Speravano di poter contare sulla cassa integrazione, e di tornare a lavorare un giorno o l’altro. Invece, con una telefonata, la proprietà delle Ceramiche Progres di Serramazzoni, in provincia di Modena, ha annunciato ai 50 dipendenti che la fabbrica sarà messa in liquidazione, e che nessuno dovrà più presentarsi a lavorare. E’ una vera doccia fredda quella che gli operai dell’azienda specializzata nella fabbricazione di piastrelle in ceramica per pavimenti e rivestimenti hanno ricevuto venerdì 8 novembre, quando i vertici delle Ceramiche Progres hanno contattato telefonicamente i lavoratori per informarli che la fabbrica, “leader nella produzione di gres porcellanato”, sarebbe rimasta chiusa, in cerca di un acquirente. E che loro sarebbero dovuti rimanere a casa.
Non se l’aspettava nessuno, del resto, che un volto noto del comparto manifatturiero modenese “avrebbe gettato la spugna”, aprendo da un giorno all’altro un’emergenza non solo occupazionale, ma anche sociale. Perché se le Ceramiche erano in crisi già da qualche anno, e lo dimostra il ricorso agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione ordinaria, attivato per i 50 operai attualmente assunti dall’azienda, per mercoledì 13 novembre era stato convocato un incontro con i sindacati proprio allo scopo di discutere del futuro dello stabilimento, “e speravamo di ricevere buone notizie”, spiegano i lavoratori. Invece quel futuro ora sembra svanire, tanto che da Serramazzoni a Pavullo, città dove una parte degli operai risiede, i sindaci si sono mobilitati per “trovare modalità utili a garantire ai lavoratori un’alternativa valida per supportare le loro famiglie”.
“Questa notizia arriva come un fulmine a ciel sereno e dispiace ovviamente venirne a conoscenza – sottolinea Roberto Rubbiani, sindaco di Serramazzoni, alla stampa locale – probabilmente ne parleremo anche in sede di Comunità Montana, per valutare quello che potremo fare”. Per il momento i sindacati, invece, preferiscono non parlare, almeno non prima dell’incontro che si terrà mercoledì prossimo con la dirigenza delle Ceramiche Progres. Certo è che la preoccupazione riguardo alle sorti dello stabilimento di via Giardini Sud “è alta”, al punto che l’assessore al Lavoro della Provincia di Modena, Cristina Ceretti, si è attivata “immediatamente” per seguire “da vicino” la vertenza, che martedì 12 novembre verrà presentata all’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, durante il tavolo, convocato in viale Aldo Moro, proprio sulla crisi del settore ceramico.
“50 lavoratori rappresentano 50 famiglie che perderebbero il proprio reddito” calcolano a Serramazzoni, e con la già grave crisi occupazionale che interessa non solo l’Emilia Romagna, che conta 124.689 disoccupati in più solo nel 2012, ma anche la provincia di Modena, alle prese con la recessione post terremoto che ha paralizzato interi settori produttivi, ricollocare chi perde il lavoro non è facile, “anche perché parliamo di una località montana”.
“Purtroppo la crisi si sta diffondendo in tutti i livelli e su tutto il territorio – spiega Dante Mazzi, consigliere provinciale di Modena e capogruppo Pdl – sicuramente si aprirà un tavolo in Provincia con i sindacati per individuare un modo per tutelare i lavoratori, anche per capire se in questo caso l’azienda non aveva effettivamente altra possibilità, o se invece sta tentando di salvare il salvabile e tirare i remi in barca. Il problema, però, è che oltre che rifinanziare gli ammortizzatori sociali, lo Stato dovrebbe preoccuparsi di favorire le aziende, la produzione, perché solo così si genera occupazione e si innesta un circolo virtuoso”.