“E’ assolutamente insoddisfacente il modo in cui Renzi stasera ha liquidato i rilievi sulle tessere false. Non è un temporalino passeggero, ma una cosa gravissima”. E’ una delle critiche che Marco Travaglio muove al sindaco di Firenze, soffermandosi anche sui nuovi scenari all’interno del Pd: capibastone sparsi per il territorio che regolano il tesseramento e correnti interne che si fanno una guerra silenziosa e spietata. Altro punto debole: il rapporto politica-affari e il “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. E il vicedirettore del Fatto passa in rassegna delle figure del Pd passate sul carro di Renzi: da Fassino a Latorre fino a Chiamparino. “Queste presenza non potrebbero diventare un abbraccio mortale e soffocante nel momento in cui Renzi volesse attuare le cose che dice?”, chiede Travaglio
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Servizio Pubblico, Travaglio: “Le presenze intorno a Renzi: da Fassino a Latorre”
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- 19:44 - Violenza su donne: Roccella, 'fondi per i centri raddoppiati, no ritardi'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Sui centri antiviolenza "non mi sembra che ci siano ritardi, noi abbiamo raddoppiato quasi i fondi", che di fatto "vengono erogati dalle Regioni, quindi ci possono essere delle differenze qua e là, ma non mi sembra che ci sia un ritardo, tanto è vero che i centri antiviolenza sono aumentati del 5%, quindi evidentemente i fondi arrivano". Lo ha detto il ministro per le Pari opportunità Eugenia Roccella, parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
- 19:44 - M5s: Grillo chiede ripetizione voto, Conte, 'estremo tentativo di sabotaggio'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Beppe Grillo non si arrende. E fa valere le sue prerogative da garante, che ancora ci sono, chiedendo la ripetizione del voto dell'Assemblea costituente, almeno per quanto riguarda i poteri nelle sue mani. La richiesta, inoltrata oggi, porterà la base del Movimento a una nuova consultazione, che avverrà presumibilmente entro una manciata di giorni, come scrive Giuseppe Conte in un lungo post sui social. "E' l'ultimo tentativo di agire in difesa di un proprio conflitto d'interessi", è il commento dei vertici del Movimento 5 stelle, che rincarano la dose dicendo che "quest'ennesimo sabotaggio tradisce la storia di Grillo e sconfessa la tradizione democratica del M5S".
Il sunto di quello che il presidente dei pentastellati scrive su X. "Ieri si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica - inizia -. Ma Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al 'qui comando io' e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente". E ancora: "Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale. Il ruolo dell'azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo".
A dipanare la matassa, però, ci penserà la base. Ma chi vincerà quest'ennesima battaglia? Il risultato della nuova consultazione è tutt'altro che scontato: stando ai calcoli di Danilo Toninelli, il primo a ventilare l'ipotesi che il comico genovese potesse impugnare le decisioni della base, infatti, l'eliminazione della figura del garante, salutata con (troppo) favore dalla platea del Palazzo dei Congressi ieri, potrebbe tradursi in un nulla di fatto. Su un totale di 88.933 iscritti, 'solo' 34.438 hanno dato il via libera alla cancellazione dell'Elevato, troppo pochi per raggiungere la maggioranza assoluta degli iscritti che rende valida la votazione. A questi, poi, si devono aggiungere i 15.840 che, invece, si sono detti contrari e altri 4.174 che si sono astenuti. Se la campagna di astensione, che senza ombra di dubbio Grillo rimetterà in piedi, dovesse andare a buon fine, la seconda consultazione rimarrebbe sfornita di quorum, lasciando le cose come stanno e lasciando dunque il ruolo di garante al confondatore del Movimento.
- 19:30 - Violenza su donne: Mollicone (Fdi), 'trapper cantino messaggi e legami positivi'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - "In questa occasione voglio lanciare un appello, in qualità di Presidente della Commissione Cultura della Camera, alla Rai, alla direzione di Sanremo, alla Siae e a tutti gli operatori del settore musicale: è inaccettabile la registrazione di canzoni che provengono da quella subcultura musicale - interpretata da molti cantanti Trap - che invocano una cultura sessista e di violenza contro le donne. Da sempre siamo a favore della libertà di espressione, ma questa non può rendere vana l'attività istituzionale di sensibilizzazione rivolta alle nuove generazioni che il Parlamento e il Governo - anche in via trasversale - stanno conducendo su questo tema. I cantanti Trap cantino messaggi e legami positivi". Così ha dichiarato il presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d'Italia Federico Mollicone in occasione della tavola rotonda al Teatro Parioli "Voci di libertà".
Mollicone ha, poi, concluso: "Come ogni anno la Commissione Cultura della Camera celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con un importante palinsesto culturale. Da sempre pensiamo che la cultura possa essere una politica attiva di contrasto alla violenza e un veicolo fondamentale per continuare a fare sensibilizzazione su questo tema. Con questa iniziativa non sosteniamo solo la lotta al femminicidio in Italia - fenomeno che continua a verificarsi purtroppo ancora con frequenza - ma siamo al fianco anche di tutte le donne che nel mondo combattono contro regimi repressivi dei loro diritti".
