Lo Stato non riconosce la prostituzione come lavoro, ma l’Agenzia delle Entrate le manda una multa di 30mila euro per i guadagni “illeciti”. Succede a Efe Bal, trans di origine turca da sette anni cittadina italiana, che – come altre escort e gigolò – si trova al centro di questo paradosso tutto italiano. “Non avrò mai una pensione a differenza di altri Paesi. Invece, è importante che il fisco riconosca la nostra attività“, spiega Efe. “Se potessimo pagare le tasse, non saremmo discriminate e non avremmo più paura delle forze dell’ordine”. Una battaglia condivisa con tutta la categoria? Non del tutto, alcuni accusano la trans che “vuole pagare le tasse” di volersi fare solo pubblicità. Altri, davanti all’ipotesi di fare una fattura, rispondono ironicamente: “Chiedi al Fisco italiano”. Intanto Efe pensa a quando smetterà di fare la prostituta: “Mica possiamo fare questo lavoro fino a 70 anni?”. E lancia un appello: “Qualcuno ha da offrirmi un lavoro considerato normale?” di Francesca Martelli con la collaborazione di Alessandro Mandron
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