sempre di più, la parola baratto ripulita dalla sua veste più dispregiativa. Il concetto di baratto dentro di me si nasconde da sempre. Quando ero un’adolescente, con la testa piena di idee confuse, mi immaginavo che potesse esistere una società senza proprietà privata, in particolare pensavo alle automobili (forse mio padre si lamentava del traffico e dei parcheggi…) e mi dicevo: ma se nessuno avesse un’auto propria e le vetture in strada fossero di tutti… tipo uno scende sale sull’auto, va dove deve andare e così tutti gli altri.
Va bene questo era un delirio adolescenziale, torniamo al presente. Oggi, lo sappiamo, circolano meno soldi, ma non per questo, o forse anche grazie a questo, molte più idee. Può essere che le idee ci fossero anche prima, parlo di 5, 10, 20 anni fa, ma la tendenza era quella di tenersele strette per paura che altri le copiassero. Ecco, quella triste fase sta svanendo, le idee hanno bisogno di circolare… anche perché se si accetta il fatto che nessuno inventa davvero niente, nessuno potrà nemmeno davvero ‘copiare’. Così un concetto come il baratto, che fino a una decina di anni fa era guardato di sbieco, oggi entra a pieno titolo nella nostra economia.
Una delle iniziative più attuali, nel senso che sta per cominciare, è la Settimana del Baratto, ovvero la possibilità di soggiornare, dal 18 al 24 novembre, in uno dei B&B aderenti al circuito Bed and Breakfast in cambio di beni o servizi, insomma la vacanza si paga con quello che si sa fare, che si produce, che ci si inventa. Quella di quest’anno è già la quinta edizione e la formula, evidentemente, è piaciuta a molti, tanto che oggi ci sono oltre 800 B&B che offrono la possibilità del baratto tutto l’anno, non solo in novembre.
Appena ho saputo della Settimana del Baratto ho voluto chiedere ai gestori di un B&B in cui ho soggiornato quest’estate per capire cosa ne pensassero loro, quelli che dei soldi di chi va in vacanza devono vivere. Aurora e Matteo (del B&B Millemandorli) mi hanno risposto così: “Grazie per averci fatto conoscere questa iniziativa di cui non eravamo al corrente, forse anche perché non siamo nel portale Bed and Breakfast perché è a pagamento. Nel nostro piccolo anche noi abbiamo iniziato con una forma di baratto: quando stavamo ultimando il B&B abbiamo chiamato da Treviso ex colleghi di Matteo che, in cambio di ospitalità, ci hanno aiutato con lavori di finitura (intonaco fine e pitture varie). Troviamo che sia una splendida iniziativa che può funzionare anche tutto l’anno: le richieste di chi ospita e dei viaggiatori possono essere le più disparate, a noi, per esempio, è subito venuto in mente un baratto con lezioni di inglese o con trattamenti di fisioterapia (con i lavori di campagna gli acciacchi non mancano!). Certo è che questo tipo di rapporti non governati dal denaro devono essere sostenuti dalla fiducia, dall’onestà e dalla professionalità di entrambi”.
Il baratto, quindi, messo in atto anche senza circuiti organizzati, ma spontanemante, con creatività e senza più quell’inutile filo di pudore. Ma il successo o la rinascita di questo sistema di scambio è dato, soprattutto, da un motore potente che una volta non c’era, cioè la rete, il web: se nella rete – si dice – siamo una comunità, è proprio la rete a rendere possibile la più antica forma di scambio commerciale. Anzi, è proprio tra siti, blog e social network che si comincia a sentire parlare di una nuova veste di baratto, il ‘baratto asincrono’, dove lo scambio di beni o servizi non avviene nelle due direzioni nello stesso momento, ma con tempi diversi.
Per chi volesse approfondire consiglio un post che elenca i siti specializzati.