Charles è uscito dal carcere domenica scorsa. E’ nato a Monrovia da oltre 50 anni. Stufo delle guerre nel suo paese si è trasferito per 20 anni in Costa d’Avorio. Fin quando la guerra lo ha raggiunto. Charles ha continuato la sua fuga in Nigeria. Di mestiere costruttore di case che non terminano mai. Ha cercato allora di farsi una famiglia. Rita gli ha dato tre figli che sono tornati con lei in Liberia. Condannato a 4 mesi di carcere con l’accusa di spacciare moneta. Charles giura che l’unica cosa che ha fabbricato nella vita sono i figli e le case. L’accusa si è poi rivelata falsa. Ci sono voluti quattro mesi per accertarlo. Charles è stato fortunato e chiedeva una Bibbia. Anche nel carcere di Niamey le chiese protestarnti organizzano quiz. A Monrovia invece si passeggia col libro santo sotto il braccio. I ribelli di ieri portano al collo rosari di plastica. I veri falsari si trovano nella banche e nella politica. ‘Tutto si compra’, diceva una signora nigerina di nome Lucie.
La luce invece in città era poca perché la corrente era sparita da qualche parte. Tutto si vende e tutto si compra dice Lucie. E’ la sagra dei falsari. Falsato il voto di fiducia all’Assemblea Nazionale: hanno pagato il voto a favore di alcuni deputati dell’opposizione. Questo suggerisce la radio popolare della capitale nigerina. Milioni e miliardi che sono stati inghiottiti con la vendita del petrolio cinese di fabbricazione locale. False le dichiarazioni che hanno seguito la liberazione degli ostaggi francesi. False le affermazioni del gruppo Areva sulle scorie di uranio. False le cifre che circondano le crisi alimentari del paese. False le manovre per conservare il potere. Hanno prosciolto Charles dall’accusa di stampare moneta falsa.Falsano le frontiere e le seminano di fili spinati. Falsano le promesse e poi dimenticano la meta. Falsano le settimane e i contratti di lavoro. Falsano le date e i miracoli della storia. Falsano i documenti e imbrogliano le date . Falsano i nomi e mascherano i volti. Falsano le strade e le cartine geografiche. Falsano i negoziati e mistificano gli accordi. Falsano le costituzioni e confiscano i diritti. Falsano le residenze e cancellano le identità. Falsano gli argini del tempo e mentono alle sponde dell’eternità. Falsano le domande e svuotano le risposte.
Di professione muratore. Incarcerato a fine luglio nella casa di arresto di Niamey. Nella foto del foglio di uscita c’è lui con una lavagna in mano. Il suo nome e il numero che lo identifica dopo i mesi di detenzione. Figlio di Williams e di Maisse si chiama Charles. E’ nato a Monrovia nel mese di gennaio del 1962. Gli altri anni sono passati da straniero con una patria senza dimora. Vent’anni non passano in fretta quando sono le guerre a contare i giorni. Impara il mestiere di costruire quello che le guerre distruggono. Scritta sul foglio anche la multa di 20 mila franchi mai pagati.
Falsano le monete e le parole. Falsano le ideologie e le religioni. Falsano le nascite e crocifiggono i morti. Falsano gli sguardi e rubano gli occhi. Falsano i sentieri e dirottano le onde. Falsano le eclissi e illudono i giorni. Falsano gli amori e manipolano le nozze. Falsano le utopie e dipingono i miraggi. Falsano le merci e contrabbandano i mercati. Falsano le notizie e censurano i poveri. Falsano i bilanci e dichiarano fallimento. Falsano le statistiche e dirottano le novità. Falsano i sapori e confondono i colori. Falsano le notti e tradiscono i sogni. Falsano i silenzi e imbrogliano le paure.
Veronica no. Non teme ancora per la vita. Porta gli anni in una mano. Eppure ha viaggiato da tante parti. Ricorda bene che suo padre è ancora in prigione. Lontano nel Sudan dal quale è scappata con sua madre. Ha iniziato la scuola a Niamey con qualche giorno di ritardo. Una lavagna e qualche gessetto colorato per imparare. Alcuni quaderni pronti per quando le parole cadono come briciole dalla mano. Protegge suo padre e difende il popolo liberiano. Ringrazia per l’acqua e saluta chi arriva dal viaggio. Da grande vuole sposare un bianco.