“Abbiamo avuto notizie di interferenze mafiose nel sistema di appalti Rai“. Dopo aver denunciato la richiesta di denaro da parte di alcuni dirigenti Rai, il produttore televisivo Pietro Di Lorenzo, fondatore della Ldm Comunicazione apre un nuovo capitolo. “Sono stato contattato da due imprenditori – spiega in una conferenza stampa a Roma – che sostengono la presenza di aziende legate al mondo della criminalità organizzata negli appalti della tv di Stato”. Il produttore era accompagnato dai suoi legali, Alessandro Diddi e Antonio Ingroia, l’ex Pm e leader di Azione civile. “Informazioni più precise non possono essere rivelate – dichiarano -, essendo la vicenda coperta da segreto istruttorio”. “Con il loro consenso – continua Di Lorenzo – ho segnalato la cosa alla magistratura”. A detta di Di Lorenzo i due imprenditori non avrebbero denunciato in prima persona per paura. Lo stesso fondatore della Ldm dopo la denuncia ha perso ogni tipo di contatto lavorativo con la Rai: “Sono passato da un fatturato di 15 milioni di euro l’anno a zero”. Dopo il silenzio del direttore generale Gubitosi, “è troppo arrogante per dare risposte”, Di Lorenzo confida nel presidente di commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico: “Mi auguro che non si comporti da doroteo e che mi inviti a parlare in commissione”  di Annalisa Ausilio

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