Bocciate le larghe intese: male Nea Demokratia di Samaras (terzo al 19,6%, a meno dieci punti dall'ultima rilevazione), malissimo il Pasok (appena il 5,3%). Per la gente sono colpevoli di aver obbedito alla Troika
Alba Dorata primo partito in Grecia con il 26%, larghe intese di governo relegate al terzo e al sesto posto nei sondaggi. Nel giorno in cui si ricorda l’eccidio del Politecnico di Atene – quando in 28 vennero uccisi dai militari del regime dei Colonnelli -, spicca il sondaggio realizzato dalla rete Zougla, secondo cui ben il 26,6% dei cittadini interpellati voterebbero per il movimento neonazista guidato (dal carcere) da Nikolaos Mikalioliakos. Le sinistre radicali del Syriza, invece, solo seconde con il 22%. Sorpresa al quarto posto, con gli Indipendenti di destra di Panos Kammenos al 5,8. In picchiata i partiti al governo: meno dieci punti percentuali per Nea Dimokratia, il partito conservatore del premier Antonis Samaras, crollato al 19,6%; malissimo i socialisti del Pasok, sesti con il 5,3% che fanno registrare il peggior risultato di sempre in Grecia dopo aver governato ininterrottamente per undici anni sino al 2004. Persino peggio degli integralisti comunisti del Kke fermi al 5,8%.
Il tutto mentre i giornalisti di Ert, sgomberati con l’intervento delle teste di cuoio pochi giorni fa dalla storica sede ateniese di Agia Paraskevi, stanno trasmettendo apposite strisce informative in streaming dal Politecnico di Atene nei giorni in cui ricorre il quarantesimo anniversario della strage. Nelle stesse ore l’economista ed ex deputato Alekos Avabanos, fondatore del movimento “Piano B” (nato contro i memorandum imposti da Bruxelles), torna a chiedere la reintroduzione della dracma come soluzione per uscire dall’impasse.
Ma il sondaggio rivela come i cittadini abbiano bocciato non solo le larghe intese socialisti-conservatori ma soprattutto le ricette che il governo sta attuando così come imposte dalla troika, come ad esempio un’ulteriore sforbiciata a pensioni e stipendi che già da alcune settimane si sta paventando entro il prossimo 31 dicembre, per ovviare ai mancati incassi per due miliardi di euro. Il ministro delle finanze Ioannis Stournaras ha dunque un mese di tempo per individuare le risorse che i creditori internazionali pretendono per concedere l’ulteriore tranche di prestiti al Paese, ma questa volta non sarà facile anche per via delle tensioni sociali che sono sfociate, negli ultimi cinquanta giorni in tre morti, freddati ad Atene dinanzi a testimoni e a passanti. Prima il 40enne rapper Pavlos Fyssas, apparentemente ucciso da un militante di Alba dorata, poi la doppia esecuzione dei due aderenti al partito naonazista freddati con precisione chirurgica e con modalità professionale. In questi giorni un’informativa dei servizi del Paese intende rafforzare le misure di sicurezza sia nei confronti dello stesso ministro delle Finanze sia degli esponenti della troika, dal momento che si temono ritorsioni da parte di bande armate o di nuclei rivoluzionari, anche se la doppia esecuzione dei due ragazzi di Alba dorata non è stata rivendicata.
Intanto Stournaras è alle prese con la tabella delle possibili mini manovre per risolvere il nodo: la lotta all’evasione non produrrà più di 300 milioni; altri 100 potrebbero arrivare dalla rigorosa applicazione del salario unitario nel pubblico impiego, infine la tassa di proprietà uniforme porterà in totale 2,6 miliardi di euro, vale a dire 300 milioni di euro in meno rispetto al target originale. Uno scenario finanziario drammatico in cui ancora una volta i conti non torneranno, mentre il Parlamento non prende una decisione per ridurre, seppur simbolicamente, le indennità ai trecento deputati greci.