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Supertifone, Filippine devastate da Haiyan. La polizia: “Almeno 10mila morti”

Oltre 4 milioni di persone colpite. L'Unicef: "Più del 40 per cento sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni". L'Onu si mette a disposizione. Ora è allarme in Vietnam: 600mila evacuati. Verifiche della Farnesina per capire se siano stati coinvolti italiani

Sta assumendo il profilo di un’ecatombe il bilancio del supertifone Haiyan nelle Filippine, dove il capo della polizia ha fornito una stima di 10mila morti nella sola isola di Leyte. Ora a tremare è il Vietnam verso il quale si sta dirigendo la furia devastatrice di Haiyan e dove sono state già evacuate 600mila persone. Una previsione di massima, quella sui 10mila morti, basata sull’enorme devastazione che si sono trovate di fronte le autorità ma che potrebbe ulteriormente peggiorare, mentre altre centinaia di vittime sono state identificate nella vicina Samar, e decine di città e villaggi della fascia costiera non sono ancora stati raggiunti dai soccorritori. “Ieri sera abbiamo avuto una riunione con il governatore di Leyte. Lui crede che i morti siano 10mila”, ha detto il sovrintendente di polizia Elmer Soria. Di ritorno da una perlustrazione in elicottero sopra Tacloban, la capitale di Leyte dove al momento si concentra la maggioranza delle vittime, il ministro dell’interno Manuel Roxas ha raccontato che “nessuna struttura è rimasta in piedi fino a un chilometro all’interno. Non so descrivere quello che ho visto, è orribile”.

Mentre i soccorsi cercando di farsi strada nelle aree colpite, distrutte da onde alte sei metri e ricoperte di detriti di ogni tipo, i corpi di centinaia di persone giacciono sotto cumuli di macerie o nelle case allagate, mentre altre centinaia di cadaveri sono stati allineati e ricoperti in qualche modo. In mancanza di elettricità, acqua e viveri, i sopravvissuti “camminano come zombie in cerca di cibo“, ha raccontato alla Reuters la studentessa Jenny Chu. In città vengono inoltre già segnalati atti di sciacallaggio, in alcuni casi a opera di uomini armati, mentre vaste aree agricole sono ancora sott’acqua. Una conta esatta delle vittime richiederà giorni, man mano che verranno ristabiliti i contatti con le zone più devastate in particolare a Leyte e Samar, dove questa mattina sono stati individuati 200 morti. Guiuan, la città da 40mila abitanti che per prima ha sofferto l’impatto dei venti fino a 313 orari, non è stata ancora raggiunta. E così è anche per intere zone della costa, rase al suolo dall’innalzarsi delle acque simile a quello provocato da uno tsunami. Si calcola che le persone colpite siano 4 milioni, di cui il 40 per cento sotto i 18 anni.

Le autorità filippine sembrano sopraffatte dall’entità del disastro: questa mattina, ha riportato una tv nazionale, il presidente Benigno Aquino è uscito da una riunione di emergenza sbattendo la porta per la frustrazione verso i collaboratori. Si stanno mobilitando anche agenzie umanitarie e organizzazioni straniere, a partire dall’Unione Europea al Programma alimentare mondiale dell’Onu, per far arrivare rifornimenti di emergenza agli sfollati.

L’Unità di crisi della Farnesina, attraverso l’ambasciata d’Italia nelle Filippine, ha in corso verifiche sull’eventuale coinvolgimento di connazionali nel tifone che ha colpito l’arcipelago. Verifiche, si fa notare, rese difficili dalla complicata situazione delle comunicazioni nel paese, con linee telefoniche e internet fuori uso in molte aree anche a causa dei blackout. Si sottolinea comunque che al momento – in base alle informazioni disponibili – non si ha notizia di stranieri coinvolti dal tifone.

Intanto 600mila persone sono state evacuate in Vietnam prima dell’arrivo del tifone.  L’arrivo del supertifone è atteso per la mattina di lunedì 11 novembre. “Abbiamo evacuato più di 174mila case, cioè più di 600mila persone” ha annunciato il ministero vietnamita per il controllo delle inondazioni e dei nubifragi. Ma 200mila sono state autorizzate a rientrare nello loro case a causa di un cambiamento di traiettoria del tifone. Haiyan si è indebolito nel passaggio attraverso il mar della Cina del Sud. Dovrebbe essere retrocesso alla categoria 1 quando toccherà la costa del Vietnam lunedì, vale a dire 24 ore dopo rispetto a quanto inizialmente previsto.

Erano circa 50 anni che non si vedeva un tifone così ed è stato un caso altrettanto raro che il tifone Haiyan sia “atterrato” in una zona densamente popolata: sono queste le caratteristiche che hanno creato un evento straordinario e tragico. “E’ un tifone di categoria 5 – osserva Alfonso Sutera, del dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma – un evento portentoso della natura”, .