E’ in atto da qualche tempo negli Usa una sordida guerra ideologica, non dichiarata, ma ormai ben visibile, tra la classe ultra-benestante del paese e quella, soprattutto, dei più indigenti. Appare molto singolare e senza giustificazione una guerra che viene condotta dai più ricchi contro i più poveri. Non è però uno studio retorico quello che vuole analizzare lo spostamento della ricchezza tra le fasce della popolazione. Esso evidenzia, a grandi linee, la direzione sociale che il paese percorre, e quindi è in grado di disegnare, in bozza almeno, il futuro sociale ed economico a medio termine del paese stesso.
E’ tipico di questi tempi analizzare, anche in dettaglio, l’andamento dei flussi economici del paese ed i riflessi indotti, in termini soprattutto finanziari, sul suo futuro immediato e di medio periodo. Sfugge però quasi sempre a queste analisi l’impatto di una variabile troppo spesso trascurata: quella della distribuzione della ricchezza all’interno del paese.
L’economista, e il politico soprattutto, attento e responsabile, non si ferma all’analisi del Pil. Se la crescita (quando c’è ovviamente) viene assorbita tutta o quasi da chi è già ricco, il paese nel suo insieme non può che perdere comunque competitività, in un mondo globalizzato, rispetto agli altri paesi dove invece la crescita viene ripartita con maggiore equilibrio o almeno facendo comunque crescere anche le fasce che prima erano in povertà.
Quella del paragrafo precedente è, sostanzialmente, la conclusione dell’analisi macroeconomica a cui conducono le poitiche economiche dell’ultimo ventennio di (più o meno) tutte le maggiori economie del globo. Una analisi sulla quale concordano molti economisti anche molto affermati. Come Paul Krugman p. es. che ha titolato il suo articolo di giovedì scorso sul NYT: “A war on the poor” (una guerra ai poveri), ma appena un mese fa già scriveva in un altro articolo sullo stesso argomento: “Free to be hungry” (liberi di essere affamati) mettendo così in evidenza l’assurdità di operare ferocemente i tagli alle spese proprio in quei comparti di spesa che maggiormente abbisognano di sostegno.
Nel caso specifico Krugman castiga i politici (soprattutto quelli di fede repubblicana) per la loro miopia economica nell’indirizzare i tagli di spesa derivanti dal “Sequester” (l’accordo bipartisan del 2011 sui tagli alla spesa pubblica per ridurre il debito – ndr) anche al rifinanziamento degli S.N.A.P. – Supplemental Nutritional Assistance Program, più conosciuti a livello popolare come “food stamps” (buoni pasto), ovvero a quei buoni per l’acquisto di prodotti alimentari o di prima necessità che lo Stato americano garantisce alla propria popolazione in stato di necessità (calcolata secondo complicate tabelle di graduazione anche famigliare).
La maggiore quota di rifinanziamento di questa legge (circa 80/mld di dollari) avviata nel 2009 come risposta alla crisi, è ricaduta anch’essa sotto la tagliola del “sequester”, quindi a partire da questo mese parecchie famiglie americane, già in stato di indigenza, si troveranno in una situazione di necessità ancora maggiore (inutile precisare quali necessità, dato che si tratta di rinunciare a beni di prima necessità). Ma è una proccupazione che si estende anche ai piccoli commercianti delle stesse aree povere, perché vedranno anche loro ridursi la loro modesta fonte di sussistenza, innescando così un ciclo recessivo di cui assolutamente il paese non ha proprio bisogno in questo momento.
Già, il paese. Ma non è così per il partito repubblicano. Essi sono invece alla disperata ricerca di qualcosa che consenta loro di vincere le prossime elezioni di medio-termine (novembre 2014). E cosa c’è di meglio che un partito democratico di nuovo in recessione dopo 6 anni di amministrazione Obama?
Infatti è da sei anni che fanno di tutto per impedire ai democratici di fare tutto ciò che sarebbe possibile fare per uscire in fretta dalla crisi.
Un calcolo politico insomma. Per niente raro nelle dispute politiche, ma raramente così squilibrato e sfrontato nella mira su quali soggetti colpire per arrivare allo scopo.
Dice Krugman: “E’ impossibile riconoscere nell’attuale partito repubblicano il vero GOP (Grand Old Party) che nel secolo scorso ancora auspicava –per uscire dalla depressione- un pieno ricovero del livello occupazionale”. Oggi lo stesso partito sostiene che “Bisogna essere molto cauti nell’aiutare gli indigenti, perché se si abituano a vivere di sussidi, non troveranno mai l’incentivo necessario a trovarsi un lavoro”. Concetto che, ovviamente, contiene un fondo di verità, ma anche di grettezza e, come abbiamo visto sopra, di falsità perché nasconde una convenienza politica.
