Secondo la ricerca dell'Università di Trento, ogni giorno sul sito di microblogging vengono pubblicati 2676 annunci. 130mila gli italiani al mese si rivolgono alle 9750 prostitute che si pubblicizzano online. In media consumano 390mila prestazioni sessuali
In Italia, grazie a internet, ogni anno vengono vendute 4 milioni e mezzo di prestazioni sessuali, per un giro d’affari superiore al miliardo di euro. Una cifra che corrisponde circa a un quinto del valore dell’intero mercato della prostituzione. Sulla rete e sui social network ci sono spazi e possibilità infinite per favorire l’incontro tra ogni genere di domanda e offerta. Se ne sono accorti da tempo anche prostitute e clienti che sempre di più utilizzano il web per pubblicizzarsi e incontrarsi. Il gruppo di ricerca sulla criminologia elettronica “eCrime” del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli studi di Trento, ha realizzato recentemente lo studio “Il cinguettio delle lucciole” da cui emerge in tutta la sua dimensione il fenomeno della cyber prostituzione.
I risultati della ricerca, condotta dal criminologo Andrea Di Nicola assieme ai ricercatori Andrea Cauduro e Vincenzo Falletta, hanno evidenziato che tramite Twitter ogni giorno in Italia vengono pubblicati in media 2676 annunci di prostituzione (quasi uno ogni 30 secondi). A farla da padrone sono le città del centro nord: Milano, Roma, Monza, Firenze e Torino. Completano la top ten italiana Frosinone, Bologna, Varese, Padova e Bergamo. Restando nel campo dei cinguettii italiani, un annuncio ogni 76 minuti riguarda prostituzione gay, uno ogni 15 minuti quella trans e uno ogni 16 minuti la prostituzione escort (nel mondo la parola “escort”, nella sola accezione riferibile alla prostituzione, viene twittata una volta ogni 15 secondi).
Le stime minime dicono che sono in tutto 130mila i clienti italiani che si rivolgono alle 9750 prostitute che si pubblicizzano online e consumano in media 390mila prestazioni sessuali al mese. I prezzi non sono proprio economici. La fascia base è quella della mezz’ora d’amore che costa da 100 a 200 euro. Un’ora di sesso costa il doppio e si raggiunge il triplo della cifra per due ore in compagnia di una escort. Una cena con notte annessa vale da 600 a 1800 euro, 24 ore possono costare tra 1200 e 2700 euro, mentre il fine settimana rimane un lusso per pochi con tariffe che vanno da 2200 a 3500 euro. La spesa media mensile dei clienti delle prostitute pubblicizzate online va dai 600 ai 1200 euro, per un giro d’affari stimato (solo per l’Italia) tra 0,93 e 1,87 miliardi annui.
“Per capire perché la prostituzione si sta sviluppando online, è fondamentale partire dall’idea che è un mercato in cui domanda e offerta si incontrano, spesso facilitate da attori che fanno da intermediari – spiega Andrea Di Nicola, professore di criminologia e coordinatore scientifico di eCrime -. Come ogni mercato anche internet risponde a principi di razionalità: riduce i costi di promozione, amplia la platea dei clienti e garantisce meglio l’anonimato”. A completare il quadro ci sono anche altre caratteristiche, come rapidità di accesso e la possibilità di confrontarsi con community di clienti abituali. Entrambi rendono la rete il luogo ideale in cui promuovere la prostituzione.
Lo studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Trento ha preso in considerazione i cinque principali portali di annunci per adulti (bbakeca, ibakeca, xincontriadulti, xbakeka, zbakeca) che impiegano Twitter come strumento accessorio per diffondere i loro servizi. L’analisi dei tweet ha permesso anche di stilare l’elenco delle parole più utilizzate nella formulazione dei messaggi pubblicati dalle prostitute. Oltre ai nomi delle città, le parole chiave più ricorrenti sono quelle che riportano alla prostituzione di matrice asiatica. Aggettivi come “orientale”, “giapponese”, “taiwanese” o “cinese” sono molto frequenti, come anche “massaggio” e “centro”. Dai tweet emerge anche il valore attribuito all’italianità della prostituta, quindi l’aggettivo molto ricorrente “italiana”, che viene utilizzato come tratto distintivo e valorizzante rispetto alla prostituzione straniera. Molte poi le parole che riguardano la descrizione e la promozione del prodotto e del servizio offerto, dalle qualità estetiche (“bellissima”, “bella”, “stupenda”) all’età (“giovane”, “ragazza”), fino ad arrivare ad aggettivi che non lasciano molto spazio all’immaginazione (“sexy”, “calda”, “disponibile” e “porca”). La prostituzione escort, intesa come servizio d’alto bordo, è presente in misura molto ridotta rispetto al totale di messaggi per adulti. Si parla di circa il 3,25% del totale dei tweet di prostituzione. Tra le città più citate ancora Milano, Roma, Monza, Torino e Frosinone, ma rispetto alla classifica relativa alla prostituzione tout court compaiono nuove città come Verona, Rimini, Brescia, Pesaro e Urbino.