Il Pd blocca i tesseramenti. L’esplosione di nuove iscrizioni, le adesioni dell’ultimo minuto, i ricorsi e le polemiche che hanno contraddistinto i congressi locali praticamente in tutta Italia provocano lo stop deciso dalla direzione nazionale. La proposta avanzata nei giorni scorsi dal segretario Guglielmo Epifani è stata approvata con 12 voti contrari e due astensioni. La sospensione del tesseramento sarà applicata dall’11 novembre (i circoli democratici resteranno aperti anche sabato e domenica prossimi) fino al giorno della Convenzione nazionale, fissata il 24 novembre. Ma pesa il voto contrario di uno dei candidati alla segreteria nazionale del partito, Pippo Civati che d’altronde da giorni aveva annunciato questa presa di posizione, anche in termini molto chiari. E resta da capire come si concilia la sospensione con le parole dello stesso Epifani, fatte proprie dall’intera segreteria, di due giorni fa: “Sospendiamo i tesseramenti solo se tutti i candidati sono d’accordo”. Per contro il sì della direzione è passato con oltre il 90%. Infatti era prevista la regola del “silenzio-assenso” e a dirsi contrari sono stati in 12 mentre in 2 si sono astenuti. I componenti della direzione sono 223, si tratta, quindi, del 6,3% di contrari o astenuti contro il 93,7% di sì.

L’altra questione è che ormai i voti sono conclusi in tutta Italia e quindi, al netto delle verifiche delle commissioni sui ricorsi in quei 7-8 casi di cui il partito ha parlato durante la settimana, la Convenzione nazionale si riunirà con i componenti eletti dai congressi locali ai quali hanno partecipato anche gli iscritti arrivati con la “piena” di queste settimane. “Il problema è avere concepito un sistema che è sbagliato ed avere dato la colpa a persone che, in realtà, si conoscono benissimo e ad una moralizzazione che è mancata a livello nazionale” ha detto Civati. “Ci sono posti – dichiara – dove ci sono più iscritti che elettori”. “Ci sono situazioni di crescita – ha aggiunto – che non si sono verificati nemmeno quando ci fu l’avanzata del Pci nel Settanta o la vittoria dei grandi partiti di una volta. Sulla vicenda del tesseramento mi dispiace sentire da parte di Matteo Renzi una sottovalutazione del problema e lo stesso Cuperlo che ha toni drammatici e che ha enfatizzato la situazione solo dopo che i congressi erano stati fatti. Siccome si tratta di doping, non vorrei che volesse dire anche che ce ne accorgiamo troppo tardi con un gioco di parole, ovvero che si sottovaluta il problema e che tutto sommato fa comodo vincere i congressi”.

Pittella: “E’ una via d’uscita a una situazione complicata. Civati doppiogiochista”
Lo stesso parere era stato espresso più volte anche da un altro candidato, Gianni Pittella, e dai suoi collaboratori. Ma l’europarlamentare oggi dice una cosa diversa: per lui la sospensione è un “modo per uscire da una situazione complicata. Abbiamo cercato di tenere conto di due esigenze: non modificare troppo la regola, dall’altro tenere conto di questo tsunami. La proposta mi convince perché non è stato chiuso immediatamente il tesseramento come chiedeva Cuperlo, ci sarà tempo ancora questo fine settimana e ci sarà grande attenzione sui casi di gonfiamento delle tessere”. Pittella accusa poi Civati di “azione doppiogiochista“. “Il suo rappresentante in commissione di Garanzia – spiega Pittella – aveva dato l’ok, era d’accordo. Civati ha detto a Epifani che era d’accordo e io sono stato informato da Epifani sul fatto che Civati era d’accordo. Io sono stato coinvolto in una decisione perché sapevo che Civati era d’accordo, poi oggi lui esce sulla stampa dicendo di no: non si può giocare su queste cose”. Ma il candidato lucano ne ha anche per Gianni Cuperlo: “Trovo stucchevole e incoerente da parte di Cuperlo fare l’anima bella, dopo che anche i suoi sostenitori avevano fatto man bassa di tesseramento. Lo poteva dire prima… Ci sono casi sui giornali che riguardano persone che voteranno Cuperlo”.

D’Alema: “Il caos nel Pd? Campagna di disinformazione e regole assurde”
Sulle sospette impennate dei tesseramenti Epifani aveva peraltro assicurato che le situazioni più critiche “saranno oggetto di rigorosissime verifiche“. A chiedere a gran voce la sospensione dei tesseramenti era stato il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo che aveva chiesto di correggere l’errore sull’apertura delle iscrizioni per evitare un danno alla “dignità” del Pd. Il suo sfidante e grande favorito alla corsa per la guida del partito Matteo Renzi si era opposto a cambiare le regole in corsa e aveva invitato Cuperlo a fare i nomi degli “inquinatori”, ma poi aveva pubblicato un tweet dicendosi favorevole al blocco delle nuove iscrizioni. 

Sulla questione in giornata si erano pronunciati due ex leader del principale partito del centrosinistra. Prima Massimo D’Alema che in questo polverone in cui è finito il Pd “una campagna di disinformazione, un attacco politico verso di noi portato avanti con menzogne”. La sua lettura è naturalmente anti-Renzi: “C’è una serie di episodi – dice – che nascono da una regola assurda che ha favorito abusi e rigonfiamenti ed era chiaramente sbagliata. Io l’avevo detto anche prima che potersi iscrivere fino al momento del voto era un’idea sbagliata. Però ci è stata imposta da quegli stessi giornali che ora ci accusano, perché altrimenti ci avrebbero accusato di essere chiusi. Abbiamo sempre avuto una regola ragionevole e cioè che votavano solo gli iscritti fino a una certa data, punto e basta, così non avremmo avuto questi episodi”. Più ecumenico Pierluigi Bersani: “Epifani ha sbagliato? Lì hanno sbagliato, diciamo, un po’ tutti. L’altro giro, l’altra volta, non si fece così. Si chiuse il tesseramento un mese, due mesi prima dell’ultimo giorno. Era quello da fare”. 

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