Ci sono, è inutile negarlo, i fannulloni e gli sfaccendati che si adattano a fare i miserabili piuttosto che darsi da fare a lavorare, ma dire che tutti quelli senza lavoro sono così è di una gravità estrema. Ed è persino un insulto verso chi è rimasto vittima di un sistema che, per l’avidità di chi ha pensato solo ad arricchire profittando di un sistema finanziario perverso, si trova ora doppiamente penalizzato solo perché stritolato nelle mire politiche di plutocrati senza scrupoli.
Abbiamo visto il governo (prima con Bush, repubblicano e poi con Obama, democratico) spendere centinaia di miliardi di dollari per sostenere le mega-banche, e persino le compagnie petrolifere, che non ne hanno assolutamente bisogno (con la scusa che il piano energetico nazionale è d’importanza strategica). Ma quando si tratta di spendere qualche “spicciolo” per i buoni pasto dei disoccupati o la merendina degli asili nido o la cura di anziani senza l’assicurazione medica, allora arriva il rigore ipocrita dei politici da strapazzo.
Sono 80 miliardi il finanziamento “sequestrato” su questa voce di spesa dalla austerity decisa nel 2011. Niente, al confronto con i trilioni bruciati dalle guerre inutili di Bush e dalle speculazioni finanziarie delle banche. Tuttavia non mancano mai di dare la colpa ai “fannulloni” che pretendono di mangiare gratis a spese dello Stato.
Forse un briciolo residuo di coscienza ha indotto i due partiti a incontrarsi per ridiscutere questi tagli, ma subito riemerge come al solito la convenienza politica. I democratici vorrebbero destinare il rifinanziamento ai più bisognosi, i repubblicani vorrebbero darlo invece integralmennte ai “rurali”, cioè i coltivatori. Tra i quali pochissimi ne hanno veramente bisogno, ma hanno la prerogativa di votare in grande maggioranza proprio ai “conservatori” del partito repubblicano. Così riparte la manfrina politica mentre il popolo soffre.
C’è qualcuno che può onestamente sostenere che questa crisi si è formata per colpa della eccessiva spesa sui “buoni pasto”? Credo proprio di no. Eppure è proprio quello che certi plutocrati vorrebbero far credere.
Chiunque può concludere che non è l’interesse del paese a guidarli, ma è l’interesse del loro partito e, in grande misura, il loro stesso interesse personale (in quanto politici) a condizionare ogni strategia politica ed economica. Sarà la popolazione, come al solito, a farne le spese.
Roberto Marchesi
Politologo, studioso di macroeconomia
Economia & Lobby - 4 Novembre 2013
L’assurda guerra dei plutocrati Usa contro i miserabili
E’ in atto da qualche tempo negli Usa una sordida guerra ideologica, non dichiarata, ma ormai ben visibile, tra la classe ultra-benestante del paese e quella, soprattutto, dei più indigenti. Appare molto singolare e senza giustificazione una guerra che viene condotta dai più ricchi contro i più poveri. Non è però uno studio retorico quello che vuole analizzare lo spostamento della ricchezza tra le fasce della popolazione. Esso evidenzia, a grandi linee, la direzione sociale che il paese percorre, e quindi è in grado di disegnare, in bozza almeno, il futuro sociale ed economico a medio termine del paese stesso.
E’ tipico di questi tempi analizzare, anche in dettaglio, l’andamento dei flussi economici del paese ed i riflessi indotti, in termini soprattutto finanziari, sul suo futuro immediato e di medio periodo. Sfugge però quasi sempre a queste analisi l’impatto di una variabile troppo spesso trascurata: quella della distribuzione della ricchezza all’interno del paese.
L’economista, e il politico soprattutto, attento e responsabile, non si ferma all’analisi del Pil. Se la crescita (quando c’è ovviamente) viene assorbita tutta o quasi da chi è già ricco, il paese nel suo insieme non può che perdere comunque competitività, in un mondo globalizzato, rispetto agli altri paesi dove invece la crescita viene ripartita con maggiore equilibrio o almeno facendo comunque crescere anche le fasce che prima erano in povertà.
