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Berlusconi, paragoni preoccupanti

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“I miei figli come gli ebrei perseguitati da Hitler”. Silvio Berlusconi, in vista della sua decadenza da senatore, deve proprio aver perso la testa per pronunciare una frase simile. Una gigantesca scemata, offensiva per gli ebrei, offensiva per il buon senso e fuori luogo. Non c’è giustificazione per un paragone così assurdo. E’ vero che per fare propaganda e demagogia il Cavaliere è disposto a tutto ma questa volta ha superato il limite. Questa triste battuta è simile a quella che pronunciò al Parlamento Europeo quando propose per Schultz il ruolo di capò e come allora farà il giro del mondo facendoci fare all’estero una pessima figura. E’ probabile che Silvio Berlusconi, come al solito, dica che è stato frainteso. Perché se così non fosse significherebbe che il Cavaliere non è tanto apposto con la testa.

D’altronde agli scherani del Pdl, primo fra tutti Renato Brunetta, i paragoni piacciono un sacco. Ora quel simpaticone di Brunetta si è inventato un paragone tra il caso Cancellieri e il caso Ruby, tra la telefonata per la signora Ligresti e la telefonata alla questura di Milano per evitare che scoppiasse lo scandalo Ruby. E’ evidente che il signor Brunetta pensa che gli italiani siano tutti scemi: come si fa, se non in malafede, a paragonare i due casi. Si può prendere le distanze dal caso Cancellieri, come è stato fatto da più parti. Si può criticare, come va fatto, il metodo utilizzato per favorire un detenuto “speciale”: per il solo fatto di aver avuto il figlio dipendente del gruppo Ligresti il ministro Cancellieri non avrebbe neppure dovuto parlare al telefono con i Ligresti.

Un pessimo comportamento dunque, ma nulla al confronto con l’intervento di Silvio Berlusconi alla Questura di Milano. I fatti processuali hanno dimostrato che in quel caso il premier è intervenuto non per ragioni umanitarie, come voleva farci credere, e neppure perché Ruby era la nipote di Mubarak ma per ragioni ben più losche: il nostro amato ex premier è intervenuto perché temeva che venisse a galla un clamoroso caso di prostituzione minorile coltivato per anni nelle ville di Arcore. Come si fa a sostenere, allora, che i due casi sono paragonabili? Si può, basta avere la testa di Brunetta.

 

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