Non è della politica sull’Ilva che si sta discutendo, ma solo sulla telefonata ad Archinà. Rettifico dunque il mio precedente titolo “difendo Vendola sull’Ilva“: è sulla telefonata che secondo me molti han preso un granchio, non han capito.
Quella dell’Ilva è una vicenda ampia e complessa, la discutiamo un’altra volta. Ma quella telefonata ha una spiegazione e un’interpretazione ben diversa da quella che i più, finora, gli han dato. Non ne so niente di più di voi, ma mi immagino la scena perfettamente.
Vendola doveva chiamare l’Ilva per riprendere i contatti proprio quel giorno, qualcuno gli segnala che c’è un video con la scena di Archinà che toglie il microfono. Una scena grottesca, che documenta zelo ansia e goffaggine non una effettiva capacità di condizionare i media (altri sono i metodi…). Vendola telefona in presenza di un proprio collaboratore – presumibilmente il capo di gabinetto – e inventa un esordio che gli serve da un lato per “captare la benevolenza’ dell’interlocutore, dall’altro per prenderlo in giro in complicità con il proprio collaboratore che l’ascolta. Anche la frase sul giornalista “faccia da provocatore” viene detta per caricare la presa in giro del poco consapevole Archinà. Non ha altro senso.
Ma vi pare che Vendola telefoni all’Ilva per parlar male di un giornalista? Che senso ha, cosa glie ne viene? Posso capire che adesso Vendola si scusi col giornalista, dato il rilievo mediatico che ha avuto la telefonata. Ma non ha motivo di scusarsi. Questa discussione ha poco di politico, stiamo parlando di come interpretiamo una scena.
Se fosse un film, se solo in pochi l’abbiamo interpretata giusta e molti l’hanno fraintesa, beh, ha sbagliato il regista. Ma questo non è un film, è una conversazione privata telefonica a due, per ragioni di lavoro. A me pare che il nostro vissuto sia pieno di cose del genere, di piccole finzioni, piccole o grandi marpionate, parziali teatri. Può darsi che invece questo riguardi solo noi maschi ultra 50 enni, mentre ai giovani puri come Scanzi non capiti mai di dire in privato – allo scopo di ingraziarsi un interlocutore – cose diverse da quelle che si dicono in pubblico.
E’ evidente che se Vendola verrà condannato nel processo Ilva non lo sarà per la telefonata, ma perché si dimostrerà che quei contatti con l’Ilva hanno portato aa qualcosa di illecito. E’ evidente che se sarà condannato dovrà lasciare la politica a prescindere dalla decadenza. Per me è anche evidente che avrebbe fatto meglio a rispondere a Il Fatto Quotidiano. Ma il punto che mi anima a questo punto non riguarda nè Vendola nè la politica ma riguarda l’interpretazione di una telefonata. Cioè una questione di capire le cose per come sono e non facendosi condizionare da pregiudizi viscerali.