Via Solferino ceduta per 30 milioni, con efficacia condizionata al mancato esercizio del diritto di prelazione delle autorità competenti, in riferimento al vincolo dei Beni culturali
Nonostante le proteste e i dubbi sollevati sui conflitti d’interesse degli azionisti, Rcs Mediagroup ha siglato i contratti di vendita al fondo Blackstone dell’immobile che ospita la sede di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport nelle vie Solferino e San Marco a Milano per 120 milioni di euro. In particolare la parte che ospita la sede del Corsera viene ceduta per 30 milioni, con efficacia condizionata al mancato esercizio del diritto di prelazione delle autorità competenti, con riferimento al vincolo dei Beni culturali esistente. Su questo blocco di vendita è previsto un contratto di affitto di 9 anni per circa 2 milioni l’anno.
Il secondo blocco della vendita riguarda l’area sita su via Moscova e via San Marco, per un valore di 66 milioni e un costo di affitto previsto a 6,1 milioni, con un contratto di sei anni. Questa porzione della vendita rappresenta il 62% della superficie complessiva ceduta. Il terzo blocco riguarda infine la parte dell’immobile sita in via Balzan, che viene valutata 24 milioni di euro e su cui è previsto un contratto di affitto per 9 anni di 1,7 milioni di euro, cui si somma il costo di affitto dei posti auto per 510mila euro.
Sia sulla sede del Corriere e sia su quella in Balzan, Rcs ha facoltà di rinnovo dei contratti di affitto per altri 6 anni. I due canoni di affitto, poi, verranno aumentati complessivamente di 120mila euro a decorrere dal quarto anno. Per l’affitto del blocco in San Marco, invece, Rcs avrà facoltà di recesso alla fine del secondo anno. La firma dei contratti definitivi di vendita avverrà per ogni singolo blocco ed è prevista entro il 31 dicembre. La sottoscrizione del contratto preliminare di vendita prevede a titolo di caparra confirmatoria un importo del 10% del corrispettivo totale. Alla stipula dei contratti definitivi di vendita verranno incassati 90 milioni di euro (relativi al Blocco 2 e Blocco 3); il residuo prezzo, relativo al Blocco 1, sarà incassato – per 18 milioni – all’avverarsi della condizione sospensiva e – per 12 milioni di Euro – entro il 31 ottobre 2014.
Quest’ultimo importo sarà assistito da garanzia bancaria a prima richiesta. L’accordo include un impegno a non vendere a terzi, per almeno dodici mesi dal perfezionamento della vendita, l’intero comparto immobiliare né singoli blocchi. Rcs avrà invece un diritto di prima offerta sul blocco relativo alla sede del Corriere, se verrà posto in vendita, per tutto il periodo di utilizzo da parte del gruppo.
L’annuncio è arrivato a poche ore dall’approvazione dei conti della casa editrice. Che hanno evidenziato perdite per 175,3 milioni di euro, che si confrontano col rosso di 380,5 milioni dell’anno prima. I ricavi sono stati di 965,4 milioni, contro i 1.119,4 milioni del 2012 e l’indebitamento netto, complice l’utilizzo degli incassi della ricapitalizzazione di luglio, è calato a 547,4 milioni di euro dagli 845,8 milioni a fine 2012. Dopo la copertura anche delle perdite a fine maggio, per circa 78 milioni di euro (107 milioni a livello consolidato), decisa in assemblea, la capogruppo al 30 settembre, tenuto conto delle riserve, “non evidenzia la fattispecie prevista dall’art. 2446 del codice civile” che prevede la copertura delle perdite.
In rosso anche i quotidiani che soltanto a livello di margine hanno registrato un dato negativo per 22,5 milioni (contro i +39 milioni un anno prima) con i ricavi che sono scesi del 14,8% a 365,5 milioni (-14,8%). Da segnalare che a fine settembre l’organico medio del gruppo Rcs si è ridotto di 960 unità rispetto all’anno prima e ora il gruppo occupa 4.780 persone. Al netto delle attività dismesse e degli organici relativi alla cassa integrazione l’organico è di 4.134 persone (4.591 nel 2012).