La segnalazione è arrivata dalle sigle sindacali del territorio che hanno scritto a Tper, Ausl locale e Ferrovie per chiedere una derattizzazione dell'intera area. E' solo l'ultimo dei disagi legato alla "cattedrale nel deserto" per l'alta velocità costata 90 milioni di euro
Prima le infiltrazioni d’acqua, e ora i topi. E’ destinata ad allungarsi la lista di grattacapi che riguardano la stazione mediopadana di Reggio Emilia, la “cattedrale nel deserto” per l’alta velocità costata alla collettività 90 milioni di euro. Se all’indomani della sua inaugurazione i passeggeri erano costretti ad aspettare l’arrivo dei treni con l’ombrello aperto, a causa delle infiltrazioni d’acqua piovana generate “dall’impermeabilizzazione dei soffitti ancora da ultimare”, questa volta il problema da affrontare sono i topi. Secondo quanto raccontano gli operai che quotidianamente lavorano all’interno del ‘gioiello’ firmato dall’archistar Santiago Calatrava, infatti, lungo la galleria commerciale di 200 metri quadrati che dovrebbe un giorno ospitare negozi ed attività commerciali, “si è riscontrata l’inaccettabile presenza, resa evidente da residui escrementizi, di ratti all’interno dei locali”.
La denuncia è partita dalle sigle dei sindacati che venerdì 16 novembre hanno inviato una lettera a Ferrovie, Tper e Ausl locale, chiedendo di intervenire urgentemente per la derattizzazione dell’intera area. “Come riportatoci da lavoratori e utenti, segnaliamo l’inaccettabile presenza, resa inoltre evidente da residui escrementizi, di topi/ratti all’interno dei locali — segnalano nel documento le sigle — Alla luce di ciò, chiediamo un’urgente ed efficace opera di disinfestazione al fine di scongiurare conseguenze emergenziali di tipo sanitario, nonché tutelare le strutture da eventuali danni, garantire la sicurezza dei lavoratori e il decoro degli ambienti”.
“E’ un problema serio – spiega il consigliere comunale a 5 Stelle di Reggio Emilia Matteo Olivieri – che è legato alla conformazione stessa della stazione”. Al momento tutta da occupare, e quindi “deserta”, la galleria lunga 200 metri quadrati collocata nella parte inferiore della stazione, cioè sotto al ‘ponte’ dove sono collocati i binari sui quali transitano i treni, offrirebbe “un ambiente favorevole per i roditori, proprio in quanto spazio quasi completamente abbandonato, occupato momentaneamente solo dalle telecamere di sorveglianza”. E con la “cattedrale” bianca che sorge in aperta campagna, continua il consigliere comunale, “è ovvio che si verifichino guai di questo tipo”.
“La scelta è stata sbagliata in principio – continua Olivieri – si poteva realizzare una stazione per l’alta velocità spendendo 15 milioni di euro, invece ne sono stati investiti 90, soldi dei contribuenti, e ora non si riesce nemmeno a concludere ciò che si era progettato, come il centro commerciale che doveva nascere all’interno della galleria. Certo, quei soldi non li ha spesi tutti il Comune di Reggio Emilia, ma in un momento di simile difficoltà non si poteva risparmiare e puntare invece all’efficienza?”.
Il caso è stato segnalato. Ma per il Movimento 5 Stelle quella dei roditori che occupano la galleria è solo l’ultima di una lista di questioni che non vanno all’interno della stazione. Se in estate “il caldo era soffocante – raccontavano i passeggeri – e in autunno ci pioveva dentro”, “i topi sono semplicemente la rappresentazione del senso di abbandono che la Mediopadana trasmette. Una cattedrale inaugurata in fretta e furia e poi lasciata a se stessa”.
Obiezione che però era stata rispedita al mittente da David Zilioli, l’ingegnere che ha eseguito i lavori per il Comune di Reggio Emilia. “Fino al prossimo dicembre la stazione sarà un cantiere aperto, è normale che sia così – aveva ribadito in più occasioni Zilioli – nello specifico, piove in alcuni punti poiché o non sono ancora stati poggiati i vetri oppure non sono stati isolati con il silicone. D’altronde, quando abbiamo preso questa decisione”, cioè inaugurare a giugno la stazione Mediopadana nonostante i disagi, e in pompa magna, alla presenza del ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi e quello per gli Affari regionali Graziano Delrio, di Romano Prodi e Pierluigi Bersani, insieme per l’occasione nonostante la vicenda dei 101 franchi tiratori e il passo indietro dell’ex segretario Pd, “lo abbiamo fatto perché, per noi, era più importante che i treni iniziassero a passare da subito, anche se con qualche disagio. E’ stata una scelta, può essere apprezzata o meno, ma l’alternativa era aprire tutto a dicembre”.
Il caso, tuttavia, non è così isolato, se si pensa che la Mediopadana di Reggio non è l’unica stazione per l’alta velocità soggetta a guai di questo tipo. A sua volta inaugurata l’estate scorsa, anche la nuova stazione di Bologna deve fare i conti con qualche problema tecnico. Le infiltrazioni piovane, per esempio, che continuano a verificarsi nonostante i 530 milioni investiti e gli otto anni spesi per realizzare il progetto.