Il ministero delle Infrastrutture parla di una “svista". Scibona (M5S): "Hanno promesso di tutto: opere, fondi, il rilancio della Val di Susa. Alla fine hanno sempre fatto un passo indietro”. Esposito (Pd): "Facendo così la diamo vinta ai Plano, ai De Luca, ai Vattimo"
Spariscono dalla legge di stabilità gli otto milioni di euro che il governo aveva promesso ai comuni valsusini come compensazioni per la Torino-Lione. Le risorse che dovevano essere rese disponibili nel 2014, sono state calendarizzate per il 2016/2017. Il ministero delle Infrastrutture parla di una “svista”. Ci sarebbe giá pronto un emendamento bipartisan per ripristinare le compensazioni dal prossimo anno. Per ora non è stato ancora depositato.
I fondi sarebbero stati destinati ai comuni di Susa, dove il prossimo anno dovrebbe partire lo scavo del tunnel di base, e Chiomonte che dal giugno 2011 ospita il cantiere della galleria geognostica della Maddalena. Gemma Amprino è il sindaco di Susa, la città che più sarà interessata dai cantieri Tav: “Non mi piace chiamarle compensazioni, preferisco definirle opere di accompagnamento. Sono infrastrutture che si rendono necessarie per far funzionare in armonia il cantiere e il territorio”. Dei sei milioni euro che erano stati messi a disposizione per Susa poco più di metà sarà gestita direttamente dal Comune, mentre i restanti 2,5milioni verrebbero utilizzati in coordinamento con la Provincia di Torino. “Non si può pensare di aprire un cantiere di quelle dimensioni e di lunga durata se prima non viene riorganizzata la viabilità. Tra le opere concordate c’è un ponte che costa 900mila euro, non ci sarà nessun cantiere se non ci sarà quel ponte”. La Amprino non si definisce una sostenitrice dell’opera, “ma solo un’amministratrice locale a cui spetta il compito di gestire questo momento delicato. Non ci siamo potuti permettere di dire se la Torino-Lione ci piaceva o no. Il nostro unico interesse è che il progetto sia il meno impattante possibile sul territorio, per questo sono necessari i fondi promessi dai vari governi che si sono succeduti”.
“Spero in un sussulto di orgoglio –spiega il senatore Marco Scibona del M5S – del sindaco Amprino come di altri amministratori locali. Negli anni le delegazioni provenienti da Roma hanno promesso di tutto: opere, fondi, il rilancio della Val di Susa. Alla fine hanno sempre fatto un passo indietro”.
Oltre alle compensazioni dalla legge di stabilità sono anche stati cancellati i 49milioni di euro di anticipo per la realizzazione del Tav. Intanto martedì a Chiomonte, davanti a un nutrito parterre di politici, tecnici e giornalisti (ilfattoquotidiano.it non ha avuto l’autorizzazione di Ltf a presenziare) è stata azionata la fresa che nell’arco di due anni dovrebbe completare la galleria di servizio della Maddalena. A Susa il cantiere dovrebbe partire nel 2014 e i lavori dovrebbero concludersi in dieci anni. Se per le compensazioni esiste una dichiarazione d’intenti del ministro Maurizio Lupi, per gli anticipi non c’è possibilità che vengano rifinanziati nel Decreto del Fare. Bisognerà attendere il 2017.
Persino il senatore Pd Stefano Esposito, finora il più convinto sostenitore della Torino-Lione si dice stanco: “Non posso fare il cane da guardia al Parlamento e al Governo. Tre diversi ministri hanno promesso questi fondi alla Val di Susa e questa è la quinta volta che si tirano indietro”. Esposito confida in Lupi che “è il miglior ministro delle Infrastrutture degli ultimi dieci anni e per questo deve andare in commissione bilancio del Senato e imporre che questi otto milioni vengano stanziati”. La mancata erogazione delle compensazioni potrebbe far segnare un bel gol al movimento NoTav. Infatti tra pochi mesi si voterà per rieleggere i sindaci di Chiomonte e Susa. Non rispettare le promesse vorrebbe dire perdere altri voti e quindi consegnare i due comuni strategici ad amministrazioni contrarie all’alta velocità. “Facendo così – conclude Esposito – la diamo vinta ai Plano, ai De Luca, ai Vattimo. Ma non sarò io ad andarlo a spiegare ai carabinieri che da mesi presidiano il cantiere di Chiomonte!”.
Il braccio di ferro sull’alta velocità non si ferma: oggi migliaia di NoTav, provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento a Susa per una marcia di protesta contro la militarizzazione della Val di Susa. “Una manifestazione pacifica, per le famiglie –dicono gli organizzatori- per ribadire che quest’opera è uno spreco di soldi che non abbiamo”.
di Cosimo Caridi