Il ministro della Salute risponde all'oncologo che ieri ha criticato la tassazione delle e-cig, dispositivo che, secondo l’oncologo, potrebbe invece aiutare a salvare molte vite: "Almeno 30 mila vite in Italia e 500 milioni nel mondo"
“Nessuna demonizzazione né criminalizzazione da parte del ministero della Salute della sigaretta elettronica. E sulle tasse decide il mistero dell’Economia”. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo a distanza a Umberto Veronesi, che ieri ha criticato la tassazione delle e-cig, dispositivo che, secondo l’oncologo, potrebbe invece aiutare a salvare molte vite. “Noi- ha precisato – ci siamo occupati della sigaretta elettronica dal punto di vista sanitario, il Consiglio superiore di Sanità ha dato una linea che noi abbiamo fatto rispettare e quindi non è né demonizzata né criminalizzata da parte del ministero della Salute, soprattutto quando non si usa nicotina. Per quanto riguarda le accise e i monopoli, rimandiamo il dibattito a Saccomanni”.
“Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (le sigarette elettroniche) salveremmo almeno 30 mila vite all’anno in Italia e 500 milioni nel mondo” aveva detto ieri Veronesi, in occasione della presentazione di uno studio pilota sull’e-cig condotto dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo) e delle nuove ricerche in programma sulla sigaretta senza tabacco: “Perdiamo 30 mila persone l’anno per cancro polmonare, in larga parte dovuto al fumo di sigaretta. E’ come se ogni giorno si schiantasse un aereo con 100 persone a bordo. Ma di questi morti non si parla, vengono ignorati perché la vita deve continuare senza preoccupazioni. Stiamo dibattendo del più grave problema sanitario del nostro secolo: lo stop al fumo. Per questo – diceva l’ex ministro della Sanità – abbiamo il dovere morale di studiare scientificamente la sigaretta ‘smoke free’ e all’Istituto europeo di oncologia abbiamo deciso di farlo. Il fumo continua a essere una catastrofe mondiale e non possiamo far finta di niente, perché lo Stato ci guadagna con le sigarette. Le campagne per sensibilizzare la popolazione sono sostenute solo da associazioni di volontariato e i fumatori in Italia sono diminuiti negli anni ma non abbastanza. E’ una sconfitta sul fronte della comunicazione. Intanto c’è stato qualcuno che ha inventato le ‘tobacco free cigarettes’. A noi oncologi sono apparse come un miraggio”.
Il direttore scientifico dell’Ieo ha raccontato anche un aneddoto per spiegare il rapporto che esiste fra un tabagista e le ‘bionde’: “Ero a cena con un grande fumatore e gli ho consigliato di smettere. Lui mi ha risposto che dalla scienza si aspettava di più. Voleva una sigaretta che si potesse fumare e che non facesse male. Questo perché la questione fumo è complessa: si fuma per piacere, per il gesto, perché la sigaretta aiuta a vincere l’imbarazzo, perché dà un certo atteggiamento, perché diventa un’amica e non ti senti più solo con una sigaretta in mano. Bisogna studiare l’e-cig e capire se resiste nei fumatori che abbandonano la sigaretta tradizionale questa capacità di restare senza tabacco, occorre senz’altro valutare l’influenza sulla psicologia e vedere se a lungo termine non si registrino recidive. Noi all’Istituto europeo di oncologia siamo pronti a partire. Ma siamo preoccupati perché sull’e-cig il Governo rema contro, ha fatto di tutto con una tassazione al 58,5% per impedire la produzione di sigarette ‘tobacco free'”.
L’oncologo ha anche rivelato aver incontrato nei giorni scorsi il ministroLorenzin, e di aver parlato con lei della questione e-cig, lanciando un appello per il taglio della tassazione: “Le ho chiesto di impegnarsi per diffondere la sigaretta senza tabacco e per ridurre la tassazione. Lunedì prossimo la vedrò e gliene riparlerò”. In futuro, rifletteva il direttore scientifico dell’Ieo, “si potrebbe anche pensare di mettere distributori di ‘tobacco free cigarette”. Il dibattito “finora si è concentrato soprattutto sul mercato: chi le deve vendere, quali interessi nascondono e se lo Stato ci deve, o può guadagnare. Pochi si sono soffermati sul cuore della questione: la salute dei cittadini. Le centinaia di morti quotidiane dovute al tabacco vengono ignorate. Il nostro Stato, attraverso il monopolio sui pacchetti di sigarette, lucra su questa tragedia invece di combatterla con ogni mezzo che la ricerca scientifica mette a disposizione”. Lo Stato “ci guadagnerà di più con le sigarette tradizionali, ma poi deve spendere 3 miliardi l’anno per curare 50 mila pazienti con cancro al polmone. E se è vero che oggi la moda dell’e-cig si è sgonfiata, direi che è più per la supertassa che ha fatto sparire la maggior parte dei produttori”.