L'ex re del latte ha raggiunto l'accordo con la Procura di Parma per tre dei filoni del crac Parmalat. La richiesta dovrà essere ratificata dal giudice per le udienze preliminari il prossimo 27 marzo
Otto mesi di carcere in continuazione con le altre condanne accumulate per la vicenda Parma Calcio, per il caso Hellas Verona e per il tesoretto segreto di opere d’arte ritrovato dalla Procura dopo che la Parmalat era già stata affondata dal crac del 2003. È questo l’accordo che l’ex re del latte Calisto Tanzi ha raggiunto con la Procura di Parma per tre dei filoni del crac Parmalat. La richiesta di patteggiamento complessivo dovrà essere ratificata dal giudice per le udienze preliminari il prossimo 27 marzo. L’accordo per Tanzi e anche per suo figlio Stefano prevede due mesi per la questione Parma Calcio, che vede nel mirino Tanzi e il figlio, allora presidente del Parma Calcio, per avere distratto tra il 1992 e il 2003 circa 10 milioni di euro e 11 milioni di dollari da Parmalat con falsi contratti di sponsorizzazione e di promozione di prodotti dell’azienda alimentare, a fronte di prestazioni mai avvenute.
Tanzi ha chiesto il patteggiamento di quattro mesi anche per la vicenda dei quadri e delle opere d’arte nascoste e ritrovate nel 2009 dopo un servizio della trasmissione Rai Report. Nelle cantine dell’abitazione dell’ex patron di Parmalat e di alcuni suoi famigliari e amici, erano state ritrovate decine e decine di quadri d’autore, da Manet a Picasso e Ligabue. Un tesoretto milionario che secondo l’accusa era stato acquistato con fondi distratti da Parmalat e che Tanzi aveva tenuto nascosto dopo lo scoppio del crac. L’accordo infine prevede altri due mesi per quanto riguarda il filone Hellas Verona, che vede Tanzi accusato di essere stato il vero proprietario della società sportiva dal 1998 al 2004. Per farlo senza violare la legge Figc che vieta di controllare più di una squadra professionista, dal momento che all’epoca l’ex cavaliere era già proprietario del Parma Calcio, Tanzi si sarebbe servito di Giambattista Pastorello come prestanome.
Nell’udienza di fronte al gup la posizione di Tanzi e del figlio Stefano sono state stralciate e rinviate al 27 marzo, quando il giudice deciderà se ratificare o meno l’accordo raggiunto con la Procura.
Giambattista Pastorello invece, accusato con Tanzi di concorso in bancarotta, non ha scelto per ora riti alternativi. L’ex dg del Parma e amico di Tanzi, è accusato di avere distratto soldi dalle casse dell’azienda di Collecchio che attraverso un giro di prestiti e fidejussioni erano serviti per l’acquisto dell’Hellas Verona. Per lui è stato fissato un incidente probatorio che si terrà il 30 gennaio, durante il quale verranno acquisite le dichiarazioni di testimonianza di Calisto Tanzi e di Franco Gorreri (ex direttore finanziario di Parmalat) già rilasciate alla Procura durante gli interrogatori sulla vicenda dell’Hellas Verona. Il destino di Tanzi, che ora si trova agli arresti domiciliari all’ospedale Maggiore di Parma, invece si deciderà a marzo, anche se per lui l’appuntamento cruciale sarà quello con la Cassazione, che a metà del mese dovrà pronunciarsi sulla condanna a 17 anni e 10 mesi per il filone principale del crac Parmalat.