Nichi Vendola annuncia di querelare il Fatto Quotidiano dopo la pubblicazione sul nostro sito della chiamata con Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva (oggi agli arresti domiciliari). Tuttavia non ricorda che proprio ieri abbiamo cercato di contattarlo, sia al telefono che via sms, per anticipare la pubblicazione e chiedere un commento a riguardo. Tutti tentativi andati a vuoto. Il governatore non si scusa e, anzi, annuncia di procedere per vie legali. “Nell’articolo”, si legge nel comunicato della Regione Puglia, “si racconta, in modo volgarmente strumentale, di presunte risate del presidente suscitate dalle domande sulle morti per cancro. Come tutti invece possono tranquillamente constatare, il presidente era solo rimasto colpito dallo specifico episodio in cui Archinà, con un salto improvviso, si era avvicinato ad un giornalista che stava intervistando Riva”. Ovviamente, però, il presidente dimentica di ricordare che aveva definito il giornalista a cui era stato sottratto il microfono “faccia di provocatore“. Lo stesso cronista che stava per chiedere a Emilio Riva, proprietario dell’Ilva, cosa pensasse dei morti per tumore a Taranto. “E’ quindi solo lo scatto di Archinà – prosegue la nota – ad aver suscitato il sorriso di Vendola e non certamente il riferimento alla tragedia delle morti per cancro a Taranto. Su questo tema si registra invece, come si può constatare ascoltando la telefonata e non solo, l’attenzione del presidente Vendola testimoniata dalla sua storia politica e personale”. Più tardi, a Repubblica tv ha aggiunto che “la telefonata estratta dal suo contesto è un’operazione lurida, un tentativo di linciaggio e di sciacallaggio puro”.
La segreteria di Sel: “Solidarietà. E’ in atto una campagna contro Vendola e Sel”
“E’ in atto una campagna contro Nichi Vendola”, si legge in una nota della segreteria del partito trasmessa in serata, “e contro Sel di cui Vendola è presidente. Vendola e la sua amministrazione sono stati i primi, dopo anni di silenzi e complicità, ad avere avviato il percorso di ambientalizzazione dell’Ilva, la più grande fabbrica d’Italia, sottoponendo il colosso industriale a prescrizioni e leggi stringenti, volte a salvaguardare il diritto alla salute e al lavoro. Lo ha fatto per anni in un contesto politico e culturale in solitudine; e talvolta in duro contrasto con governi nazionali che si sono opposti ad ogni legge o misura regionale non prona agli interessi dei Riva”. E nessuna telefonata, secondo quanto riportato dalla segreteria del partito, metterà in dubbio la fiducia verso il leader: “La segreteria nazionale di Sel esprime solidarietà e fiducia nel suo presidente. E la ferma intenzione di difendere Sinistra ecologia libertà , la sua lotta e la sua funzione nella sinistra e nella politica italiana”.
Vendola: “Tentativo di sciacallaggio” – A Repubblica.it, Vendola ha detto che “la telefonata estratta dal suo contesto è un’operazione lurida, un tentativo di linciaggio e di sciacallaggio puro. Io non rido dei tumori – spiega il governatore – perché il cancro ha abitato nella mia vita e nella mia casa. Io sto ridendo per il guizzo felino di Archinà, il quale non sente le domande dei giornalisti ma corre a togliere il microfono o il registratore a un giornalista. Io non sto ridendo dei tumori”. In più, ha aggiunto, ”penso che un’intercettazione decontestualizzata, tirata fuori da un cilindro come un tentativo di dare un fondamento ad un’accusa che secondo me non ha un fondamento, è il tentativo di fare il processo prima, di farlo nelle piazze e di avere una facile condanna”.
A Repubblica tv Vendola spiega che la confidenza con Archinà “è legata al fatto che noi stiamo cercando di convincere Ilva a mettere le centraline per il monitoraggio diagnostico” e “mentre faccio questo cerco di difendere centinaia di lavoratori. Per questo c’è confidenza non per altro”. Sull’ipotesi di dimissioni, il governatore chiede di avere “la pazienza di aspettare che possa farmi interrogare da un giudice: non c’è niente, non c’è un atto, un procedimento che non dica che io ho imposto per la prima volta un percorso ambientale all’Ilva. E’ paradossale che si rovesci una verità storica. L’intercettazione decontestualizzata è un tentativo di fare un processo prima nelle piazze e avere una facile condanna”, insiste.
E proprio nel giorno in cui cominciano a piovere richieste affinché si dimetta, Vendola si dice favorevole alle dimissioni del ministro Anna Maria Cancellieri, a seguito delle intercettazioni con la famiglia Ligresti: “La mia posizione è che quelle telefonate ricostruite dalle cronache giornalistiche confermino un quadro di assoluta inopportunità, cosa per cui il ministro avrebbe fatto bene a rassegnare le dimissioni”.
M5S, Grillo: “Vendola servo dei Riva”. Di Maio: “Si dimetta, lieto di non avere mai fatto parte della sinistra”
”Vendola è un servo di Riva”, ha detto Beppe Grillo sul palco di Potenza, dove è in tour elettorale, “non ne possiamo più di politici ‘a disposizione’ come lui e la Cancellieri. Noi non ne possiamo più di politici che non si defilano: non ne abbiamo più bisogno, così come non abbiamo bisogno di gente come la Cancellieri”. I primi a intervenire erano stati i parlamentari pugliesi del Movimento 5 Stelle che hanno chiesto le dimissioni del governatore perché “ha perso ogni credibilità”. “Abbiamo provato estremo disgusto nell’ascoltare l’intercettazione. Disgusto è la sola parola che proviamo. A Vendola non rimane che una strada: dimettersi da presidente della Regione Puglia e andare a casa. Ha perso ogni credibilità”. Stessa posizione espressa anche dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che su Facebook ha scritto: “Se Vendola è quello che resta della cosiddetta ‘sinistra’ italiana (il Pd è già totalmente democristiano), allora sono contento di non averne mai fatto parte e di essere andato oltre. Si dimetta”.
