L'ultima famiglia a fare i conti con un'ordinanza di evacuazione della propria casa è quella di Maria Grazia Toraldo che 14 mesi fa aveva denunciato la sua storia al fattoquotidiano.it. Intanto la società Autostrade per l'Italia che costruisce la grande opera, vuole espropriare e abbattere alcune case del paese sull'appennino bolognese, che si trovano lungo il tracciato. Sotto quelle abitazioni presto passeranno gli scavi della galleria che da anni fanno muovere il paese e i suoi edifici
A distanza di tre anni dai primi sgomberi, la frana di Ripoli Santa Maria Maddalena continua a non dare pace agli abitanti della frazione di San Benedetto val di Sambro, sull’appennino bolognese. L’ultima famiglia a fare i conti con un’ordinanza di evacuazione della propria casa è quella di Maria Grazia Toraldo, la signora che 14 mesi fa aveva denunciato al nostro giornale le condizioni della sua casa. Fessurazioni che aumentano a vista d’occhio, porte che non si chiudono, la cantina puntellata, uno spostamento a valle dell’edificio di 20 centimetri in due anni: troppo per rischiare ancora. Per questo tre persone sono state messe fuori casa: “Non ho parole e forse non si rendono conto dei disagi che ci hanno creato”, ha spiegato al fattoquotidiano.it la signora Toraldo mentre prepara gli ultimi pacchi da portare via. “Si sono fatti carico di tutte le spese, ma non mi hanno saputo dare alcuna data per il rientro in casa”.
Gli scavi della galleria val di Sambro della Variante di valico, iniziati nel maggio 2008 e non ancora terminati, hanno fatto muovere diverse frane nel versante di Ripoli. Quella più importante, chiamata di Santa Maria Maddalena, dal 2010 a oggi ha costretto una quarantina di persone (il paese ne fa 450) a lasciare la propria casa per non rientrare mai più. Questo nonostante la promessa che le delocalizzazioni sarebbero state provvisorie. “È quasi quindici anni che abitiamo in questa casa e stiamo ancora pagando il mutuo con tanti sacrifici”. Ma il dispiacere di Maria Grazia per l’addio è misto a un sollievo: “Qui a Ripoli siamo su una frana attiva, andiamo incontro all’inverno con le piogge, i temporali. Il terreno può cedere da un momento all’altro e quindi meglio andare via”.
Il sindaco eletto col Partito democratico, Gianluca Stefanini, spiega così la sua ordinanza: “A seguito dello scavo della galleria la situazione non era felice: era una casa vecchia e i proprietari non si sentivano sicuri, da mesi chiedevano di essere messi fuori. Quindi la Cmb (la ditta che scava il tunnel, ndr) e il Collegio dei tecnici (composto rappresentanti dagli enti locali e da Autostrade per l’Italia, committente della Variante di valico) in maniera cautelativa, per precauzione, hanno chiesto di fare un’ordinanza. I movimenti della casa, precisa – rassicura Stefanini – non avevano ancora superato la soglia di allarme”.
Autostrade, la società in mano alla famiglia Benetton, nel frattempo già prepara dei nuovi espropri a Ripoli. Proprio come anticipato dal nostro giornale alcuni mesi fa, in una zona del paese che presto verrà raggiunta dal fronte di scavo della galleria (e nella quale Autostrade prevede movimenti non trascurabili del terreno), diversi terreni e abitazioni saranno evacuati prima dell’arrivo degli scavi. Gli immobili, secondo i progetti di Autostrade, dovranno essere abbattuti e una volta finiti i lavori, i terreni passeranno al Comune. Ma il sindaco Stefanini al fattoquotidiano.it dà un’altra versione: “Alcune persone hanno optato per l’esproprio vero e proprio, gli altri hanno trovato un accordo e quindi dopo il passaggio degli scavi della galleria tra sei sette mesi circa potranno tornare nelle case. Nel frattempo, in questi mesi, riceveranno un indennizzo”.
Sul fronte politico, con l’eccezione del consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Defranceschi, ormai da oltre un anno a difesa dei cittadini di Ripoli non si è alzata alcuna voce. Sul fronte giudiziario la procura di Bologna attende il pronunciamento del giudice per le indagini preliminari sulla sua richiesta di archiviazione per i reati di frana e disastro colposi a carico di ignoti. In sede civile tuttavia i cittadini potrebbero recuperare almeno un piccolo risarcimento monetario. Nonostante la richiesta di archiviazione, arrivata per la difficoltà di provare accuse così gravi e di trovarne i responsabili in oltre 20 anni di progettazione, il sostituto procuratore Morena Plazzi ha ricostruito minuziosamente l’iter progettuale della Variante. La pm, affiancata anche da un pool di consulenti, ha messo in luce come lungo i 4 chilometri della galleria nessuno dei progettisti avesse previsto la presenza di frane riattivabili con lo scavo. Ma oggi non ci sono dubbi: Ripoli le sue case, e persino il viadotto della attuale Autostrada del sole, franano a causa di quegli scavi.