“Nel ‘93 Beniamino Andreatta, che non era certamente di sinistra, mi disse: “Quest’uomo distruggerà l’etica del Paese”. Si riferiva a Silvio Berlusconi. E così è stato”. Lo rivela Alberto Forchielli, ospite di Alessandro Milan nel suo talk show di approfondimento “Funamboli”, in onda ogni lunedì su 7Gold alle 21.10. L’amministratore delegato di Mandarin Capital Partners fa una disamina doviziosa dello stato di grave crisi in cui versa l’Italia: “Essere italiano è un grande handicap in questo momento. Siamo un Paese e un popolo molto mal considerato nel mondo. Il motivo? Non voglio più pronunciare quel nome là, Bungasconi. Quello ci ha fatto male. Siamo un Paese sempre perdente”. E aggiunge: “Cuperlo e Renzi? Sono stato abituato a lavorare con tutt’altra gente. Sono stato al Bilancio, agli Esteri con Andreatta, sono stato responsabile all’Iri con Prodi. E’ altra gente”. Forchielli spiega che ormai l’Italia non è più un Paese a cui si chiede di fare “grandi lavori”: “A parità di condizioni, un italiano deve costare il 20% in meno di un tedesco. Un po’ il senso del lavoro si è perso in Italia, intendo il senso del lavoro che potevano avere mio padre e la sua generazione. Quella roba lì non c’è più. Ma nelle piccole e medie imprese” – continua – “gli imprenditori lavorano come delle bestie. I dipendenti pubblici sono invece un disastro“. L’imprenditore, che figura tra i dieci blogger più influenti e letti in Cina, rincara: “A un giovane direi di andar via dall’Italia. Ho appena lanciato un’agenzia di collocamento per italiani che vogliono andare all’estero. Così li aiuto ad andare via dall’Italia. Mi sono rotto i coglioni di questa storia della ripresa. Non c’è ripresa qui, non è una ripresa che possa riattivare l’occupazione. Non ci sono le premesse in questo Paese”. E sottolinea: “L’Italia è un Paese dove si viene solo in estate. Va svuotata, perché altrimenti questi giovani perdono le competenze e il senso del lavoro. Dovremmo vivere un po’ delle rimesse dei migranti, come fanno in Bangladesh e nelle Filippine”. Pirotecnico finale con il momento del lancio all’aria dei giornali italiani, sui quali Forchielli è ugualmente impietoso: “Scrivono soap opera a puntate: Marrazzo in televisione, Bungasconi, Letta ‘palle al magnesio’, la Cancellieri con le sue adenoidi…”