Vito Giacino, avvocato nella giunta Lega Nord con deleghe all'urbanistica, all'edilizia privata e all'edilizia popolare è nel mirino della Procura a causa di una lettera anonima che lo indicava come ideatore e manovratore di una rete corruttiva
“Caro Flavio, con grande sofferenza ritengo di rassegnarti le mie dimissioni irrevocabili”, firmato Vito Giacino, vicesindaco di Verona con deleghe all’Urbanistica, all’edilizia privata e all’edilizia popolare. Le indagini della procura scaligera che nelle scorse settimane hanno portato all’arresto di nove persone fanno saltare la prima testa all’interno dell’amministrazione comunale. E questa volta non si tratta di un uomo qualunque, ma del vice di Flavio Tosi.
Vito Giacino, classe ’72, avvocato, è stato travolto dalle indagini avviate dalla Procura di Verona sulla scorta di una lettera anonima che lo indicava come ideatore e manovratore di una rete corruttiva che avrebbe avuto come perno il settore urbanistica da lui guidato. Così il 14 novembre Giacino ha scritto di persona al sindaco (che ha recentemente rinunciato alla scalata interna alla Lega in vista del prossimo congresso), comunicandogli la scelta di tirarsi indietro, per salvaguardare l’Ente e l’autorevolezza del ruolo del primo cittadino: “In questi giorni difficili ho avuto la forza di andare avanti grazie al totale sostegno della mia famiglia, di tantissimi amici e fra tutti il tuo, ma ho continuato ad interrogarmi se le indagini non potessero danneggiare l’ente e l’autorevolezza del tuo ruolo”.
Da qui la decisione di rimettere le deleghe nelle mani di Tosi che le ha accettate e, dal canto suo, commenta: “Anche Giacino, come il sottoscritto, non vuole che l’amministrazione comunale abbia ricadute d’immagine negative”. Tosi poi spiega che già l’indomani della pubblicazione della lettera del Corvo il vicesindaco aveva mostrato dubbi sulla volontà di proseguire nel suo incarico: “io stesso – continua Tosi – l’avevo incoraggiato a proseguire serenamente nel suo incarico, sia per l’amicizia personale che mi lega a Vito Giacino, sia per il fatto che il vicesindaco è stata la persona in assoluto più votata alle elezioni amministrative negli ultimi vent’anni, da quando è in vigore la legge sull’elezione diretta del sindaco”.
Nei giorni scorsi le Fiamme gialle sono però arrivate a perquisire gli uffici del vicesindaco, è stato allora che lo stesso ha concordato con Tosi le dimissioni, avvenute come pattuito, dopo aver portato a termine una delibera importante per l’amministrazione comunale. “Una delibera fondamentale”, ha commentato Tosi, “sia per la tenuta dei conti del Comune, che per riuscire a realizzare opere pubbliche indispensabili alla città, che ormai, azzerati i trasferimenti dello Stato centrale, si possono fare solo con risorse straordinarie. Perciò, come d’accordo, subito dopo l’approvazione, il vicesindaco mi ha rassegnato le dimissioni irrevocabili, anche per poter più liberamente esercitare la sua difesa in questa situazione”. Poi Tosi ha concluso spiegando che nei prossimi giorni penserà alla redistribuzione delle deleghe.
Più caustico il commento sul blog Verona Pulita, animato dall’avvocato Michele Croce, ex fedele del sindaco e da mesi impegnato nella lotta contro il sistema Tosi: “La missiva del vicesindaco rappresenta un autentico terremoto politico, un qualcosa da cui siamo certi non potranno che derivare le inevitabili scelte di responsabilità che tutta l’amministrazione è chiamata ad assumersi. È in ogni caso certo che a Verona tira un’aria nuova. E’ il vento del cambiamento”.