Craig Cobb, il suprematista bianco che ha tentato di creare un’enclave per puri ariani nel Midwest americano, ha in realtà sangue nero nelle proprie vene. La clamorosa scoperta è stata fatta durante un talk show condotto dalla giornalista afrocaraibica Trisha Goddard, che ha letto in diretta i risultati del test del Dna cui Cobb si è sottoposto, i quali indicavano che il presunto ariano avesse in verità nel corpo il 14% di sangue di eredità subsahariana.
Un livello troppo alto, che non lo salverebbe da un’eventuale pulizia etnica da lui stesso perpetrata. Cobb ha rigettato il risultato come “spazzatura statistica” e poi si è rifiutato di salutare la giornalista col pugno contro pugno tipico della cultura giovanile afroamericana. Un brutto colpo il membro del partito nazista statunitense che voleva liberare la cittadina di Leith, North Dakota, da ogni “razza inferiore come neri, ebrei, latini e zingari”, e attraverso un’opa ostile sul consiglio comunale fondare un’enclave nazional socialista per soli bianchi.
Fondamentalista cristiano, creazionista, Cobb è stato adepto per diversi anni della World Church of Creator: più che una chiesa una vera e propria setta negazionista che si riprometteva la guerra santa contro gli ebrei che dominavano il mondo finanziario e le razze inferiori che lo infestavano. Il giudice che ne decretò la chiusura fu ammazzato anni dopo da un suprematista bianco. Nella seconda metà dello scorso decennio Cobb si è trasferito in Estonia, dov’è entrato in contatto con neonazisti europei e ha fondato anche una specie di youtube per suprematisti bianchi, chiamato Podblanc. Espulso dall’Estonia ed estradato in Canada, Cobb ha scelto una zona del North Dakota, ad alto tasso di occupazione e popolata in gran parte da bianchi, per fondare la sua città del sole neonazista per soli ariani. E forte di una cospicua eredità lasciatagli dai genitori, ha cominciato a comprare terreni edificabili nei dintorni di Leith.
Il piano era semplice, costruire case e invitarci ad abitare il maggior numero possibile di neonazisti, che una volta residenti lo avrebbero votato a maggioranza come sindaco del paese. Un’impresa non impossibile dato che nel 2010, quando Cobb è arrivato nel North Dakota, i residenti ufficiali a Leith erano solo 16. Subito Leith è diventato il luogo di elezione del delirio e suprematista bianco, nell’ultimo anno svastiche, croci e bandiere a stelle strisce si sono confuse in quel lembo di terra altrimenti quieto, e il paese ha cominciato a riempirsi di fondamentalisti neonazisti. L’unico residente di colore della zona, Bobby Harper, è stato vittima di provocazioni continue alla ricerca del pogrom razziale, mentre predicatori pazzi proclamavano i versi della bibbia bianca e tuonavano contro le razze inferiori, infette e pericolose, e contro gli omosessuali. I terreni comprati da Cobb intanto erano ceduti a organizzazioni come il National Socialist Movement e la White Aryan Resistance.
A settembre Jeff Schoep, leader dei neonazisti americani, ha tenuto un comizio in città per segnare la simbolica presa del potere del paese da parte dei suprematisti bianchi. E mentre l’ex sindaco della cittadina, oramai cresciuta a 24 residenti, si dichiarava pronto a sciogliere il consiglio comunale e a cancellare la gestione amministrativa di Leith rimettendola al controllo della contea di Grant, pur di non abdicare a Cobb e ai suoi amici, è intervenuto il servizio sanitario della contea di Grant che ha emesso un mandato di chiusura per diverse delle case costruite da Cobb, per violazioni sanitarie. Siccome Cobb si è rifiutato di eseguire i lavori entro i trenta giorni previsti, qualche settimana fa è arrivato lo sfratto esecutivo per lui e gli altri neonazisti, impedendo che si potesse esercitare l’opa ostile, ma strettamente legale, sul consiglio comunale da parte di un manipolo di svitati neonazisti. Evitata la catastrofe, la scoperta che il loro leader, suprematista bianco duro e puro della prima ora, ha sangue africano nelle vene. E come diceva il poeta, la tragedia si ripropone come farsa.