Oscar Lancini, famoso per aver tappezzato la scuola del paese con il sole delle Alpi, è stato arrestato dai carabinieri ed è ai domiciliari. E' stato un pioniere della linea dura contro i genitori dei bambini che non pagavano la mensa negando agli alunni il pranzo. Il primo cittadino condannato dalla Corte dei Conti. Il gip: "Delibere fabbricate del cantiere"
Fu tra i primi sindaci sceriffi a negare il pranzo ai piccoli stranieri i cui genitori non potevano pagare la mensa e finì nella bufera per aver tappezzato la scuola di simboli leghisti. Oscar Lancini, sindaco di Adro (Brescia), è stato arrestato dai carabinieri ed è ai domiciliari. Il leghista è accusato di “turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” e “falso in atto pubblico”. Avrebbe favorito alcune aziende nella gara d’appalto per la realizzazione di alcune opere in paese; in particolare la turbativa d’asta riguarderebbe la realizzazione dell’area feste della cittadina.
In totale sono 23 gli indagati. L’indagine è nata grazie alla segnalazione dei consiglieri di minoranza dell’agosto scorso. I preliminari accertamenti avevano subito messo in luce che gli indagati avevano individuato come esecutore dei lavori, a titolo gratuito, la onlus Smeraldo, ma la maggior parte dei lavori stessi erano stati eseguiti da un gruppo di imprese “a scomputo” degli oneri di urbanizzazione dalle stesse dovuti.
Ai domiciliari anche Carmelo Bagalà, segretario comunale, l’assessore ai Lavori pubblici Giovanna Frusca, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune Leonardo Rossi e due imprenditori edili, Alessandro Cadei e Emanuele Casali. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero utilizzato crediti che il Comune di Adro vantava nei confronti di imprenditori locali per finanziare l’area feste di via Indipendenza. L’esecuzione dell’opera, oltre un milione di euro il valore, sarebbe stata affidata, evitando i bandi di gara, direttamente a imprese vicine al primo cittadino. Tra questi anche la ditta costituitasi proprio per per la costruzione del polo scolastico “G. Miglio”, poi finito nell’occhio del ciclone per i simboli leghisti.
Per fare questo a verbale gli indagati aveva dichiarato falsamente la gratuità ed urgenza della realizzazione dell’opera che è costata oltre un milione di euro. Tra le contestazioni anche l’aggiudicazione di un’area comunale, nel frattempo inserita nel patrimonio alienabile dell’Amministrazione, in favore di un imprenditore locale. Il sindaco è stato sospeso dal prefetto di Brescia e le deleghe sono passate al vice sindaco, anche lui indagato.
Il gip di Brescia: “Fabbricate le delibere del cantiere”. Il sindaco avrebbe ‘fabbricato’ in fretta e furia le delibere riguardanti il cantiere dell’area feste comunale dopo una prima richiesta di esibizione dei carabinieri, ma le delibere non erano state ancora fatte. Il giorno stesso il gip Cesare Bonamartini, che ha emesso l’ordine di custodia cautelare su richiesta del pm Silvia Bonardi, spiega che “gli atti venivano redatti nel pomeriggio di quello stesso giorno e, l’indomani mattina, sottoposti alla firma del Bagalà (segretario comunale)”. “Nella mattina dell’11 aprile 2013 – annota il gip – all’arrivo della polizia giudiziaria operante presso gli uffici comunali, Bagalà Carmelo presentava le delibere mancanti, sostenendo di averle dimenticate, ormai da giorni, nel portabagagli della sua autovettura”.
La scuola tappezzata con il “Sole della Alpi”. Nel 2010 il caso Adro scosse l’Italia perché il simbolo della Lega era stato piazzato ovunque in un polo scolastico: dal cestino della raccolta differenziata allo zerbino d’ingresso, dai cartelli messi nel giardino al tetto e impresso anche sui banchi della scuola materna. L’inaugurazione della prima scuola padana aveva fatto notizia e destato sdegno. Soldi pubblici sprecati per cui poi la giustizia amministrativa gli ha chiesto conto.
Negò mensa ai bimbi stranieri con genitori che non pagavano la retta. Lancini, candidato non eletto alle ultime elezioni al Senato, è stato un pioniere della linea dura, come hanno fatto poi in seguito anche altri primi cittadini per lo più del Carroccio, contro i genitori morosi che non pagano la retta scolastica. Ancora pochi mesi fa ad alcuni ragazzini stranieri erano stati negati i pasti ed era stata la Croce Rossa di Adro ad adottarli. Dieci insegnanti, tra cui il dirigente scolastico, si erano autotassati per pagare mensa e scuolabus, servizi che il sindaco aveva deciso di non erogare ai bambini le cui famiglie appunto erano rimaste indietro con i pagamenti.
Gli insulti (archiviati) contro il presidente della Repubblica. La prima volta la questione del pranzo negato ai bambini trovò una soluzione grazie alla generosità di un imprenditore, pochi mesi fa sono intervenuti i docenti. L’imprenditore, poi nominato Cavaliere, venne premiato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E così anche il capo dello Stato finì nel mirino del primo cittadino che inviò al Quirinale una lettera velenosa che fece aprire (e poi chiudere con una archiviazione) una indagine per vilipendio al capo dello Stato.
Condannato dalla Corte dei conti e indagato per peculato. Lo scorso 24 ottobre la Corte dei conti aveva condannato lui e i sei componenti della sua giunta al pagamento al Comune bresciano di circa 10.600 euro in tutto per il ”danno indiretto” legato alla vicenda delle centinaia di ‘soli delle Alpi‘. I giudici amministrativi lo hanno a pagare 7 mila e 398 euro, mentre i sei assessori dovranno versare 528 euro a testa per il ”danno patrimoniale, economicamente valutabile, arrecato alla pubblica amministrazione, in una condotta connotata da colpa grave o dolo”. Lo scorso giugno i carabinieri di Brescia gli avevano notificato anche un avviso di garanzia per peculato. Nell’aprile 2011 la Cgil di Brescia lo aveva denunciato perché nel marzo di due anni fa Lancini aveva inviato alle famiglie del piccolo paese delle lettere su carta intestata del Comune per replicare ad alcune prese di posizione della stessa Camera del Lavoro di Brescia.
Maroni: “E’ onesto dimostrerà la sua estraneità”. ”Sono veramente sorpreso – dice il leader della Lega, Roberto Maroni – Conosco da tanto tempo Oscar Lancini. E’ un bravo sindaco, una persona onesta, sono certo che dimostrerà la totale estraneità dalle accuse mosse”. “A Oscar Lancini tutta la mia solidarietà, nella convinzione che uscirà pulito da questa faccenda” dice all’Ansa Matteo Salvini. Sul suo profilo Facebook intanto Salvini scrive, a proposito dell’arresto “puzza di attacco alla Lega che cresce e fa paura. Oscar Lancini è uno dei migliori sindaci che ci siano in giro, amato e super-votato dai suoi cittadini, che hanno ottimi servizi senza essere massacrati da nuove tasse. Lancini, da buon leghista, ha sempre lavorato per favorire la nostra gente e le nostre imprese ovviamente nel rispetto della Legge. A qualcuno questo non piace. A me sì!”.