Quella del paragrafo precedente è, sostanzialmente, la conclusione dell’analisi macroeconomica a cui conducono le poitiche economiche dell’ultimo ventennio di (più o meno) tutte le maggiori economie del globo. Una analisi sulla quale concordano molti economisti anche molto affermati. Come Paul Krugman p. es. che ha titolato il suo articolo di giovedì scorso sul NYT: “A war on the poor” (una guerra ai poveri), ma appena un mese fa già scriveva in un altro articolo sullo stesso argomento: “Free to be hungry” (liberi di essere affamati) mettendo così in evidenza l’assurdità di operare ferocemente i tagli alle spese proprio in quei comparti di spesa che maggiormente abbisognano di sostegno.
Nel caso specifico Krugman castiga i politici (soprattutto quelli di fede repubblicana) per la loro miopia economica nell’indirizzare i tagli di spesa derivanti dal “Sequester” (l’accordo bipartisan del 2011 sui tagli alla spesa pubblica per ridurre il debito – ndr) anche al rifinanziamento degli S.N.A.P. – Supplemental Nutritional Assistance Program, più conosciuti a livello popolare come “food stamps” (buoni pasto), ovvero a quei buoni per l’acquisto di prodotti alimentari o di prima necessità che lo Stato americano garantisce alla propria popolazione in stato di necessità (calcolata secondo complicate tabelle di graduazione anche famigliare).
La maggiore quota di rifinanziamento di questa legge (circa 80/mld di dollari) avviata nel 2009 come risposta alla crisi, è ricaduta anch’essa sotto la tagliola del “sequester”, quindi a partire da questo mese parecchie famiglie americane, già in stato di indigenza, si troveranno in una situazione di necessità ancora maggiore (inutile precisare quali necessità, dato che si tratta di rinunciare a beni di prima necessità). Ma è una proccupazione che si estende anche ai piccoli commercianti delle stesse aree povere, perché vedranno anche loro ridursi la loro modesta fonte di sussistenza, innescando così un ciclo recessivo di cui assolutamente il paese non ha proprio bisogno in questo momento.
Già, il paese. Ma non è così per il partito repubblicano. Essi sono invece alla disperata ricerca di qualcosa che consenta loro di vincere le prossime elezioni di medio-termine (novembre 2014). E cosa c’è di meglio che un partito democratico di nuovo in recessione dopo 6 anni di amministrazione Obama?
Infatti è da sei anni che fanno di tutto per impedire ai democratici di fare tutto ciò che sarebbe possibile fare per uscire in fretta dalla crisi.
Un calcolo politico insomma. Per niente raro nelle dispute politiche, ma raramente così squilibrato e sfrontato nella mira su quali soggetti colpire per arrivare allo scopo.
Dice Krugman: “E’ impossibile riconoscere nell’attuale partito repubblicano il vero GOP (Grand Old Party) che nel secolo scorso ancora auspicava –per uscire dalla depressione- un pieno ricovero del livello occupazionale”. Oggi lo stesso partito sostiene che “Bisogna essere molto cauti nell’aiutare gli indigenti, perché se si abituano a vivere di sussidi, non troveranno mai l’incentivo necessario a trovarsi un lavoro”. Concetto che, ovviamente, contiene un fondo di verità, ma anche di grettezza e, come abbiamo visto sopra, di falsità perché nasconde una convenienza politica.
Ci sono, è inutile negarlo, i fannulloni e gli sfaccendati che si adattano a fare i miserabili piuttosto che darsi da fare a lavorare, ma dire che tutti quelli senza lavoro sono così è di una gravità estrema. Ed è persino un insulto verso chi è rimasto vittima di un sistema che, per l’avidità di chi ha pensato solo ad arricchire profittando di un sistema finanziario perverso, si trova ora doppiamente penalizzato solo perché stritolato nelle mire politiche di plutocrati senza scrupoli.
Abbiamo visto il governo (prima con Bush, repubblicano e poi con Obama, democratico) spendere centinaia di miliardi di dollari per sostenere le mega-banche, e persino le compagnie petrolifere, che non ne hanno assolutamente bisogno (con la scusa che il piano energetico nazionale è d’importanza strategica). Ma quando si tratta di spendere qualche “spicciolo” per i buoni pasto dei disoccupati o la merendina degli asili nido o la cura di anziani senza l’assicurazione medica, allora arriva il rigore ipocrita dei politici da strapazzo.
Sono 80 miliardi il finanziamento “sequestrato” su questa voce di spesa dalla austerity decisa nel 2011. Niente, al confronto con i trilioni bruciati dalle guerre inutili di Bush e dalle speculazioni finanziarie delle banche. Tuttavia non mancano mai di dare la colpa ai “fannulloni” che pretendono di mangiare gratis a spese dello Stato.