- 19:29 - M5s: Conte, 'Grillo ha avviato estremo tentativo sabotaggio, tra qualche giorno torneremo a votare'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - "Care amiche, cari amici, ieri si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica. Ci siamo completamente rinnovati e ricaricati con tante, significative proposte per cambiare il Paese e guardare fiduciosamente al futuro. Ma Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al 'qui comando io' e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente". Lo scrive sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle.
"Come già nei precedenti tentativi di sabotaggio ci sta dicendo che non conta più la regola democratica 'uno vale uno', perché c’è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme - aggiunge -. Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell'azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo".
"Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo. Avanti, ancora, insieme", conclude Conte.
- 19:28 - Cecchettin: pm, 'condannare Turetta all'ergastolo, prove evidenti'/Adnkronos
Venezia, 25 nov. (Adnkronos) - Venti minuti di violenza fisica contro Giulia Cecchettin, oltre un anno di paura impressa in chat 'custodite' dalla vittima, centinaia e centinaia di messaggi che restituiscono il senso dell'ossessione di Filippo Turetta. In poco più di due ore, il pm di Venezia Andrea Petroni mette in fila l'abbondanza di prove contro l'ex studente ventiduenne imputato di omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell'ex fidanzata e chiede l'ergastolo. Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nella storia simbolo della lotta al patriarcato, il pubblico ministero chiarisce subito che "non ci saranno riflessioni sul femminicidio" ma solo su responsabilità individuali.
"Le prove contro Turetta sono talmente evidenti che c'è l'imbarazzo delle scelta" e il delitto dell'11 novembre 2023 "è l'ultimo atto del controllo esercitato dall'ex fidanzato. Tra i due studenti di Ingegneria biomedica c'è una relazione altalenante di circa un anno e mezzo, interrotta due volte. "Il rapporto tra Giulia Cecchettin e l'imputato è caratterizzato da forte pressione per il controllo delle frequentazioni, delle uscite, delle amicizie" e già a ottobre del 2022, più di un anno prima dal femminicidio, la vittima ha paura. Lui esercita "la sua azione manipolatoria": la incalza, la tormenta, gioca sui sensi di colpa, invia decine e decine di messaggi al giorno, esige video chiamate per sapere dove si trova, minaccia il suicidio come forma di "ricatto". C'è un "doppio filo" che lega vittima e carnefice e se Turetta è bravo a tessere la sua tela di scuse, Giulia Cecchettin non riesce a sottrarsi.
Mentre lui compila un diario del suo malessere, lei redige un 'memorandum' per ricordarsi i motivi per restare sentimentalmente lontana da lui. "Ha idee strane su farsi giustizia da solo, i mie spazi non esistono, dice cattiverie pesanti e minacce quando litighiamo, mi controlla" scrive la studentessa. Le richieste sono "ossessive e ci sono dei principi di violenza fisica. Giulia già ad ottobre del 2022 dichiara di avere paura, lo ribadisce a ottobre 2023 in un messaggio: 'mi spaventi, tu ti comporti come uno psicopatico, inizi a farmi paura'. C'è la crisi d'ansia all'università". La persecuzione diventa un piano premeditato studiato da chi si sente tradito. Turetta che "aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere" decide di uccidere.
La minaccia contenuta in un messaggio - "Ti farò pentire di tutto il male che mi stai facendo..." - diventa una lista per pianificare ogni dettaglio contro chi aveva deciso di laurearsi senza di lui e che a inizio novembre si era resa conto del ricatto emotivo e della paura. Dal 7 novembre al giorno dell'omicidio di Giulia Cecchettin, Turetta scrive tutto ciò che occorre: compra il nastro adesivo, si procura i coltelli e i sacchi neri per nascondere il corpo senza vita, acquista le mappe stradali per la fuga, si procura delle provviste, fa l'unico prelievo dell'anno al bancomat, studia come legarla e tapparle la bocca, cerca come navigare online senza lasciare traccia, cerca luoghi isolati per liberarsi della vittima, come la nicchia - vicino al lago di Barcis - dove la ventiduenne è stata trovata. Un luogo difficilmente raggiungibile e se avesse nevicato dopo il delitto "noi il corpo lo staremmo ancora cercando" svela il pm Petroni.
Quella lista 'spuntata' ad ogni azione compiuta, modificata anche due ore e mezzo prima del femminicidio e cancellata subito dopo essersi liberato di Giulia come un rifiuto, sono "elementi che concorrono a dimostrare la premeditazione: è un caso di scuola, mi sembra difficile trovare una premeditazione più premeditata di questa". L'omicidio di Giulia, messo nero su bianco quattro giorni prima, "non è un imprevisto". E a rileggere un messaggio inviato solo due giorni prima a Turetta, "dopo la laurea faccio ciò che voglio" come risposta alla richiesta (soddisfatta) di ripristinare l'ultimo accesso sul cellulare, il delitto dell'11 novembre 2023, a solo quattro giorni dal traguardo universitario, appare ancora più crudele.
