Le "Squadre rivoluzionarie popolari combattenti" hanno spiegato di avere ucciso i due militanti del gruppo neonazista per ritorsione dopo l'omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas. Il messaggio era contenuto in una chiavetta usb lasciata vicino a un poligono di tiro
Si firmano “Squadre rivoluzionarie popolari combattenti” i responsabili dell’attentato del primo novembre davanti alla sede di Alba Dorata. Nell’assalto, erano stati uccisi a colpi di mitra due giovani militanti della formazione neonazista greca, che nei sondaggi si attesta come primo partito del Paese con il 26% dei consensi. Nella lettera di rivendicazione, la sigla, mai sentita prima nel panorama del terrorismo di estrema sinistra greco, definisce l’attentato una rappresaglia per l’uccisione, il 18 settembre scorso, del rapper Pavlos Fyssas per mano di un militante neo-nazista.
Il documento di rivendicazione, ha riferito la televisione privata Mega, è stato fatto trovare nei pressi del poligono di tiro nel quartiere ateniese di Kesarianni. La scelta del luogo è stata senz’altro simbolica in quanto il poligono è tristemente noto per le fucilazioni di partigiani, civili antifascisti e 20 militari italiani compiutevi dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale. La lettera, lunga 18 pagine, era contenuta in una chiavetta usb. Gli investigatori, che confermano l’attendibilità della rivendicazione, ritengono che il nuovo gruppo sia il prodotto della recente fusione di varie organizzazioni terroristiche già attive da tempo in Grecia. Tra queste, la “Setta dei rivoluzionari”, un gruppo armato d’ispirazione marxista apparso dopo i disordini seguiti alla morte di Alexis Grigoropoulos, 15 anni, ucciso da un agente di polizia nel dicembre 2008 ad Atene. Negli ultimi due anni, inoltre, nel Paese hanno firmato attentati anche la “Cospirazione dei Nuclei di Fuoco” – che ha stretti legami con la Federazione anarchica italiana (Fai) – e gruppi meno noti come “Tolleranza zero”, “Movimento 12 febbraio” e la “Squadra dei combattenti del popolo”.