“Dov’è l’elenco degli ammessi al test attitudinale? Mi piacerebbe vederlo” scrive sulla sua pagina Facebook Giuseppina Gabriele, una degli aspiranti manager alle 21 Asl del Lazio. Sono 199 i candidati che domani si presenteranno alla prova e lei non ci sarà. Non è l’unica: sono 382 gli esclusi senza alcun avviso. I 199 prescelti hanno saputo di essere stati ammessi al test con una mail. Nessuna mail, però, ha avvertito i restanti 382 dell’esclusione. E non è mai stato pubblicato un elenco con i nomi dei promossi e dei bocciati. Eppure, per la Regione guidata da Nicola Zingaretti, doveva essere una prova di trasparenza. Trasparenti sì, ma fino a un certo punto. Alla vigilia del cosiddetto test attitudinale nessuno conosce nomi e curricula degli ammessi.

Il neogovernatore del Lazio a giugno aveva inaugurato un nuovo corso e, in omaggio alla trasparenza, per la nomina dei direttori generali aveva affidato la selezione ad Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) la cui commissione – formata da tre tecnici – ha il compito di indicare al presidente una “short list” di 50 nomi. Da questa rosa, Zingaretti dovrà sceglierne 21, che andranno a sostituire quelli ancora in carica, nominati nel 2010 dalla giunta di centrodestra guidata allora da Renata Polverini. La selezione si divide in due fasi che, assicura Zingaretti, si basano sulla “trasparenza e merito”. Sulla scrivania dell’Agenas arrivano oltre 900 candidature.

Nella prima fase, l’Agenzia esamina e raccoglie le candidature, selezionando una lista di 581 nomi. E infatti, il 30 ottobre la Regione Lazio pubblica con una delibera, l’elenco degli idonei che possono passare alla prova successiva. Agli esclusi, 76, invece – si legge nel documento della Giunta – “si provvederà a dare notizia, a mezzo di posta elettronica, con relative motivazioni formulate dalla Commissione in ordine alla carenza dei requisiti”. Fino a qui è tutto tracciabile e pubblico.

Domani, però, all’università Roma Tre c’è la prova scritta d’informatica. Ed è proprio qui che la trasparenza inizia a vacillare: “Ho saputo di non essere stata ammessa – racconta un ex manager di Asl – in modo del tutto casuale: dei colleghi mi hanno chiamato per chiedermi se avessi ricevuto la mail per partecipare al test di sabato”. Con la lista fantasma, in una settimana, la trasparenza ha perso la sua luce iniziale: all’improvviso, dei 581, soltanto 199 vengono ammessi e i restanti 382 messi fuori in assoluto silenzio. Con quale criterio? “Non è dato sapere le motivazioni” dice l’aspirante manager Antonio Scuteri, uno dei fortunati ammessi alla prova di domani. La Regione non ha reso noti i nomi: di una procedura poco trasparente è convinto anche chi, per posta elettronica, la comunicazione l’ha ricevuta. “Ci siamo messi alla ricerca degli esclusi: è partito il tam tam di telefonate e s’è scoperto che molti colleghi non erano stati avvisati”.

Ilfattoquotidiano.it ha provato – senza successo – a contattare Zingaretti per chiedere una spiegazione. L’ufficio stampa della Regione Lazio invece commenta. “Non si è proceduto alla pubblicazione dei nomi dei 199 candidati, che sabato accederanno al test finale, semplicemente perché si tratta di un passaggio interno per cui non è previsto tale obbligo. Abbiamo invece pubblicato sul sito della Regione la lista dei 581 idonei e verrà pubblicata, non appena pronta, la cosiddetta short list, ossia la lista dei 50 nomi da cui potrà attingere il Presidente Zingaretti per indicare i prossimi Direttori generali”. La trasparenza, da oggi in poi, avverrà solo in un tempo differito: “In ogni caso – continua la nota della Regione Lazio – tutti i momenti del percorso saranno pubblicati a conclusione dell’iter, in modo che chiunque possa controllare la regolarità del processo e la corretta applicazione dei criteri stabiliti”. Si può continuare a parlare di innovazione e trasparenza? Per la Regione Lazio, a quanto pare, non cambia nulla: “La procedura che abbiamo adottato per la selezione dei dirigenti è totalmente trasparente e rivoluzionaria. Per la prima volta nel Lazio, infatti, nella selezione dei direttori generali la politica fa un passo indietro a favore esclusivamente del merito e delle capacità professionali, garantendo imparzialità nella selezione grazie al supporto dell’Agenas”. Già, ma per essere davvero trasparente e rivoluzionaria, forse qualcuno dovrebbe rispondere ai 382 esclusi che, come Giuseppina, si chiedono: “Dov’è l’elenco degli ammessi al test attitudinale? Mi piacerebbe vederlo”.

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