C’è una curiosa anomalia, nei risultati delle elezioni per il nuovo segretario del Pd milanese: a Buccinasco, paese di ’ndrangheta alle porte di Milano, il candidato David Gentili, presidente della commissione antimafia, ha preso 0 (zero) voti. Non pochi, o pochissimi: proprio 0 (zero). Nessun iscritto del Pd di Buccinasco ha ritenuto di dare il suo voto al candidato antimafia. Al primo turno, David Gentili aveva raccolto un buon numero di voti in città e qualcosa di meno in provincia. Così è arrivato terzo, alle spalle di Pietro Bussolati e di Arianna Cavicchioli. Al ballottaggio, il renziano Bussolati ha vinto con il 59 per cento dei voti, contro il 41 per cento della bersaniana Cavicchioli.
Tutti i candidati, naturalmente, hanno incassato voti a pelle di leopardo, in tutto il territorio del milanese. Tutti, tranne Gentili. Dappertutto, tranne a Buccinasco. Curioso, no? Perché il candidato antimafia non raccatta neanche uno straccio di voto nel paese dove il Pd ha vinto le elezioni e ha costituito una giunta che si proclama antimafia? Buccinasco è il paese dei Barbaro-Papalia, chiamato Platì 2 perché ha più abitanti di Platì che la Platì di Calabria. È toccata da indagini come “Cerberus” e “Parco Sud”, che hanno portato ad arresti, processi, condanne. Dopo gli anni del centrodestra, con un sindaco che girava in Ferrari e negava la presenza della ’ndrangheta (e poi è stato arrestato per corruzione), ha trionfato il centrosinistra, con Pd e liste civiche che hanno inaugurato un’amministrazione pulita che ci tiene a dimostrare di aver chiuso i conti con il passato. La nuova giunta pretende di essere ontologicamente pulita. E non sopporta lezioni (di antimafia) da nessuno. Peccato che, quaggiù al Nord, le cose siano più complicate di quel che sembrano. Legami, errori, sottovalutazioni, personaggi del passato possono sempre riaprire partite che sembravano chiuse per sempre. David Gentili, consigliere comunale a Milano diventato ottimo presidente della commissione antimafia, ha sempre invitato a tenere alta la guardia, a fare i conti con il passato, a mettere continuamente in discussione scelte e rapporti, perché la politica e l’amministrazione, che devono per forza incrociarsi con gli appalti e con gli affari, sono sempre a rischio, in territori ad alta pervasività mafiosa. Il Pd di Buccinasco è pieno di gente perbene, ma evidentemente non vuole prediche. Si ritiene indenne da rischi. Giudica un’offesa l’attenzione che la commissione antimafia continua a dedicare a Buccinasco.
Eppure un paio di personaggi di peso sono stati recentemente scarcerati e sono tornati in paese. Eppure la Guardia di finanza è appena andata a bussare alle porte del municipio, per portar via computer e documenti del geometra Giovanni Piazzolla, funzionario del Comune responsabile degli uffici dell’urbanistica e dell’edilizia e figlio di un costruttore locale. Eppure la commissione parlamentare d’inchiesta sui Rifiuti nella sua relazione documenta una “trattativa” tra l’amministrazione comunale di Buccinasco e i Barbaro, in anni in cui l’amministrazione era di centrosinistra. E il vicesindaco della giunta antimafia di Buccinasco esulta perché la Cassazione ha cancellato le condanne per “Cerberus” e “Parco Sud” (come a dire: vedete che a Buccinasco la mafia non c’è?) e ha disposto due nuovi processi d’appello che dovranno meglio motivare la natura mafiosa dell’associazione processata. Risultato: zero voti al candidato antimafia.
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Da Il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2013