A chiederlo è Cornelia Seibeld, deputata dei Cristiano Democratici. La Germania è l'unica nazione europea, assieme alla Bulgaria, in cui la pubblicità delle sigarette è ancora legale. La percentuale di giovani tra i 12 e i 17 anni che fuma è salita del ben 28 per cento mentre
“In Germania bisogna alzare il limite di età all’acquisto di tabacco dagli attuali 18 ai 21 anni”. A chiederlo è Cornelia Seibeld, deputata dei Cristiano Democratici durante un’intervista della scorsa settimana rilasciata al quotidiano berlinerse BZ. “Dobbiamo frenare la dipendenza dalla nicotina quando si è ancora giovani. Il limite di 21 anni è logico, a quell’età i giovani non sono realmente consapevoli delle conseguenze delle loro azioni, compresi i rischi per la propria salute derivanti dal fumo. La dipendenza dal fumo è di gran lunga superiore a quella dall’alcol. Purtroppo il nostro è un paese amico del tabacco, ma dobbiamo agire e promuovere una legge nazionale”.
La Germania del resto è l’unica nazione europea, assieme alla Bulgaria, in cui la pubblicità delle sigarette ancora legale. Mentre in Italia il divieto di fumo nei locali pubblici è attivo dal 2003 grazie alla cosiddetta legge Sirchia promossa dall’allora ministro della Salute del governo Berlusconi e l’attenzione si è ormai spostata sulle sigarette elettroniche, in Germania la lobby del tabacco funziona bene e non è un caso che fu proprio il governo tedesco ad appoggiare un gruppo di industriali che nel 2000 ricorse, con successo, contro la direttiva della Commissione Europea del 1998 che voleva vietare ogni forma di pubblicità, compresa la sponsorizzazione, atta a promuovere il consumo di tabacco.
Nel frattempo, dal 2001 ad oggi, la percentuale di giovani tedeschi tra i 12 e i 17 anni che fuma è salita del ben 28 per cento mentre, a seconda delle regioni, è ancora tollerato il fumo nei locali pubblici. I tentativi di realizzare una normativa generale sono infatti più volte falliti. E così mentre in alcuni stati come la Baviera e la Nordrhein-Westfalen il divieto è assoluto, in altri è sottoposto ad una serie di limitazioni ed eccezioni che spesso lo rendono nullo. Le speranze di un veloce cambiamento non sono molte. In Baviera il divieto è arrivato solo dopo un referendum del 2010 promosso da uno studente universitario che per questa sua battaglia ricevette diverse minacce di morte, in Nordrhein-Westfalen a schierarsi contro il divieto assoluto fu proprio il partito Socialdemocratico, mentre anche a livello istituzionale, seppure per ragioni di incostituzionalità lo scorso luglio la Corte Costituzionale tedesca ha annullato la legge che consentiva solo ai locali dotati di almeno due sale di potere lasciare libero il fumo in una delle due. Il divieto non era comunque rispettato nel land di Berlino dove già in precedenza, come aveva dimostrato uno uno studio dello scorso febbraio condotto dalla Technische Universität in collaborazione con la l’associazione Berlin Stiftung Rauchfrei, ben il 76% dei locali lo aggirava (solo 8 dei 100 esercizi visitati di notte lo rispettava). Basta una visita in uno dei tanti club della capitale tedesca per rendersi conto che nonostante nelle discoteche il divieto sarebbe assoluto, a prescindere dal numero di ambienti, quelle che lo rispettano sono ancora pochissime. Sarà che uscire fuori a fumare in Germania significa confrontarsi con temperature ben diverse da quelle italiane, ma su questo tema sembra proprio che i tedeschi possano guardare all’Italia come un modello da seguire.