E’ durato poco l’entusiasmo per l’annuncio di Moody’s, che ha alzato ieri le stime del Pil italiano. La Commissione europea ha rimesso l’Italia tra i Paesi sotto osservazione, sottolineando che la “povertà e l’esclusione sociale sono aumentate in modo significativo”. Bruxelles ha annunciato nel rapporto sugli squilibri macroeconomici la decisione di aprire “un’analisi approfondita” sull’Italia per i rischi connessi al persistere di squilibri come il debito elevato, la disoccupazione e la perdita di quote di mercato. L’avvertimento Ue arriva poche ore dopo le parole del presidente del Consiglio Enrico Letta, secondo cui “la ripresa nel prossimo anno è alla nostra portata anche se i dati ancora non si vedono“.
Nell’indagine europea, volta ad accertare se sia necessario procedere a una ulteriore fase correttiva, sono finiti 15 Paesi, tra cui per la prima volta anche la Germania. Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, ha spiegato che l’analisi riguarda “l’elevata eccedenza di bilancio”, precisando che Bruxelles è intenzionata a capire se Berlino “può fare di più per contribuire al riequilibrio dell’economia europea”. Il surplus commerciale tedesco rischia infatti di “mettere pressione sull’apprezzamento dell’euro e rendere difficile il recupero della competitività dei Paesi periferici dell’Eurozona”.
Tornando all’Italia, la Commissione ha fatto sapere che “il debito molto elevato resta una vulnerabilità significativa, in particolare vista la prospettiva debole di crescita“, spiegando che mantenere un surplus primario elevato è importantissimo per mettere il debito su un terreno di discesa. La perdita di quote di mercato “resta significativamente sopra la soglia di guardia” e la performance dell’export “compete in modo sfavorevole rispetto a quelle delle economie avanzate”.
Le previsioni non sono migliori per quanto riguarda la disoccupazione, soprattutto quella giovanile che resta “molto alta”, ha avvertito Barroso, sottolineando che “in Italia si cominciano a intravedere i primi segnali di ripresa ma si tratta di una ripresa molto fragile e per questo non si deve mettere a rischio il percorso delle riforme”. La Commissione europea aveva già espresso preoccupazioni sulla ripresa settimana scorsa, rivedendo in negativo le stime su tutti gli indicatori economici, dal deficit alla crescita, e sollevando dubbi sulle coperture che il governo prevede di trovare per la Legge di stabilità.