Pdl Puglia: “Dimissioni e convocazione del Consiglio regionale” – Parla anche Ignazio Zullo, il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, secondo cui “basta ascoltare per trarre inevitabili e conseguenti conclusioni”. “Quando mi permisi di evidenziare – aggiunge Zullo – che le presunte resistenze del nostro governatore alle richieste dei Riva cozzavano con quel che già allora era trapelato su talune intercettazioni in possesso della Magistratura, dovetti subirne le offese e la collera, con annesso codazzo di tutti gli immancabili cortigiani. Come giudicare quel che si ascolta oggi sul sito del Fatto”. Il Pdl Puglia chiede inoltre l’immediata convocazione del Consiglio regionale. Nessun commento, però, dai vertici nazionali. Tra i parlamentari del partito di centrodestra, l’unico a intervenire è il deputato Gianfranco Chiarelli: “A prescindere dalle responsabilità penali, che competono unicamente alla magistratura, sul piano politico, e ancor più su quello morale, il colloquio telefonico tra Vendola e Archinà, svoltosi in un clima di scandalosa ilarità, in presenza di una questione di così rilevante gravità, come quella della salute dei cittadini, è assolutamente inaccettabile da parte di chi ricopre ruoli istituzionali”, aggiunge. “Se a questo comportamento assolutamente censurabile sommiamo gli esiti fallimentari, soprattutto in tema di sanità, dell’azione politica di Vendola, ci chiediamo cosa altro debba accadere perché il leader di Sel assuma le decisioni consequenziali”, conclude.
Verdi, Bonelli: “Se Vendola è responsabile si dimetta” – “Ci sono responsabilità che non si misurano in base al Codice penale: sono le responsabilità morali che un uomo politico ha nei confronti delle persone e dei territori che amministra”. A dirlo è il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “E’ per questa ragione che il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola dovrebbe dimettersi senza farsi nemmeno chiedere questo gesto: gesto che io gli chiedo di compiere. Mi chiedo come si possano chiedere le dimissioni del ministro Cancellieri dopo le telefonate riguardanti i Ligresti (richiesta giusta e sacrosanta) e non porsi il problema delle proprie dopo la telefonata con Archinà – prosegue il leader ecologista. Tutta la classe politica coinvolta, compreso il sindaco di Taranto Stefàno si deve dimettere immediatamente”. “L’audio della telefonata tra Vendola e Archinà, resa pubblica oggi, lascia semplicemente senza parole: ma eravamo rimasti senza parole anche per come tutta la vicenda legata all’Ilva sia stata gestita negli anni. Una vicenda su cui la verità è emersa solo grazie all’intervento della Procura di Taranto che ha fatto quello che la politica non ha fatto a cominciare dall’indagine epidemiologica che avrebbe stabilito un nesso tra l’inquinamento e la mortalità dei cittadini di Taranto”.
Fim Cisl: “Solidarietà a Vendola per azione di sciacallaggio giornalistico” – Il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina, invece, esprime solidarietà “per l’avviso di garanzia ricevuto e per l’azione di sciacallaggio giornalistico di cui [Vendola, ndr] è vittima”. Nell’intercettazione, prosegue, “non c’è nulla di davvero rilevante che possa giustificare né l’uno e né l’altro. L’unico caso davvero rilevante e solo da un punto di vista sindacale – prosegue Farina – è la dichiarazione di raccomandazione che il presidente della Regione Puglia fa in favore di uno dei sindacati metalmeccanici impegnati nelle vicende dell’Ilva, quando ricorda al rappresentante dell’azienda, che un sindacato amico e vicino all’azienda è solo la Fiom. Anche questo non è di particolare rilievo, né ci stupisce, perché sappiamo da tempo dei vizi privati e delle pubbliche virtù mediatiche della Fiom, che al pari di Nichii Vendola, è stata con tutto e con il suo contrario, attaccando gli altri sindacati, che invece – conclude – hanno difeso solo il diritto al lavoro e quello alla salute a prescindere dall’azienda, dalla procura, dalla politica”.
I commenti su Facebook – Intanto sono migliaia gli utenti che da stamattina hanno invaso la bacheca facebook del governatore, ripostando l’articolo del Fatto. C’è chi chiede a Vendola di dare spiegazioni prima di annunciare querela al giornale, chi lo accusa di avere tradito i pugliesi e chi gli chiede dimissioni immediate. “Vergognati…e si che tu dovresti saper cosa vuol dire stare dalla parte dei più deboli, ti avevo votato per questo. Ovviamente non lo farò più. Mi fai schifo, spero che la tua carriera politica sia finita e che ti ritrovi a lavorare in qualche stabilimento tipo la Ilva”, scrive Aleksos. E altri iscritti alla pagina social domandano perché oggi il leader di Sel non posti nessun messaggio su facebook. Nel tardo pomeriggio, però, pubblica un post in cui riporta le dichiarazioni rilasciate a Repubblica tv e conclude avvertendo: “Reagirò tutelandomi anche in sede legale, come è giusto che sia”.