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Pd, i renziani: “Vinciamo con il 45%”. La replica: “Non è vero, è in testa Cuperlo”

E' guerra di cifre tra i candidati alla segreteria del partito sul voto nei circoli. Il comitato del sindaco di Firenze gli attribuisce 7 punti percentuali di vantaggio sul principale avversario. Il deputato triestino è dato invece al primo posto dai suoi sostenitori, con il 42% delle preferenze

Matteo Renzi vincente nei circoli Pd. Anzi no, il più votato è Gianni Cuperlo. Ancora una volta, è guerra di cifre tra i candidati alla segreteria del Partito democratico. Stando alle cifre riportate dalla pagina Facebook “Adesso partecipo”, gestita dal comitato del sindaco di Firenze. Il “rottamatore”, secondo i dati riportati dai suoi sostenitori, ha ottenuto il 45,3% dei voti, conquistando 23.466 preferenze su 51.794 votanti. A seguire, Gianni Cuperlo, che si sarebbe fermato al 38,3%, Pippo Civati, a quota 13,4%, e infine Gianni Pittella, con il 3,1% dei voti. Di segno opposto i dati forniti dai sostenitori dell’ex portavoce di D’Alema: Cuperlo è dato in testa con il con il 42,4%, davanti a Matteo Renzi con il 41,9%, a Civati con il 12,1% e a Pittella con il 3,6%”. “Questi numeri confermano che la partita è aperta e che l’annunciato trionfo renziano non c’è”, commenta Patrizio Mecacci, coordinatore del comitato a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo.

Sul terreno delle cifre, d’altra parte, i comitati di Renzi e Cuperlo si erano già dati battaglia. I sostenitori dell’ex portavoce di D’Alema avevano parlato di 49 segretari provinciali pronti a sostenere il loro candidato, contro i 35 del principale avversario. I renziani avevano fornito numeri diversi: secondo i loro dati, il risultato vedeva vincere il sindaco di Firenze per 47 a 38. La guerra di cifre era stata un episodio di una travagliata chiamata alle urne nei congressi Pd in tutta Italia, tra circoli “fantasma”, risse tra sostenitori dell’una e dell’altra parte e tessere gonfiate. Oggi, l’ultimo colpo di scena. Un circolo della provincia romana, quello di Castel Giubileo e Settebagni, ha deciso di chiudere “in seguito ai gravi episodi avvenuti durante il congresso del Partito Democratico di Roma”. In particolare, Silvia Di Stefano, coordinatrice del circolo, parla di un “atteggiamento superficiale delle commissioni congresso preposte riguardo ai ricorsi sulle votazioni dei circoli finti, quelli cioè inesistenti sul territorio e che aprono solo in occasione dei congressi, per affermare il potere di alcuni, e ai quali tuttavia è stato comunque permesso di esprimere delegati al pari dei circoli veri e storici”. Altro tema che ha scatenato la bagarre nel partito, la questione delle “tessere gonfiate”. Quest’ultimo caso aveva determinato la scelta dei vertici del partito di bloccare le nuove iscrizioni in vista del congresso nazionale, nel timore di tesseramenti “pilotati” per condizionare il voto. Al di là di tutte le schermaglie nei circoli locali, tuttavia, i numeri che conteranno veramente, nell’elezione del nuovo segretario del partito, saranno quelli delle primarie dell’8 dicembre.