Forse un briciolo residuo di coscienza ha indotto i due partiti a incontrarsi per ridiscutere questi tagli, ma subito riemerge come al solito la convenienza politica. I democratici vorrebbero destinare il rifinanziamento ai più bisognosi, i repubblicani vorrebbero darlo invece integralmennte ai “rurali”, cioè i coltivatori. Tra i quali pochissimi ne hanno veramente bisogno, ma hanno la prerogativa di votare in grande maggioranza proprio ai “conservatori” del partito repubblicano. Così riparte la manfrina politica mentre il popolo soffre.
C’è qualcuno che può onestamente sostenere che questa crisi si è formata per colpa della eccessiva spesa sui “buoni pasto”? Credo proprio di no. Eppure è proprio quello che certi plutocrati vorrebbero far credere.
Chiunque può concludere che non è l’interesse del paese a guidarli, ma è l’interesse del loro partito e, in grande misura, il loro stesso interesse personale (in quanto politici) a condizionare ogni strategia politica ed economica. Sarà la popolazione, come al solito, a farne le spese.
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Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare Lombardia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Milano. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 470 quintali di riso (circa 530.000 piatti) donati quest’anno allo storico partner del progetto Banco Alimentare della Lombardia, primo beneficiario fin dal 2011, con il quale è nata l’iniziativa di economia circolare a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lombardia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 13 anni ha consentito di raggiungere oltre 5 milioni di piatti di riso distribuiti in Lombardia.
Quest’anno il progetto si amplia nuovamente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Milano distribuirà, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade.
La Cucina mobile è attiva a Milano a novembre 2020: ideata durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, oltre che a Milano anche nelle città di Roma, Torino e Bari. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Milano serve oltre 140 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè.
Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.
Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.
Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).
“Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Milano, oltre al Banco Alimentare della Lombardia, partner del progetto fin dalla sua nascita, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Milano siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca
"Desideriamo ringraziare Nespresso per aver rinnovato questa importante collaborazione: la donazione che riceviamo dal progetto "Da Chicco a Chicco" per noi è molto attesa perché il riso è un alimento che fatichiamo a recuperare dalla filiera ed è la più rilevante che riceviamo. Anche quest’anno 470 quintali ca. equivalenti a 530.000 piatti di riso che verranno distribuiti a oltre 210.000 persone e famiglie in difficoltà nella nostra comunità attraverso le 1.100 organizzazioni caritative partner", ha commentato Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Lombardia che ha segnato un +14% con circa 320 tonnellate di caffè e oltre 30 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare Lombardia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Milano. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 470 quintali di riso (circa 530.000 piatti) donati quest’anno allo storico partner del progetto Banco Alimentare della Lombardia, primo beneficiario fin dal 2011, con il quale è nata l’iniziativa di economia circolare a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lombardia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 13 anni ha consentito di raggiungere oltre 5 milioni di piatti di riso distribuiti in Lombardia.
Quest’anno il progetto si amplia nuovamente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Milano distribuirà, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade.
La Cucina mobile è attiva a Milano a novembre 2020: ideata durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, oltre che a Milano anche nelle città di Roma, Torino e Bari. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Milano serve oltre 140 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè.
Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.
Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.
Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).
“Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Milano, oltre al Banco Alimentare della Lombardia, partner del progetto fin dalla sua nascita, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Milano siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca
"Desideriamo ringraziare Nespresso per aver rinnovato questa importante collaborazione: la donazione che riceviamo dal progetto "Da Chicco a Chicco" per noi è molto attesa perché il riso è un alimento che fatichiamo a recuperare dalla filiera ed è la più rilevante che riceviamo. Anche quest’anno 470 quintali ca. equivalenti a 530.000 piatti di riso che verranno distribuiti a oltre 210.000 persone e famiglie in difficoltà nella nostra comunità attraverso le 1.100 organizzazioni caritative partner", ha commentato Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Lombardia che ha segnato un +14% con circa 320 tonnellate di caffè e oltre 30 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - L'odg alla manovra contro l'aumento delle spese militari, presentato da Nicola Fratoianni, è stato votato alla Camera oltre che dai deputati di Avs anche dal gruppo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte in testa. A votare a favore anche 8 deputati Pd: Anthony Barbagallo, Christian Di Sanzo, Federico Gianassi, Silvio Lai, Matteo Mauri, Arturo Scotto, Marco Simiani e Nico Stumpo. Tra i favorevoli anche Maria Elena Boschi e Benedetto Della Vedova ma per un errore al momento del voto.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - “Il Consiglio d’Europa ha l’obiettivo promuovere la democrazia, i diritti umani e la libertà in Europa e non ci trovo nulla di male nel fatto che si appelli ai parlamentari italiani a che rigettino il ddl sicurezza, che altro non è che un provvedimento che limita fortemente i diritti, la libertà e i valori democratici del nostro paese: un ammasso di bestialità giuridiche che andrebbe ritirato prima che lo smontino i tribunali e che produca danni irreparabili ai cittadini e allo stato di diritto nel nostro Paese”. Lo afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare del Lazio e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Roma. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 220 quintali di riso (circa 250.000 piatti) donati quest’anno a Banco Alimentare del Lazio, beneficiario del progetto di economia circolare dal 2020, a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lazio e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 4 anni ha consentito di raggiungere oltre 1 milione di piatti di riso distribuiti in Lazio.
Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Roma distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade. Nato a Milano durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, il servizio di Cucine mobili è attivo a Roma dal 2022 ed entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso anche nelle città di Milano, Torino e Bari.
Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Roma serve 80 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè. Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca.
Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali. Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone.
Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca.
Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr). “Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Roma, oltre al Banco Alimentare del Lazio, partner del progetto da 4 anni, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Roma siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con la Cucina mobile un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca.
“Siamo felici e orgogliosi di essere parte anche quest'anno di un’iniziativa che si allinea perfettamente alla nostra missione di combattere lo spreco alimentare e di supportare chi è in difficoltà, ha dichiarato Marco Picciaia, Presidente del Banco Alimentare del Lazio. Il riso, grazie alla sua versatilità e all’assenza di glutine, risponde alle diverse esigenze alimentari delle persone che aiutiamo ogni giorno, rappresentando un gesto di attenzione e cura che rafforza il nostro impegno verso il prossimo”.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva che si conferma anche in Lazio con 58 tonnellate di caffè e oltre 5 di alluminio rimessi in circolo.
“Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare del Lazio e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Roma. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 220 quintali di riso (circa 250.000 piatti) donati quest’anno a Banco Alimentare del Lazio, beneficiario del progetto di economia circolare dal 2020, a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lazio e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 4 anni ha consentito di raggiungere oltre 1 milione di piatti di riso distribuiti in Lazio.
Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Roma distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade. Nato a Milano durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, il servizio di Cucine mobili è attivo a Roma dal 2022 ed entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso anche nelle città di Milano, Torino e Bari.
Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Roma serve 80 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè. Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca.
Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali. Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone.
Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca.
Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr). “Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Roma, oltre al Banco Alimentare del Lazio, partner del progetto da 4 anni, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Roma siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con la Cucina mobile un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca.
“Siamo felici e orgogliosi di essere parte anche quest'anno di un’iniziativa che si allinea perfettamente alla nostra missione di combattere lo spreco alimentare e di supportare chi è in difficoltà, ha dichiarato Marco Picciaia, Presidente del Banco Alimentare del Lazio. Il riso, grazie alla sua versatilità e all’assenza di glutine, risponde alle diverse esigenze alimentari delle persone che aiutiamo ogni giorno, rappresentando un gesto di attenzione e cura che rafforza il nostro impegno verso il prossimo”.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva che si conferma anche in Lazio con 58 tonnellate di caffè e oltre 5 di alluminio rimessi in circolo.
“Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - L'ex cinema Metropolitan non sarà riconvertito: il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della società Dm Europa Srl, proprietaria del Metropolitan, confermando la decisione della Regione Lazio contro l’approvazione dell’accordo di programma per la completa riconversione funzionale dell’ex cinema a spazio commerciale. Lo storico cinema di Via del Corso non potrà essere trasformato in locale commerciale. La sentenza del Tar si basa sull’articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2020 che limita la riconversione degli edifici destinati a cinema in attività commerciali.
“Il territorio del I Municipio perde residenti, tradizioni e identità anno dopo anno - ha detto la presidente del I Municipio di Roma Lorenza Bonaccorsi - Per questo motivo è un segnale importantissimo quello lanciato oggi dal Tar. La scomparsa di un cinema storico come il Metropolitan sarebbe una sconfitta per tutti”.
“Dobbiamo salvaguardare tutto il patrimonio culturale, di cui certamente fa parte quello cinematografico. Capiamo ovviamente - conclude la presidente Bonaccorsi - l’importanza anche dello sviluppo commerciale ma pensiamo anche che le sale cinematografiche, come tutti i luoghi dove si fa cultura, siano da tutelare e da aiutare sempre”.