I giurati danno forfait, ufficialmente per motivi di lavoro o salute, e quindi il processo per l’uccisione della giornalista Anna Politkovskaja è stato azzerato per nominare una nuova giuria popolare il 14 gennaio: lo ha deciso oggi la corte di Mosca che stava celebrando il nuovo procedimento, aperto lo scorso giugno.
Ad indurre il presidente del tribunale a sciogliere la giuria per nominarne una nuova è stata la notifica da parte di tre giurati che non avrebbero potuto continuare a partecipare alle udienze per motivi di salute o di lavoro. Una rinuncia che ha fatto scendere il numero dei giudici popolari sotto la quota legale di 12, rendendo impossibile la continuazione del processo. La difesa ha ipotizzato che si tratti di una manovra per impedire l’assoluzione degli imputati. Non sono escluse però pressioni di varia natura, considerando che la giuria era stata nominata solo al terzo tentativo per le rinunce di massa dei candidati.
Alla sbarra ci sono cinque persone: i fratelli ceceni Rustam, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov, il loro zio Lom-Ali Gaitukayev e l’ex dirigente della polizia moscovita Serghiei Khadzhikurbanov.
Nel primo processo Ibragim e Dzhabrail Makhmudov erano stati assolti per insufficienza di prove insieme a Khadzhikurbanov, mentre Rustam era ancora latitante e Gaitukayev era stato sentito in qualità di teste. Poi la corte suprema aveva annullato la sentenza per gravi vizi procedurali e pochi mesi dopo, accogliendo un ricorso della famiglia Politkovskaja, aveva sospeso il processo bis appena iniziato, inviando gli atti alla procura per unificarli con l’inchiesta sul mandante (ancora sconosciuto) e sul presunto killer, Rustam Makhmudov, che nel frattempo era stato catturato in Cecenia.
In un processo stralcio, l’ex poliziotto Dmitri Pavliuchenkov, pur collaborando con la giustizia, è stato condannato a 11 anni di carcere duro per aver pedinato la vittima, partecipato all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al killer.