Il procuratore capo di Torino tra i fondatori della corrente dell'Associazione Nazionale Magistrati non commenta. Lo scrittore è da tempo protagonista di dichiarazioni di solidarietà nei confronti del movimento No tav della Valle di Susa. I magistrati: "La scelta di Giancarlo ci addolora, ma non è giustificata"
Un testo, “Notizie di Euridice”, di uno scrittore impegnato e appassionato così tanto da mettere nero su bianco quasi una confessione: “Ho conosciuto e fatto parte di una generazione politica appassionata di giustizia, perciò innamorata di lei al punto di imbracciare le armi per ottenerla”. Dall’altra parte un magistrato che è stato giudice istruttore dell’inchiesta sulle Brigate Rosse. Nel mezzo Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell’Anm, che decide che quello scritto, in cui si parla “agguati e clandestinità”, “azioni micidiali e clamorose ma senza futuro”, si può pubblicare. E lo fa nonostante lo scrittore sia da tempo protagonista di dichiarazioni di solidarietà nei confronti del movimento No tav in Val di Susa e soprattutto dei protagonisti della contestazione della linea Torino-Lione inquisiti e arrestati dalla procura guidata da Caselli. “Chi parla di terrorismo – aveva dichiarato De Luca- dice buffonate”.
E per quella pubblicazione e non contro lo scrittore che Gian Carlo Caselli, procuratore capo di Torino, ha deciso di lasciare la corrente dell’Associazione nazionale magistrati – Magistratura democratica – che aveva contribuito a fondare lui stesso. Un clamoroso gesto, anticipato da Repubblica, che il magistrato preferisce non commentare. Ma su cui Erri De Luca dice la sua: “Se si dimette da Magistratura democratica vuol dire che non è più un magistrato democratico“. Lo scrittore, sentito dell’Ansa spiega: “Al di là di un’avversione personale nei miei confronti, mi pare un gesto incomprensibile. Se si tratta di applicare a Md una censura sulla scrittura siamo fuori dalla grazia democratica e civile”. E alla domanda se dunque ritenga che Caselli non sia democratico, risponde: “Caselli non si è dimesso dalla magistratura, ma da Magistratura democratica. Cioè si è dimesso non dal sostantivo ma dall’aggettivo”.
“La scelta di Giancarlo Caselli di lasciare Magistratura democratica ci addolora profondamente – ha fatto sapere l’esecutivo nazionale di Md sul proprio sito – Giancarlo è una parte importante della storia del nostro gruppo e un uomo cui il Paese intero deve gratitudine per il coraggio, la rettitudine, il rigore e le straordinarie capacità che ha dimostrato in tutta la sua carriera”. Ma al tempo stesso, l’associazione non rinnega la decisione di pubblicare un passaggio di Erri De Luca. “Siamo altrettanto profondamente convinti, però, che la sua scelta, motivata dalla pubblicazione sull’Agenda 2014 di un brano dello scrittore Erri De Luca, non sia giustificata“.
I colleghi di Caselli spiegano l’infondatezza del suo risentimento: “L’agenda è andata in stampa il 15 luglio 2013, in un momento in cui De Luca non aveva ancora rilasciato le interviste a proposito dell’Alta velocità Torino-Lione su ‘Notav.info’ il primo e l’8 settembre, delle quali dunque nulla potevamo sapere. E in merito alle quali Md non può che rifiutare qualsiasi aggressione a chi opera negli uffici giudiziari e ribadire vicinanza e solidarietà a coloro che sono impegnati nell’esercizio della giurisdizione”. Dopo aver ricevuto e letto il contributo dello scrittore “è stata forte la tentazione di non pubblicarlo – spiegano i magistrati – perché alcuni passaggi si prestano a interpretazioni ambigue che non vogliamo in alcun modo avvallare. Ma, per imitarne la conclusione, povero è il gruppo che censura uno scritto così bello, anche se altrettanto controverso. E così, eccolo qua…”.
Ma il giudice istruttore dell’inchiesta al gruppo storico sulle Brigate Rosse, il giudice che chiese l’incriminazione del presidente del Consiglio Francesco Cossiga, il procuratore di Palermo del ‘dopo Falcone e Borsellino’ che portò sul banco degli imputati Giulio Andreotti per concorso esterno nell’associazione mafiosa Cosa Nostra) invece ha detto addio.