Ci sono fornelli e fornelli. E quelli della cucina di oltre 500 metri quadrati collocata al 55 di rue du Faubourg-Saint-Honoré, nell’ottavo arrondissement di Parigi, sono davvero speciali. A manovrarli per 40 anni è stato il 60enne chef Bernard Vaussion, l’uomo che dal 1974 si è preso cura del palato dei Presidenti della Repubblica Francese e che giovedì 31 ottobre, servendo l’ultimo pasto a Francois Hollande (un raffinato menù che prevedeva granchio con remoulade di sedano, medaglioni di carne con funghi e una millefoglie ai lamponi), ha terminato il suo servizio all’Eliseo lasciando lo scettro del comando in cucina al 35enne Guillaume Gomez.
La fine di una storia politico-culinaria che ha visto Vaussion, originario della Francia centrale e giunto nelle cucine presidenziali durante la leva militare, al servizio di Georges Pompidou, Valery Giscard d’Estaign, Francois Mitterand, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e Francois Hollande: «Mi hanno tutti riconfermato al mio posto – ha spiegato Vaussion – non era scontato perché ogni presidente eletto può cambiare i suoi collaboratori». Una scalata che lo ha portato al ruolo di capo chef (nell’ultimo periodo comandava uno staff di oltre 20 membri) nel palazzo del potere francese dopo aver cominciato a 13 anni come apprendista in una pasticceria ed aver poi proseguito all’Ambasciata dei Paesi Bassi e in quella della Gran Bretagna. Una carriera grazie alla quale è riuscito ad ottenere alcuni dei riconoscimenti più importanti di Francia come le medaglie dell’Ordine Nazionale del Merito e della Legione d’Onore.
Il segreto di tanta longevità ad alto livello? Soprattutto l’attenzione ai particolari: «Dopo un pranzo o una cena verificavo sempre il piatto del presidente quando ritornava in cucina, controllo quello che ha mangiato e quello che ha invece ha lasciato e mi adatto al suo stile». Perché ognuno degli inquilini dell’Eliseo aveva gusti specifici, come ha rivelato lo stesso Vaussion, secondo il quale Mitterand amava in particolare pesce e frutti di mare, tra cui crostacei e ostriche; il successore Chirac adorava tutti i tagli dell’agnello, le lumache e la choucroute alsaziana (piatto a base di maiale e crauti); Sarkozy sacrificava la sua passione per la cioccolata a una dieta da sportivo fatta di carni bianche, pesce alla griglia e verdure al vapore; mentre l’attuale presidente Hollande pare essere davvero una buona forchetta, sempre disposto a sperimentare dal vitello, al manzo, all’anatra fino ai piatti elaborati riccamente conditi con salse e formaggi. Preferenze che Vaussion sapeva assecondare ed esaltare, e che forse in qualche occasione hanno “addolcito” e salvato complicate trattative diplomatiche.