Il vicepresidente dell’Assemblea Legislativa Sandro Mandini ha assunto l’ex addetto stampa dell’ex deputata Silvana Mura per tre mesi, pagandolo 17.400 euro. Il collega, Enrico Aimi, invece, tra i suoi collaboratori ha avuto Giovanni Gidari, consigliere comunale del Pdl a Castelfranco Emilia, Bruno Rinaldi e Mauro Sighinolfi, consiglieri provinciale del Pdl di Modena e Candido Burzacchini, ex di Alleanza Nazionale a Carpi. Non sono al vaglio degli inquirenti le spese dell’ufficio di presidenza dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, impegnati invece nell’analisi dei rendiconti dei gruppi consiliari nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Bologna, anche perché sono pubblicati online. Tuttavia, la cifra spesa in tre anni dalla presidente Palma Costi (e prima di lei dall’oggi deputato democratico Matteo Richetti), e dai due vicepresidenti, Aimi e Mandini, per gli incarichi di collaborazione professionale a supporto della struttura, sfiora il milione di euro.
Perché sono circa 750.000 euro in tutto i soldi che l’ufficio ha speso per mantenere un piccolo esercito di collaboratori, a tempo determinato o assunti di ruolo, dal 2010 in avanti. Una cifra approssimativa, perché nonostante il “progetto trasparenza” non tutti gli emolumenti sono stati resi pubblici sul sito della Regione Emilia Romagna. I nomi negli anni sono cambiati, qualcuno è rimasto, qualcuno è andato via, ma tra di loro ci sono anche consiglieri provinciali, comunali, colleghi di partito e persino collaboratori di ex deputati che oggi hanno abbandonato la Camera, ma non i propri dipendenti.
Sandro Mandini, che nel triennio ha speso più di 290.000 euro in incarichi, per esempio, ha assunto per tre mesi, dal 15 marzo al 31 agosto 2013, Gianluca De Filio, portavoce di Silvana Mura quand’era parlamentare. Un contratto pagato in tutto 17.400 euro, soldi pubblici, e iniziato subito dopo le elezioni, appena pochi giorni dopo il collasso dell’Italia dei Valori, rimasta senza poltrone lo scorso febbraio nonostante l’alleanza con Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Lo stesso De Filio che è già noto alla cronaca per essere stato oggetto di una missiva inviata dall’ex deputata Mura al presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. Nel 2009, infatti, il braccio destro di Antonio Di Pietro scrisse al governatore una lettera che iniziava con “caro Vasco”, e aveva come oggetto “curricula per il cda di Caab e Ervet”. De Filio a Ervet ci andò davvero, e qualche mese fa, stando ai dati pubblicati sul portale della Regione, è arrivato anche in viale Aldo Moro. Anche se secondo qualcuno, in realtà nel parlamentino regionale non si sarebbe mai visto, “non di persona”.
Tra i collaboratori di Enrico Aimi, che in tre anni ha speso circa 250.000 euro in incarichi, invece, compaiono nomi e volti dell’amministrazione locale: consiglieri provinciali, consiglieri comunali, colleghi di partito, insomma. Come Gidari, Rinaldi, Sighinolfi. “Ma – assicura Aimi al fattoquotidiano.it – il lavoro l’hanno svolto”. “Lavoravo quasi sempre da casa, con il mio pc, e svolgevo attività di supporto all’ufficio di presidenza – racconta Rinaldi, consigliere della Provincia di Modena in quota Pdl e collaboratore di Aimi fino al 30 giugno scorso – mi occupavo delle proposte di delibera, cioè controllavo che i testi inviati alle commissioni non contenessero conflitti normativi, o se era possibile apportavo delle migliorie, per poi consegnarli al vicepresidente. Orario d’ufficio, molto flessibile”. “Siamo in Italia ed è possibile che in alcuni casi ci siano state forzature – spiega ancora Aimi – ma le collaborazioni che mi riguardano sono tutte effettive. La scelta è ricaduta su persone di mia conoscenza perché i contratti sono intuitu persona, cioè basati sulla fiducia. E come esponente del Pdl è difficile che vada a cercare collaboratori di altri partiti. Non c’è nulla di illecito”.
Spetterà invece alla procura di Bologna stabilire se erano lecite o meno le spese sostenute dai partiti di viale Aldo Moro per le consulenze. Secondo quanto emerso dai controlli effettuati sui rendiconti, per consulenze, collaboratori e dipendenti, tra giugno 2010 e dicembre 2011, il Pd ha speso 680.000 euro, seguito dalla Lega Nord, 215.000 euro, da Sel – Verdi e Movimento 5 Stelle, 195.000 euro e dal Pdl, 130.000 euro. 74.000 euro è invece quanto ha speso l’Udc, esclusivamente per la retribuzione dei propri collaboratori. “Al di là delle cifre che circolano, e che comunque la Procura non conferma – ha detto alla stampa il procuratore aggiunto Giovannini – riteniamo invece doveroso precisare che sotto la voce consulenze rientrano tutti i costi sostenuti per pagare i collaboratori, sia a contratto che occasionali, compresi i relativi oneri fiscali e contributivi”.