Dopo l’ennesima giornata che mette a nudo la spaccatura tra filogovernativi e pasdaran berlusconiani, è lo stesso Silvio Berlusconi a richiamare all’ordine il Pdl: “Nonostante i miei ripetuti appelli, leggo ancora oggi una lunga sequenza di dichiarazioni rilasciate da esponenti del nostro movimento con contenuti privi di interesse per i nostri elettori“, scrive il Cavaliere. Un botta e risposta al quale “vi chiedo di porre fine”, perché “oggi più che mai l’Italia ha bisogno di un forte, unito e compatto movimento dei moderati“.
La dichiarazione arriva a ridosso della riunione dell’ala “filogovernativa” convocata in serata a palazzo Marini da Angelino Alfano. Il vertice, viene spiegato, serve a fare il punto dopo il faccia a faccia avuto ieri sera dal segretario Pdl con Silvio Berlusconi e dopo la decisione assunta oggi in conferenza dei capigruppo al Senato (con il beneplacito del Pd) di calendarizzare il voto in Aula sulla decadenza da senatore del Cavaliere il prossimo 27 novembre. Dalla riunione emerge, a quanto trapela, la ferma intenzione di continuare a sostenere il governo Letta anche se quel giorno il Senato dovesse sancire – come prevedibile – l’allontanamento di Berlusconi. Che resterebbe comunque un riferimento “carismatico”. “Questa sera qui riuniti ci sono deputati e senatori berlusconiani che rivendicano il merito il 2 ottobre di avere orientato il partito verso la scelta giusta”, ha esordito Alfano ricordando la fiducia in accordata in extremis al governo Letta. “Noi siamo amici del presidente Berlusconi e autenticamente vicini a lui”. Ma ci pensano Galan e Santanchè a bollare – via Twitter – Alfano come un “capocorrente”.
Una “corrente” che il Cavaliere vuole fermare a tutti i costi: “Continuare ad alimentare motivi di divisione contrasta con lo spirito stesso di Forza Italia che abbiamo fondato insieme con l’obiettivo di unire tutti i moderati. E troppe conseguenze negative sono state già prodotte in passato dalle divisioni dei rappresentanti del centrodestra”. E’ quindi “controproducente – continua il Cavaliere – polemizzare su situazioni di là da venire e comunque di scarso interesse mentre il Paese soffre a causa dei tanti e drammatici problemi con cui gli italiani devono fare quotidianamente i conti”.
Sul fronte della decadenza, oggi è emersa l’ennesima spaccatura tra i falchi – da Santanchè a Capezzone – e le colombe, Cicchitto in testa. Con i primi che si sono affrettati a rimettere in collegamento un voto favorevole alla decadenza da parte del Pd con la caduta del governo Letta, il secondo è stato pronto a negare ogni “connessione”. Ma secondo le indiscrezioni sull’incontro di ieri con Alfano, Berlusconi – per quanto di pessimo umore – non pare intenzionato ad affondare Letta, e comunque non pare avere i numeri per farlo. La calendarizzazione il 27 novembre alle orecchie del leader Pdl è suonata come una conferma che gli avversari vogliono eliminarlo il prima possibile dalla scena politica. Una rabbia rivolta anche verso l’ala governativa del suo partito.