“Dedicate cinque minuti della vostra lezione al sottofinanziamento cronico degli atenei”. L’appello è firmato Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna, che lunedì 4 novembre ha inviato una lettera a tutti i docenti dell’Alma Mater, chiedendo loro di riflettere, insieme agli studenti, sui tagli alle università. E in particolare sullo stop dell’emendamento alla manovra, che prevedeva un premio alle strutture meritevoli.
“Alla Camera dei deputati in sede di discussione sulla legge di Stabilità, a causa di obiezioni avanzate dal Ministero dell’Economia e delle finanze è caduto l’emendamento che assegnava la quota premiale alle università meritevoli” si legge nella lettera spedita ai professori di Bologna. “A questo punto il nostro ateneo, dopo aver subito un taglio di 18 milioni di euro (a causa della decurtazione complessiva di 300 milioni del Fondo di finanziamento ordinario), si vede ora deprivato di ulteriori milioni derivanti dall’attesa e meritata quota premiale”. Il riferimento è ai 41 milioni di euro previsti per gli atenei virtuosi, e cancellati dal disegno di legge approvato alla camera il 31 ottobre. Un pacchetto scuola con misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca che ora dovrà essere convertito in via definitiva dal Senato, entro il 12 novembre. E che rischia di lasciare a bocca asciutta gli atenei che in questi anni hanno ottenuto i punteggi più alti. Quello di Bologna compreso.
Dionigi parla di una decisione “inaccettabile e incomprensibile”. Per questo chiama a raccolta i docenti, e chiede loro di usare parte della lezione di martedì 5 ottobre per sensibilizzare sulle ultime manovre di governo in materia di fondi alle università italiane. Con un riferimento specifico al disegno di legge appena passato. “Vi invito domani a dedicare cinque minuti della vostra lezione (eventualmente dando lettura anche di questo messaggio), nei quali condividere con gli studenti e stigmatizzare sia il sottofinanziamento cronico degli atenei, sia in particolare questo ennesimo affossamento del principio del merito”.
Oltre alla mobilitazione dei professori, assicura infine Dionigi, l’ateneo di Bologna “promuoverà in ogni sede utile, anche d’intesa con altre università, una indilazionabile riflessione su finanziamenti, valutazione e merito”. Dal momento che è “ben consapevole che su formazione e ricerca si gioca il futuro del Paese”.