“Per dire ‘il governo va avanti’ devi immaginare qualcosa in movimento. Il governo Letta, invece, ha la stabilità del morto: è immobile”. Lo afferma Marco Travaglio, che commenta il governo di larghe intese, osservando come sia “difficile immaginare un governo più debole di quanto già non lo sia”. “Più si fanno politiche per la crescita e lo sviluppo, predicando il lavoro” – spiega – “e più si produce disoccupazione e depressione. E sembra che poi i politici non riescano a fare altro che andare in televisione e fare gli opinionisti. La gente si è stancata di questo. In troppi, come Enrico Letta e Renato Brunetta, parlano del passato senza dire nulla di concreto sul prossimo futuro. Dei “bisognerebbe” e della famosa ‘fase 2’ sono piene ormai le cronache televisive”. Il giornalista sottolinea che i partiti italiani stanno lavorando alacremente per spolpare il bipolarismo, in nome della stabilizzazione delle larghe intese: “Vogliono stabilizzare per sempre una situazione in cui non vince mai nessuno e dove governano i contrari insieme, elidendosi”. E aggiunge: “Come fai a farti sentire in Europa se hai dietro un’armata Brancaleone che non è d’accordo su niente?”. Bechis sottolinea che ormai i moderati non esistono più, perché “sono tutti incazzati”, senza rendersene conto. “Il governo Letta può pure cadere” – ribatte Fassina – “bisognerebbe poi spiegare a tutti i disperati che abbiamo visto che cosa succede dopo”. “La tragedia è che non cambia niente”, replica Travaglio. “Fare un altro giro di elezioni con questa legge elettorale” – ribadisce il viceministro dell’Economia – “e con questo sistema istituzionale vuol dire condannare l’Italia al baratro. Poi può darsi che ci finiamo lo stesso, ma almeno proviamo ad evitarlo. E oggi, qui ed ora, è l’unica possibilità che abbiamo”
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