Mancano due giorni al voto in Aula sulla mozione di sfiducia ad Anna Maria Cancellieri e si infiamma il dibattito politico sul Guardasigilli, anche sulla scia delle indiscrezioni trapelate sulla possibilità di dimissioni prima del voto in Parlamento. Mentre il governo fa quadrato attorno al suo ministro, con in testa il vicepremier Angelino Alfano, i partiti sono in fermento. Per il Pd, passano all’attacco i suoi candidati segretari, con Matteo Renzi e Pippo Civati che chiedono il passo indietro del ministro, mentre è più cauto Gianni Cuperlo. Da parte di Forza Italia si registra un sostanziale silenzio: l’unico a parlare è Daniele Capezzone, che tenta una timida difesa. La guardasigilli è “scaricata” anche da chi la lanciò in politica, Mario Monti, che definisce “inopportune” le sue telefonate. Attacca senza mezzi termini il Movimento 5 Stelle: sul blog di Beppe Grillo, si chiede, ancora una volta, l’impeachment di Giorgio Napolitano, strenuo difensore del ministro della Giustizia.

“Abbiamo già dato il nostro sostegno al ministro Cancellieri e lo ribadiamo, confortati anche dalle notizie odierne”, ha affermato il vicepremier Angelino Alfano, facendo riferimento al fatto che il Guardasigilli non risulta iscritto nel registro degli indagati per false informazioni all’autorità giudiziaria. In precedenza, da palazzo Chigi era arrivata la risposta all’indiscrezione, diffusa dal Financial Times, per cui il ministro era pronto alle dimissioni. “La fiducia alla Cancellieri resta”, avevano fatto sapere dalla presidenza del Consiglio. “Se interverranno elementi di novità si valuteranno con attenzione”.

La questione Cancellieri aveva creato un caso all’interno del Pd, con il candidato alla segreteria Pippo Civati che aveva annunciato di proporre una mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli. ”Non ho fatto altro che sollecitare una posizione coerente da parte degli altri candidati alla segreteria del partito. Tutti, da Renzi a Pittella e a Cuperlo, sono d’accordo con me che il ministro di Giustizia dovrebbe fare un passo indietro. Chiedo coerenza e non accetto comportamenti ipocriti”. Sulla stessa linea, Matteo Renzi: “Il ministro della Giustizia anche secondo me si deve dimettere”. E rincara la dose, chiedendo le dimissioni del ministro prima del voto in Aula: “Credo che la gente che sta a casa, dal Pd non si aspetta l’ultima posizione sulla presa di posizione del ministro, siamo fatti per qualcosa di più grande del destino della Cancellieri”. Nono si sbilancia l’altro candidato alla segreteria del partito, Gianni Cuperlo: “Il ministro ha sempre dimostrato il suo spirito di servizio e allora valuti lei con Enrico Letta i passi giusti. Il Pd ascolterà, e lo faremo con la lealtà e la coerenza di una sinistra garantista”.

A difendere il ministro, seppure con cautela, è invece Daniele Capezzone di Forza Italia. “Personalmente, voglio dire che non condivido politicamente il gioco al massacro in corso verso il ministro Cancellieri, al di là di ogni valutazione di opportunità o inopportunità del suo comportamento”. Il presidente della commissione Finanze della Camera ha aggiunto: “Quello che non mi pare giusto è che un Pd in frenesia precongressuale imbastisca campagne per cacciarla, e alimentare un gioco al massacro che, in Italia, è divenuto una triste abitudine, verso tutto e verso tutti”.

Ma il ministro trova un critico inaspettato in Mario Monti. “Non conosco i fatti che sono al centro delle discussioni attuali, la mia opinione che credo coincida con quello che la stessa interessata ha detto al Senato e alla Camera, è che sicuramente alcune di queste telefonate sono state inopportune fatte da parte di un ministro”. E’ il commento che il leader di Scelta civica per l’Italia Mario Monti ospite a Omnibus su La7 fa sul caso del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. “E’ un ministro che stimo e che ho stimato moltissimo – ha aggiunto Monti – e che ha svolto molto bene le sue funzioni, non solo come ministro dell’Interno ma anche perché ha sostenuto tutte le riforme sulle giustizia che il ministro Paola Severino stava portando avanti”, ricorda il senatore.

Il Movimento 5 Stelle passa all’attacco del Capo dello Stato. Napolitano che conferma la fiducia a Cancellieri è una ulteriore “picconata” alla Costituzione e “un’ulteriore riprova della necessità di mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica”: è quanto scrive il professor Paolo Becchi in un lungo post ospitato dal sito di Beppe Grillo con il titolo “La Cancellieri e lo scudo di Napolitano“. Becchi dedica gran parte dell’intervento per raccontare l’affaire Cancellieri-Ligresti e sottolineare che c’è, oltre a un profilo politico, anche un profilo penale nel comportamento del ministro, avendo omesso di raccontare tutto ai magistrati.

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