La ministra Cancellieri rivendica il suo senso di umanità per giustificare il suo intervento a favore della Ligresti. Il sistema carcerario italiano è evidentemente disumano ed è stato per questo condannato dalla Corte europea dei diritti umani che ci ha imposto di porre rimedio pena una notevole sanzione pecunaria.
La soluzione è abolire le dissennate leggi che hanno provocato il sovraffollamento carcerario, come la Fini-Giovanardi che punisce la detenzione di droga per uso personale, o la Bossi-Fini, che ha introdotto il reato di clandestinità e che potrebbe essere finalmente abolita grazie a un’importante iniziativa del Movimento Cinque Stelle che è stata inopinatamente criticata da Beppe Grillo. Si devono attuare anche iniziative relativamente all’amnistia e all’indulto, escludendo ovviamente i reati di maggiore allarme sociale, come quelli finanziari, anche per non dare l’ingiusta impressione che si voglia in qualche modo salvare Berlusconi. Occorre però essere consapevoli che quella dell’amnistia e dell’indulto è una soluzione assolutamente provvisoria e temporanea. Quella che va modificata a fondo è la struttura del nostro sistema penale, che porta nelle carceri troppe persone, specie immigrati e poveri, che non lo meritano.
So che la ministra Cancellieri sembrerebbe impegnata su questi temi e ho ascoltato un suo condivisibile intervento in materia nel corso di un recente convegno organizzato alla terza Università di Roma dalle associazioni Antigone e Progetto Diritti. Eppure risultati non se ne vedono. Certo, non si può affermare che la colpa sia tutta della ministra. Si tratta dell’ennesimo fallimento di una classe politica screditata che vorrebbe approfittare dell’occasione per tirare fuori dagli impicci Berlusconi o che si presta, per converso, a solleticare gli istinti forcaioli e giustizialisti dell’elettorato. Di tutto si parla, ancora una volta, tranne che dei problemi concreti e dei diritti effettivi delle persone. Risultato: il blocco totale del sistema, molta inutile sofferenza per i carcerati, discredito e multe salate da pagare sul piano europeo e internazionale.
Un’associazione molto attiva su questi temi, Ristretti orizzonti, ha preso posizione su alcune problematiche sollevate dalla vicenda della telefonata della Cancellieri i questi termini: “Suicidi, trasferimenti, patologie gravissime ritenute compatibili con il carcere, permessi di necessità che arrivano solo quando il familiare è in punto di morte, o già morto, parenti trattati come colpevoli: di temi sui quali sarebbe utile riflettere, sull’onda di questa telefonata del ministro Cancellieri a tutela della detenuta Giulia Ligresti, ce ne sono tanti, e chiamano in causa tutto il sistema della Giustizia.
Seguono concrete proposte: l’istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e delle persone private della libertà personale, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è una macchina gigantesca e poco trasparente, noi sosteniamo che bisogna procedere alla sua umanizzazione, perché non è umano, per esempio, il modo in cui i detenuti vengono trasferiti, non è umana la scarsa attenzione alla loro salute, che c’è in tante carceri, non è umano il modo in cui troppe volte vengono trattati i famigliari, anche mediante un nuovo ruolo del Volontariato, l’affermazione del diritto a fare informazione dal carcere, la promozione di iniziative di sensibilizzazione della società su questi temi, la trasparenza dei dati relativi ai suicidi e alle “morti di carcere”.
Se umanità deve essere, come è giusto che sia, sia insomma umanità per tutti e non solo per amici e parenti. Tanto più se, come nel caso in esame, l’intervento a favore della Ligresti, appartenente a una famiglia centrale nell’attuale blocco dominante italiano, è motivata col fatto che essendo abituata a una vita agiata non sopporterebbe il carcere. Seguendo tale linea si giunge ad affermare che il carcere va bene ma solo per i poveracci, come del resto succede. L’intervento della Cancellieri a favore della Ligresti è inoltre fortemente criticabile per aver riaffermato, con violazione evidente dei doveri di imparzialità che incombono sull’amministrazione pubblica, l’antica e nefasta legge che governa lo Stato italiano, quella dei “santi in cielo”.
Un altro motivo per il quale la Cancellieri dovrebbe dimettersi è per non aver risolto il problema delle carceri, come del resto questo governo non è riuscito, per motivi evidenti, a risolvere nessun problema concreto. Da che mondo è mondo, d’altronde, sull’inefficienza delle istituzioni pubbliche fiorisce il rapporto personale e clientelare, umanitario o meno e prosperano gli interessi privati, anche e soprattutto quelli di chi dovrebbe essere portatore di quelli pubblici. In conclusione c’è abbastanza materia per chiedere le dimissioni immediate della ministra in questione.