Armando Cusani impedisce al giornalista di 'Latina Oggi' di entrare nella sede dell'ente. La colpa? Lavorare per il giornale che ha pubblicato il provvedimento del prefetto che, secondo la legge Severino, lo ha sospeso dalla carica per la condanna per abuso d'ufficio
Il giornale ha pubblicato il provvedimento con il quale è stato sospeso dall’incarico, come in passato aveva scritto delle indagini che hanno scandagliato la gestione della Provincia di Latina, e il presidente se l’è legata al dito. “Lei è di Latina Oggi: non può entrare”, si è sentito rispondere ieri il cronista del quotidiano pontino che avrebbe dovuto seguire la conferenza stampa di Armando Cusani, numero uno dell’ente provinciale, condannato per abuso d’ufficio e concorso in abuso d’ufficio e sospeso dalla carica dal prefetto di Latina per effetto della legge Severino. La testata è sgradita, il cronista non può mettere piede in un palazzo delle istituzioni perché il presidente non vuole.
La conferenza stampa è di quelle importanti, a Latina e non solo. Il 31 ottobre Cusani, esponente di spicco del Pdl pontino, è stato condannato per la seconda volta in pochi mesi: un anno e 2 mesi in primo grado per aver abusato del proprio ufficio nella rimozione della ex comandante dei vigili urbani di Sperlonga quando era sindaco del paese. Lo stesso giorno il prefetto del capoluogo, Antonio D’Acunto, ha applicato la legge Severino e firmava per il presidente un provvedimento di sospensione dall’incarico. Ai giornalisti Cusani avrebbe dovuto comunicare le sue decisioni in merito. Poco prima dell’una, ora dell’incontro, Valerio Sordilli di Latina Oggi si presenta al portone di via Costa, insieme ad altri colleghi. La prassi è la solita: si esibisce il documento al gabbiotto e si dichiara la testata di appartenenza. Per Sordilli, però, ci sono problemi. “La guardia mi dice: ‘Tra le testate accreditate non c’è Latina Oggi, lei non può entrare’. ‘Non servono accrediti – gli rispondo – è una conferenza stampa in un luogo delle istituzioni: io sono un giornalista, devo lavorare e ho il diritto di entrare'”. Non serve a nulla: “A quel punto mi passano al telefono il segretario generale, Matrona Stellato: ‘Non posso negarle di entrare come cittadino – mi dice – ma non posso farla entrare alla conferenza. So che non è una procedura normale, ma io mi attengo alle regole’. ‘Quali regole?’, domando io. ‘Mi dispiace – la risposta – ma il presidente mi ha detto che lei non può salire'”.
Qualche altro giornalista entra e tenta di parlare con Cusani per mediare, ma niente: Latina Oggi resta fuori. Per solidarietà i colleghi abbandonano la conferenza, a sentire cosa ha da dire il presidente, che ha attaccato il prefetto, restano solo gli operatori tv. “Latina Oggi è stato l’unico giornale a pubblicare il provvedimento del prefetto – continua Sordilli – è per questo che a via Costa ce l’hanno con noi. Anzi, sarebbe giusto che Cusani presentasse le dimissioni, c’è una legge dello Stato e va rispettata”. In base agli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235/2012, un presidente di Provincia condannato anche in via non definitiva per aver violato l’articolo 323 del codice penale è “sospeso di diritto dalla carica”. E quella arrivata pochi giorni fa non è la prima volta per Cusani: nel luglio 2012 fu condannato in primo grado a 2 anni per concorso in abuso d’ufficio e abuso edilizio per i lavori eseguiti all’Hotel Grotta di Tiberio, di cui è comproprietario a Sperlonga.
Mentre decine di politici in casi simili sono decaduti negli ultimi mesi, Cusani per ora resiste: pensa al ricorso al Tar e valuta le prossime mosse con la sua maggioranza. Tutte le opzioni rimangono aperte, ma varie testate locali hanno riportato una telefonata di Silvio Berlusconi, che avrebbe esortato il politico a tenere duro. Lui, intanto, se la prende con la stampa. I servizi dei quotidiani locali sulle indagini che negli ultimi anni hanno riguardato il suo ente danno fastidio. Ultima in ordine di tempo l’inchiesta “Un posto al sole” della Guardia di Finanza, che a giugno iscriveva sul registro degli indagati 40 dipendenti e 5 funzionari a causa dell’assunzione di decine di persone “legate da rapporti di parentela con pubblici amministratori o dirigenti dello stesso ente”. Che in genere risponde a suon di carte bollate: 21 le querele per diffamazione partite negli ultimi anni da via Costa soltanto all’indirizzo di Latina Oggi, 11 delle quali archiviate, chiuse con una sentenza di non luogo a procedere o assoluzione, 10 ancora pendenti.
“Questo è il clima nel quale si fa giornalismo nel nostro territorio – si legge in una nota di Giovanni Del Giaccio e Antonio Bertizzolo, fiduciari dell’Associazione stampa romana e dell’Unione cronisti -. Riferendosi ai servizi giornalistici sul caso Fondi, Comune che andava sciolto per mafia come richiesto dall’ex prefetto Bruno Frattasi e dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, Cusani parlò di ‘associazione a delinquere finalizzata a mezzo stampa’”. E arrivò addirittura a bollare la richiesta del prefetto e della Commissione d’accesso agli atti come opera di “pezzi deviati dello Stato”.