La ventiduenne di Vigonovo (Padova), che trascorre la serata con Turetta in un centro commerciale a Marghera, subisce "tre aggressioni": la prima nel parcheggio vicino casa, poi nel tragitto fino a Fossò (Venezia), quindi nell'area industriale dove subisce i corpi mortali. Un'aggressione che dura, in tutto, venti minuti: sono passate da poco le ore 23 quando l'ex fidanzato sferra i primi colpi lasciando sull'asfalto diverse macchie di sangue della vittima e un coltello rotto, a dimostrare "l'enorme forza e la grande violenza dei colpi". Sei minuti e Giulia che ha provato a difendersi e a urlare aiuto viene costretta a salire in auto, zittita con lo scotch sulla bocca.
Nel tragitto viene ripetutamente accoltellata: "sanguina copiosamente, come dimostrano le tracce nell'auto" ma approfitta di un'incertezza e prova a scappare. Le immagini riprese da una ditta della zona industriale di Fossò restituiscono la sua sagoma "inerme". L'autopsia restituirà 75 colpi, la maggior parte intorno alla parte alta del corpo e nella zona del collo. "Non prendete questi dati come freddi, immaginate piuttosto cosa sia accaduto, cosa significa essere silenziati, la pressione sulla bocca, le 25 ferite da difesa sulle mani" dice il pm Petroni rivolgendosi alla corte d'Assise.
Dopo essersi liberato del corpo, dopo quasi cinque ore di viaggio, la fuga di Turetta prosegue fino in Germania, "ma non si costituisce, la sua è una resa. Ha finito i soldi e si prepara all'arresto cancellando le prove sul suo cellulare". Si disfa dei suoi vestiti insanguinati, del cellulare dell'ex fidanzata e solo il recupero dei dati salvati in automatico nell'account della vittima permette in aula di leggere le centinaia di messaggi via chat tra l'imputato e la vittima. E al pubblico ministero che per due volte ha interrogato Turetta, in carcere e durante il processo, "resta la sensazione di essere preso in giro". Lui, "a credito" con lo Stato e la vita, "andava a scuola, si stava per laureare, non è tra chi non ha mai avuto una chance e non ha conosciuto la sopraffazione" ora rischia l'ergastolo.
E a chiedere il massimo della pena per chi ha "torturato emotivamente Giulia e l'ha uccisa, sfregiata, accoltellata con volontà punitiva" è Stefano Tigani, avvocato di papà Gino parte civile e oggi assente per impegni con la fondazione che porta il nome di Giulia Cecchettin. Per Nicodemo Gentile, che tutela Elena, la sorella che ha fatto dell'omicidio della ventiduenne una battaglia contro il patriarcato, l'emergenza femminicidi "è un impegno per tutti". Parti civili anche il fratello Davide e lo zio paterno Alessio, così come la nonna Carla Gatto presente in aula. "Vorrei che la sentenza dicesse - afferma il suo avvocato Antonio Cozza - che Giulia muore nel momento in cui decide di vivere, di staccarsi nonostante lui la minacci. Turetta non ha disturbi, sa quello che vuole e cosa ottenere, è un ragazzo fortunato e non ha nessun tipo di problema". I familiari hanno chiesto risarcimenti per oltre due milioni di euro. Domani la parola passa alla difesa, rappresentata dai legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, poi il 3 dicembre sarà il giorno della sentenza.
- 19:27 - **Violenza su donne: Roccella, 'verso testo unico, obiettivo approvarlo l'8 marzo'**
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - La giornata contro la violenza sulle donne "è stata sempre celebrata dal Cdm, da quando ci siamo insediati, con iniziative non solo celebrative e discorsi, ma anche con atti concreti. Quest'anno la celebriamo con un'iniziativa che comincia in questo momento e si concluderà l'8 marzo: abbiamo dato mandato agli uffici della ministra Casellati e ai miei di istituire un tavolo di lavoro presso la presidenza del Consiglio per redigere un testo unico contro la violenza sulle donne, coinvolgendo tutte le amministrazioni coinvolte", compresa la "Commissione bicamerale contro il femminicidio di cui è partita l'idea". Lo annuncia la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, nella conferenza stampa post Cdm.
L'obiettivo temporale è la data dell'"8 marzo", data fissata "per trasmettere il testo al Presidente della Repubblica. E' un passaggio fondamentale, sarà un testo compilativo", privo di "novità legislative, ma avrà un forte impatto su tutti gli operatori di settore che avranno così un testo di riferimento, ma anche per le donne che potranno conoscere e riconoscere meglio il fenomeno".
- 19:16 - C.sinistra: Boccia, 'bene collocazione M5S in campo progressista'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - "Il M5S sta vivendo un passaggio importante. Di transizione. Certo traumatico. Cambiano le leadership ma le forze politiche restano. Io ho grande rispetto per un partito che sta vivendo questa fase. Un partito con cui condividiamo scelte in Parlamento e governi sul territorio. Io penso, l’ho sempre pensato anche quando è successo nel Pd, che chi se ne va sbaglia. Noi oggi cogliamo con piacere la decisione di collocare il M5S nel campo progressista”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia a Metropolis, il podcast del gruppo Gedi.